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sabato 2 marzo 2013

Elezioni SIAE. Quante bugie!

Andiamo per ordine. Ieri si sono tenute le elezioni per il nuovo Consiglio di Sorveglianza della SIAE
Sarà composto da 34 membri e rimarrà in carica per quattro anni. Quattro lunghi anni verrebbe da dire, dati i risultati. Perché alla fine tutto continua come prima, alla faccia degli scandali dovuti alle votazioni, alla partecipazione degli iscritti ecc.
Intanto sembra che il Palazzo dei Congressi, dove si è tenuta la votazione, non fosse gremito come annunciato da un comunicato stampa della SIAE stessa. 
Sembra, invece, che i partecipanti fossero qualche centinaio a fronte di circa centomila iscritti, tutti con il diritto di votare. 
Mentre per tutte le votazioni precedenti si era permesso di votare in tutte le sedi SIAE, stavolta era permesso solo a Roma, dunque moltissimi non se la sono sentita di affrontare spese e viaggio. 
Certo si potevano delegare altri iscritti ma la firma per la delega andava autenticata presso l'ufficio comunale addetto, che faceva un sacco di storie, o presso un ufficio notarile con le spese conseguenti.

Perfino i nominati infine sono risultati prevedibili e, naturalmente, provenienti dai maggiori gruppi editoriali musicali e dalle fila dei grandi autori, vedi Gino Paoli.
La cronistoria super dettagliata della giornata e del meccanismo delle votazioni la possiamo leggere nell'articolo di Guido Scorza uscito oggi su Il Fatto Quotidiano.

Insomma...tanto rumore per nulla si potrebbe riflettere amaramente. Se non fosse che per un pò ci avevamo creduto che qualcosa potesse cambiare e invece dobbiamo ancora aspettare.
Anche perché si tratta solo di una questione di tempo. 
Giusto il tempo che si capisca che non è più possibile prevaricare i diritti di tutti gli altri a vantaggio di pochi, come noi di Officine Editoriali, andiamo predicando da diverso tempo.
Continuate a seguire questo blog e partecipate alle discussioni. Visitate il catalogo di Officine Editoriali e valutate le nostre pubblicazioni.
Come sempre:

RIMANETE AGGIORNATI PER RIMANERE LIBERI!

martedì 8 gennaio 2013

Gli ultimi colpi di coda della SIAE

Ci siamo! Il nuovo statuto della SIAE (Società Italiana Autori ed Editori), del quale abbiamo avuto già modo di parlare in alcuni dei nostri post precedenti, è stato adottato dalla gestione commissariale ed il prossimo 1° Marzo ci saranno le elezioni del Consiglio di Sorveglianza.

Perché la SIAE, come ci racconta Guido Scorza su Il Fatto Quotidiano di oggi, a cavallo tra il 2010 e il 2011 era stata commissariata e il Governo ne aveva azzerati gli organi e aveva nominato commissario straordinario Gian Luigi Rondi. Pochi ricchi editori decidevano per tutti.

Così, la facciamo breve, i pochi facoltosi, chiaramente in buona compagnia e confortati dai vertici, si sono dati un nuovo Statuto nel quale, essenzialmente, si decreta il nuovo governo della società composto da due Organi, il Consiglio di Sorveglianza e il Consiglio di Gestione
Fatto anomalo nella storia degli enti pubblici e sul quale era stata espressa qualche perplessità. Ma giusto qualcuna perché poi il Governo ha deciso di andare avanti e questo è il risultato. La SIAE in mano a pochi e per davvero. 

Come ci dice Guido Scorza, gli associati SIAE sono circa 100mila ma solo una ventina riescono a fare il bello e il cattivo tempo. 
Ed è vero che possono votare tutti ma è anche vero che nessuno si scomoda per una votazione della quale già conosce l'esito. 
Ed è pure vero che ognuno ha diritto di voto ma è anche vero che non votano solo gli umani ma anche...il denaro. Vale a dire un voto per ogni euro che si possiede. 
Capito come funzionerà? Non è difficile arrivarci ma se proprio la vogliamo mettere nero su bianco...i più ricchi... come dire... voteranno di più. Insomma...UNO SCHIFO! Ecco. La parola giusta.

Chiaramente alcune associazioni della società civile (meno male che ce n'è ancora una), si sono opposte e, sulla illegittimità di tutta questa faccenda, stanno facendo ricorso al TAR al quale hanno chiesto di sospendere l'efficacia dello Statuto
Ma hanno chiesto anche  l'annullamento del decreto di Commissariamento della società che le Autorità vigilanti non avevano il potere di adottare e che secondo loro "...è stato ordito con la ferma volontà di estromettere la maggioranza della base associativa dalla gestione della Società a favore dei soli associati più ricchi."

Ora è tutto in mano ai giudici che speriamo approfondiscano le "eventuali" anomalie del caso.
Noi ricordiamo sempre anche che la SIAE è una società per metà pubblica e per metà privata alla quale è stata affidata la gestione di servizi che fruttano svariati milioni di euro senza che si sia proceduto ad indire nessun bando di gara pubblica.

Ora chiedeteci come facciamo a continuare a fidarci...tanto non sappiamo rispondervi.
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E non dimenticate
RIMANETE AGGIORNATI PER RIMANERE LIBERI!

mercoledì 26 dicembre 2012

Diritto d'autore liberalizzato

E finalmente!
Lo attendevamo da un pezzo e a dire il vero avevamo pensato un pò come per tutte le altre liberalizzazioni. Chissà se ci sarà e chissà COME sarà. Perché, essendo in Italia, il rischio serio era quello di assistere all'ennesima liberalizzazione casereccia, dove in teoria si dice liberalizzazione e in pratica si legge tutto come prima e chissenefrega.

Allora vi e ci chiederete perché ne parliamo in modo diverso e comunque "speranzoso". 
Diciamo subito che diverse entità del settore aspettavano con ansia e da molto tempo una innovazione simile e dunque erano preparati ad accoglierla seriamente e non così, tanto per fare un pò di (forse parecchi) soldi in più. 
Poi parliamo di artisti che nel tempo si sono informati adeguatamente e che sulla loro pelle hanno sperimentato le ingiustizie, i soprusi, le iniquità, i raggiri e i tentativi di aggiustarsi tutto tra pochi. 
Non che gli artisti siano tutti degli stinchi di santo ma si presume, almeno noi lo presumiamo, che abbiano una certa sensibilità e attenzione alla crescita della cultura in generale e ognuno in particolare per il suo settore.
C'erano anche state delle lettere aperte a varie istituzioni proprio da parte degli artisti per sensibilizzare le autorità affinché si mettesse fine al monopolio che per tanti anni ha caratterizzato proprio la cultura.

Dunque dal 21 dicembre 2012, per la gestione dei diritti d'autore, gli artisti sono liberi di farsi rappresentare dalla società che sceglieranno a questo scopo. 
Che sia stata questa la fine del mondo tanto paventata e, forse erroneamente, attribuita al calendario dei Maya?

Certo è una piccola rivoluzione che ci lascia ben sperare per la realizzazione di quella rivoluzione più diffusa che palesemente (e nemmeno tanto) cova sotto le ceneri  di decenni di vere angherie perpetrate ai danni dei singoli e dei fiduciosi senza che si potesse mettere mano collettivamente a cambiamenti pure auspicati da una sempre maggiore rappresentanza della società civile.

Per le informazioni tecniche e i dettagli di questo argomento, noi di Officine Editoriali vi rimandiamo al blog di Guido Scorza su Il Fatto Quotidiano che, come sempre, ne parla con dovizia di particolari da esperto qual'è.

Come al solito, vi invitiamo a seguire questo blog e ad affacciarvi sul sito www.officineditoriali.com per consultare il nostro catalogo. 
Cogliamo l'occasione per annunciarvi che è stato pubblicato il quinto ebook "Le faremo sapere...Quindici anni di provini in giro per l'Italia" di Francesco Gabbrielli. Un ebook interessante e a tratti esilarante se non fosse che anche gli attori o aspiranti tali, patiscono come e forse più degli altri per trovare un lavoro e perseguire il sogno della loro vita.
Lo trovate al momento su tutte le librerie on line. Presto sarà presente anche sul sito www.officineditoriali.com.

Per chiudere, il solito invito a RIMANERE AGGIORNATI PER RIMANERE LIBERI!!!!!

mercoledì 5 dicembre 2012

La libertà su Internet e il processo alle intenzioni

Questo è il trend. Cercare di fermare la rete con le giustificazioni più aleatorie e che più si prestano alle interpretazioni personali. Sulle quali, del resto, si basa tutta la legislazione italiana. Sempre, secondo me, in virtù di quella cultura, anzi non-cultura, tutta italiana che è quella di non prendersi mai responsabilità. Cosa che riesce molto bene se si lascia alla libera interpretazione qualsiasi tipo di decisione, personale o, ancor più, collettiva.

Così succede che leggiamo il blog di Guido Scorza di oggi su Il Fatto Quotidiano che ci informa dell'ordine della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania  che ha imposto a tutti i provider italiani di impedire ai loro utenti di collegarsi ai siti torrentreactor.net e torrents.net perché concorrono al reato di diffusione pubblica abusiva di film, musica, libri e quant'altro protetti da diritto d'autore.

Naturalmente per gli approfondimenti vi lascio al blog di Guido Scorza come sempre puntualissimo e molto più informato di me. 
Qui voglio solo ribadire ancora una volta che siamo in Italia, dove si cercano di attuare leggi contro la libertà mascherate da leggi per la protezione dei più deboli, dove si cerca di emulare gli Stati Uniti, primo solo per ciò che ci fa comodo, secondo senza averne le tradizioni e la cultura di equità e giustizia e democrazia e anche meritocrazia che li contraddistingue.

Non si può sempre intervenire a valle lasciando a monte ciò che è stato e non si può sempre intervenire senza prevederne le conseguenze. 
La leggerezza con cui spesso si affrontano certi problemi o, meglio, certe argomentazioni in Italia, soprattutto riguardanti le nuove tecnologie e tutto ciò che queste implicano nella vita personale e collettiva del popolo, è a dir poco sorprendente. 
Sembra che molti di coloro che legiferano o che sono a questo preposti, non siano proprio quelli che in prima persona utilizzano strumenti all'avanguardia a loro disposizione. E pensare che siamo nel 2012, nel terzo millennio.
Oltretutto parliamo di argomenti che toccano invece situazioni che dovrebbero essere ben governate e anche con una certa dose di intelligenza e buon senso.

Noi di Officine Editoriali siamo molto attenti a questi temi, soprattutto in un periodo così delicato per la vita del nostro Paese e per il mondo intero.

Rimaniamo aggiornati per rimanere liberi.
Continuate a seguire questo blog e valutate le nostre opere letterarie sul sito www.officineditoriali.com.

giovedì 22 novembre 2012

E la liberalizzazione del diritto d'autore?

Se ne è parlato. Diversi mesi fa. 
Poi l'Unione Europea ha invitato gli Stati membri a liberalizzare il mercato per creare altri soggetti smettendo di continuare ad incentivare il monopolio del settore. 
Poi sono state fatte le nomine per le agenzie di garanzia (telecomunicazione e dati personali) e, con tante critiche, sono stati pure nominati i garanti. 
Poi si è abbozzato qualcosa in Parlamento. Si è suggerito qualcosa.... 
Stiamo parlando di quanto accade in Italia, naturalmente, e dei tempi che occorrono per l'espletamento delle funzioni legislative e non solo. Dunque ora c'è un Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri che dovrebbe regolare il mercato dei diritti d'autore e dei diritti ad essi connessi in termini di libera concorrenza. 
Peccato solo che, come ci spiega bene Guido Scorza nel sul  blog su Il Fatto Quotidiano, di concorrenza non se ne vede parecchia dato che continua ad essere privilegiato il vecchio monopolio con le richieste di garanzia e quant'altro ai nuovi soggetti del mercato.
Noi siamo sempre dello stesso parere sulle liberalizzazioni. Non pensiamo che l'Italia sia un Paese maturo per affrontare le liberalizzazioni né, tantomeno, metterle in atto in una maniera propedeutica alla loro felice riuscita.
Noi pensiamo anzi che in Italia quel poco che è stato "liberalizzato" (all'italiana, naturalmente) debba essere rinazionalizzato, reso di nuovo pubblico perché gli utenti ne possano trarre beneficio. 
L'unico settore che sembra essere stato ben liberalizzato è quello della telefonia e infatti ce ne possiamo rendere conto. Proviamo invece a riflettere sulle bollette relative all'energia elettrica, soprattutto sulle cifre che contengono.

Rimaniamo aggiornati per rimanere liberi!
Continuate a seguire Officine Editoriali. Visionate i video e visitate la pagina del catalogo.

lunedì 19 novembre 2012

Ci siete ancora?

Ma naturalmente sì!
E abbiamo tutte le intenzioni di riprendere a curare questo blog e a popolarlo di tanti articoli interessanti, come abbiamo fatto fino ad Agosto scorso.

Come mai ci siamo fermati a un certo punto?
Intanto diciamo che non ci siamo fermati. A un certo punto, attorno alla metà di Agosto, è nato il nostro sito www.officineditoriali.com e per questioni tecniche, e solo per quelle, abbiamo temporaneamente sospeso l'attività sul blog.
Ovviamente, da allora abbiamo dovuto dedicarci di più al sito che non al blog. Abbiamo dovuto pubblicare gli ebook con annessi e connessi (conversione in formato ePub, attribuzione marca temporale e codice ISBN, attività con i primi acquirenti). Il sito stesso poi ha richiesto qualche mese per essere messo a regime. Tanto che ci stiamo ancora lavorando e perfezionandolo ogni giorno che passa.
Poi abbiamo partecipato alla IV edizione del Salone dell'Editoria Sociale di Roma e anche questo ha richiesto non poco impegno da parte nostra. L'evento si è svolto nel miglior modo possibile e sul nostro sito è possibile visionare il video di chiusura della manifestazione con l'intervento di Paolo Masini, consigliere di Roma Capitale che ha presentato Officine Editoriali, dell'Avv.Guido Scorza, blogger affermato de Il Fatto Quotidiano e esperto del diritto d'autore, che ha parlato della situazione digitale in Italia (compresi i ritardi inammissibili), di Marco Sambruna, autore e collaboratore di Officine Editoriali che ha presentato le opere di Officine Editoriali e Massimo Pulejo, scrittore emergente di Officine Editoriali che ha presentato il suo ebook "Numero tre".

Ma il blog ci è mancato tanto. Ci è mancato vederlo crescere costantemente. Ci è mancato fare il tifo per lui. Ci è mancato il confronto con tutti coloro che hanno commentato.
Perciò è ora di riprendere. E di riprendere con una certa costanza e continuità e, soprattutto, con gli argomenti attuali che più ci stanno a cuore e che più ci riguardano visto che ci occupiamo e che tentiamo di lavorare e di farci strada in un mercato sicuramente in crescita ma proprio per questo estremamente rischioso e scivoloso.

Noi continuiamo a chiedervi di seguirci e di rimanere aggiornati per rimanere liberi. 
Fatelo anche seguendo il nostro sito www.officineditoriali.com e sostenendoci in tutti i modi.
Abbiamo ancora tanto bisogno di tutti.

venerdì 19 ottobre 2012

Siamo al Salone dell'Editoria Sociale di Roma.

Ce l'abbiamo fatta. Da ieri, giorno d'apertura, siamo presenti al Salone dell'Editoria Sociale di Roma, in Via Galvani 108, zona Testaccio, nei locali di Porta Futuro.
Lo scorso 10 ottobre è apparso un articolo che ci riguardava su Il Fatto Quotidiano e il 17 ne è apparso un altro su Repubblica sera/mobile.
Domenica prossima, 21 Ottobre 2012, dalle ore 10:30 alle 12:00, ci sarà un evento di Officine Editoriali all'interno del Salone.

  • Paolo Masini presenterà il progetto di Officine Editoriali. 
  • Marco Sambruna e Massimo Pulejo presenteranno le opere pubblicate finora.
  • L'avvocato Guido Scorza terrà un dibattito molto interessante sul diritto d'autore nell'era digitale, dell'informazione e dell'informatizzazione.
Siamo orgogliosi naturalmente di essere arrivati fino a questo punto anche se siamo ben consapevoli che il lavoro è solo iniziato e tanto c'è ancora da fare perché questo magnifico progetto diventi una realtà costante nel tempo e ben radicata.
Noi ce la mettiamo tutta. Sul sito sono in vendita le prime pubblicazioni di Officine Editoriali. Voi potete aiutarci visitando il sito e scegliendo i vostri ebook.
Rimanete aggiornati!


sabato 11 agosto 2012

Bilancio SIAE...ma non stava morendo?

E infatti sta ancora morendo. Su questo dettagliatissimo articolo di Guido Scorza apparso oggi sul Il Fatto Quotidiano non ci sono dubbi su quanto sta accadendo.
Era già noto il commissariamento della SIAE e da qualche giorno, ad opera del Commissario Straordinario Gianluigi Rondi (ultranovantenne per la cronaca) è stato pubblicato il centotrentesimo bilancio della società. Un bilancio in positivo rispetto a quello dell'anno 2010.

Leggendo però per bene tutto l'articolo si capisce che nel bilancio sono state fatte rientrare tutte le operazioni di dismissioni, vendita, alienazione...usiamo pure le parole che più riteniamo opportune.....del patrimonio immobiliare dell'Ente in questione. 

Ma non basta. Nello stesso bilancio figurano voci di operazioni assolutamente non in linea con la natura dell'Ente che, come abbiamo detto più volte, è per metà pubblico e per metà privato e offre servizi ben remunerati (parliamo di svariati milioni di euro) a titolo privato o pubblico a seconda della richiesta e della necessità.

Ma non basta ancora perché parte della positività del bilancio deriva dal balzello che la SIAE ottiene su ogni copia venduta delle opere che pretende di tutelare.
E non dimentichiamoci invece che la SIAE non tutela proprio niente. Semmai capitasse di incorrere in contenziosi, con la SIAE si dimostra solo che in una data certa l'opera è stata registrata presso i loro uffici. Cosa che ormai fanno altre società e che si può anche fare da soli. Esiste perfino un Ufficio preposto presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Dunque consigliamo senz'altro di leggere l'articolo di Guido Scorza e, anzi, di leggerlo attentamente. 
La SIAE è una delle tante anomalie italiane che tentano di presentarci per normali. E per molti, moltissimi anni ci sono riusciti. 
Speriamo che la crisi ci aiuti a comprendere almeno di quante vessazioni siamo stati e siamo ancora vittime. E stavolta sì a nostra insaputa.

Officine Editoriali è particolarmente interessata alla vicenda SIAE e vi terrà informati in proposito.
Continuate a seguire Officine Editoriali su questo blog e rimanete aggiornati. E' fondamentale per la nostra libertà.

sabato 28 luglio 2012

Perché in Italia non è possibile liberalizzare

E tanto meno privatizzare. Se ci addentriamo poco poco nel tema dei diritti d'autore e osserviamo cosa sta facendo la SIAE e come si muove il nostro Governo, comprendiamo un pochino meglio.
Ma è irrimediabilmente lo stesso in qualsiasi altro settore della nostra vita sociale.

Per ciò che riguarda la SIAE vi rimando al blog di Guido Scorza su Il Fatto Quotidiano che, ovviamente, lo spiega molto bene e segue le vicende dei diritti d'autore da molto più tempo e sicuramente meglio di noi.

Per tutto il resto vogliamo qui ribadire, anche prendendo ad esempio ciò che succede per i diritti di autore, che finché il profitto personale avrà il sopravvento e guiderà ogni azione di chi dovrebbe tutelarci, incluso il Governo, le cose non potranno cambiare per ovvie ragioni.
E poiché ciò che governa l'Italia, più di ogni altro paese, almeno in Europa, è la logica del profitto personale, del proprio tornaconto, dell' "hanno rubato tutti ora tocca a me", le cose qui sembrano davvero lontane, lontanissime da venire.

Noi continuiamo a non disperare, naturalmente, ma quando sentiamo queste cose è un pò dura dare credito alle nostre più rosee speranze.
Privatizzare e liberalizzare in Italia significa mettere il mercato in mano ai privati, appunto, e i privati non sono maturi per perseguire "politiche" comunitarie, nel vero senso della parola. Se molti di questi privati non pagano le tasse, in Italia, come si può pretendere che lavorino per il bene, anzi per il benessere, del proprio Paese
Capite facilmente che non è possibile. 

Crediamo invece che la cosa migliore è mantenere le istituzioni, soprattutto le più nevralgiche per la nostra vita quotidiana, il più possibile a livello di gestione pubblica. 
E pensiamo anche che non sia vero che le cose in mano ai privati funzionino meglio perché investono di più. 
Anzi...se possibile è proprio il contrario...sempre per ciò che dicevamo del profitto personale ecc..

Officine Editoriali continuerà ad intervenire ancora e ancora su questi temi.
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lunedì 23 luglio 2012

Vale la pena riparlare dei finanziamenti pubblici

E anche stavolta ci facciamo aiutare dal post di Guido Scorza su Il Fatto Quotidiano di oggi dove menziona il sito di Opencoesione che ci è sembrato veramente, veramente interessante.

Tante volte noi di Officine Editoriali abbiamo toccato questo tema dei finanziamenti pubblici proprio perché siamo stati vittime del rifiuto e ci siamo dovuti rivolgere alla raccolta fondi dal basso, al crowdfunding, cosiddetto.
E lo abbiamo fatto anche volentieri perché abbiamo sempre sostenuto che il nostro sarebbe stato un finanziamento consapevole. 
Sempre soldi pubblici, ovviamente (i tuoi) ma erogati a ragion veduta. Vuoi perché il progetto ti piaceva, vuoi perché una tua amica tentava di uscire dalla spirale e ti andava di aiutarla, hai pensato che lo meritasse.

Ora Officine Editoriali prende il volo....ma possiamo ben dire con gran fatica. Ma proprio una fatica immensa.
E poi scopri che, su indicazione altrui, esiste un sito voluto dal Ministro per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca per maggiore trasparenza sui soldi pubblici che vengono erogati alle imprese e non solo. 
Anzi, lo definiscono "il primo portale sull'attuazione degli investimenti programmati nel ciclo 2007-2013 da Regioni e amministrazioni centrali dello Stato con le risorse per la coesione. I dati sono pubblicati perché i cittadini possano valutare se i progetti corrispondono ai loro bisogni e se le risorse vengono impegnate in modo efficace." 
Wow!!!! Accidenti!!! Peccato che sembri già tutto molto complicato, a partire da questa presentazione, dal ministro (Ministro per la coesione territoriale...ma non dovevamo semplificare?) e anche, soprattutto, perché quando vai a fare un giro sul portale ti accorgi che non è tutto così chiaro e trasparente. 
Risultano degli assegnatari classificati come "individuo" e non si capisce bene a cosa o a chi siano ricollegabili...questi individui.

Sarebbe da ridere se non fosse così drammaticamente reale...perché quando leggi queste cose sei anche tentato di pensare  che qualcuno stia facendo uno scherzo tanto è surreale e incredibile la faccenda. 
Ma invece è tutto vero. Soprattutto perché a Officine Editoriali sono stati rifiutati 5.000 euro (cinquemila euro...scriviamolo anche in lettere per essere più chiari) proprio dalla Regione. Fantastico! Veramente fantastico!

Officine Editoriali continuerà ad informarsi su queste argomentazioni.
Voi continuate a seguire Officine Editoriali su questo blog e rimanete aggiornati.

mercoledì 18 luglio 2012

SIAE...ce lo chiede l'Europa

L'Unione Europea ci chiede maggiore trasparenza ed equilibrio nella governance degli enti di gestione dei diritti d'autore attraverso una direttiva del Parlamento Europeo.

Ora, a parte tutto quello che ci chiede l'Europa e che il nostro Governo ritiene applicabile o no sorvolando bellamente  regolamenti, direttive, decisioni e perfino raccomandazioni e pareri a seconda della direzione che questi atti "potrebbero" e non che "dovrebbero" prendere, ciò che appare ancora e purtroppo chiaro è che non si riesce mai a demolire per ricostruire, per rinnovare, per ripulire. Perché indubbiamente la SIAE è un organo che andrebbe  demolito e se ciò ancora non accade è scandalosamente con la complicità del nostro Governo.

Guido Scorza lo spiega molto bene, come al solito. 
Ed è per questo che non vogliamo aggiungere altro a questo ennesimo capitolo che riguarda la SIAE mentre perfino gli autori finalmente si sono convinti che probabilmente c'è qualcosa che non quadra.

Officine Editoriali si limita a riportare le notizie e a tenervi informati.
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domenica 8 luglio 2012

Minacce sempre più reali alla libertà sul web.

Esce dalla porta e rientra dalla finestra. 
Te ne liberi in un modo e riappare sotto altre spoglie. 
E' un momento in cui bisogna stare veramente attenti e il peccato per niente veniale è che la maggior parte dei  nostri parlamentari non comprende la portata delle leggi che sta per emanare e si finisce sempre per firmare perché quello è l'amico di quell'altro ecc. 
E ormai si legifera solo con decreti legge rinunciando, da parte del Parlamento, ad un sano dibattito sui comportamenti e le intenzioni del Governo.

Capita così, e ancor una volta, di voler attentare alla libertà sul web e di voler favorire il più grande editore italiano. Non vogliamo fare nomi. Per questo vi rimandiamo al più che meritevole articolo di Guido Scorza e qui lo riassumiamo dicendo soltanto che l'intenzione è quella di ricomprendere in un nuovo paniere i milioni di euro di fatturato dell'industria dell'intermediazione dei contenuti (parliamo dei motori di ricerca) facendo apparire così minore il fatturato dei grandi editori italiani che in questo modo possono appropriarsi di quote di mercato maggiori.

In tutto ciò, nella fretta di andare in vacanza, il Parlamento non ha opposto resistenza e noi ci chiediamo cosa succederà quando un bel giorno non avremo più tutto quello che abbiamo oggi e la nostra libertà ci verrà limitata o addirittura ci verrà fatta pagare. 
Non sarebbe fantasia, seppur macabra.

Officine Editoriali continuerà a seguire questi argomenti perché noi siamo convinti di non essere abbastanza tutelati da coloro che, volenti o nolenti, abbiamo messo lì proprio per fare questo.
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lunedì 18 giugno 2012

Fine della SIAE. Via al mercato del digitale.

Leggendo il blog di Guido Scorza sulle pagine de Il Fatto Quotidiano si ha un quadro chiaro della situazione, come già la conoscevamo del resto, in merito alla SIAE o, meglio, ai suoi dirigenti, intenti a difendere strenuamente qualcosa che non è più difendibile insieme ai quattro potenti azionisti ingordi che, però, continuano a fare il bello e il cattivo tempo. E il Governo sta a guardare.

E' vero che sta per essere istituita una commissione d'inchiesta ma è anche vero che in SIAE stanno succedendo davvero cose fuori dalla normale vita lavorativa e gestionale. Oltre agli atteggiamenti incivili in cui si scade, si parla di dirigenza che tenterebbe di gestire l'ente, metà pubblico e metà privato, come abbiamo avuto modo di sottolineare in altri post precedenti, come fosse una azienda privata, disponendo del suo patrimonio.
E a proposito di patrimonio, e visto che la crisi della SIAE dura da decenni (in questo momento è commissariata), due prestigiosi immobili sono stati dismessi per ridare ossigeno alle casse dell'ente.

Ora si parla addirittura dell'ultimo bilancio prima del commissariamento come di un bilancio truccato, secondo uno dei sub commissari. E dire che i dati del bilancio vengono forniti da un ufficio di dieci persone, il bilancio viene rivisto da una delle più grandi società di revisione al mondo, la Ernst & Young e poi ci sono tutti i controlli governativi che deve superare. E allora? Nessuno si è accorto di niente?
A fine Marzo il Governo ha addirittura prorogato il mandato dei commissari......

OK! La solita brutta storia italiana che andrà a finire sempre nel solito brutto modo italiano?
Speriamo di no ma una cosa è certa. La SIAE sta implodendo, sta crollando e nessuno vuole rimanere sotto le macerie. Nessuno si fa per dire.....sono sempre i soliti noti che non vogliono rimanere sotto le macerie e tentano di lasciarci i mille dipendenti in balia adesso anche loro di un futuro incerto.
Ma il discorso è che ora, alla luce di questi fatti e con gli sviluppi dei prossimi giorni, sarà divertente capire e vedere, soprattutto cosa faranno i grandi editori che finora si sono attaccati alla SIAE rivendicandone l'esistenza e, soprattutto, la necessità in primis contro i pirati e la pirateria.
Forse scenderanno i prezzi degli ebook? 
Forse cominceranno improvvisamente a capire quali sono le tendenze tra i lettori? 
Forse si raggrupperanno per essere ancora più forti nei confronti di un mercato che al momento (sembra un paradosso) li intimorisce? 
Certo in Italia non c'è Amazon e nessuno vuole responsabilità perché in questo paese non esiste la cultura del prendersi le proprie responsabilità, salvo quando le cose vanno o sono andate bene. Allora i soliti noti si prendono più che volentieri il merito.

Ad ogni modo, Officine Editoriali ora intravede un giusto modo di procedere nel mercato digitale. Ora anche noi ci sentiamo di dire che il mercato digitale Italiano ha ottime probabilità di crescere, benché lo stia già facendo nonostante cerchino di rallentarlo.
Continuate a seguire Officine Editoriali su questo blog e rimanete aggiornati.

lunedì 11 giugno 2012

Agcom: le vecchie sedi e il nuovo Presidente

Angelo Marcello Cardani
Bocconiano anch'egli, uomo di fiducia del Presidente del Consiglio e suo braccio destro a Bruxelles.
Ecco il nuovo Presidente dell'Agcom.

Dunque, anche qui, nulla di nuovo. 
Una nomina che era già nell'aria e che non ha avuto bisogno, neanche questa, di esibizioni di curricula. 
Angelo Marcello Cardani, per la verità, ha un Curriculum di tutto rispetto ma non si ravvedono congruenze con la carica che sta per ricoprire. 
Ma questo potrebbe non scandalizzarci se dermatologi e quant'altro siedono o si sono seduti sulle poltrone della istituzione.
Quello che più fa rabbia è la totale mancanza di attenzione verso la società civile che negli ultimi tempi (da un bel pò di tempo, per dire il vero) si sta perseguendo e mettendo in atto.
Esiste un potere che ci ignora e questo è un dato di fatto. 
E' di oggi, per esempio, la rissa nel Consiglio Comunale di Roma per la vendita del 21% dell'Acea disattendendo così le nostre volontà espresse con il referendum del 12 e 13 Giugno del 2011.

Nell'ambito delle nomine Agcom si sono bellamente e completamente ignorate le richieste fatte dalla società civile tramite Open Media Coalition, nonostante fosse state messe nero su bianco dal Presidente del Consiglio che le procedure di valutazione dei curricula non erano ancora iniziate.. 
Eppure, noi continuiamo a pagare cose e persone gestite male, malissimo. 
Anche nel contesto delle nomine per le Autorità.
Si scopre così, grazie a Guido Scorza, che l'Agcom ha due sedi, una a Napoli (che nasce come la sede principale) e una  a Roma, (originariamente per i dirigenti). 
La sede di Napoli occupava più di trecento persone mentre quella di Roma era destinata, appunto, ai dirigenti ai quali forse avrebbe fatto piacere lavorare più vicini alla politica o, meglio, ai palazzi della politica. 
Di fatto col tempo, gli occupanti della sede di Roma sono diventati più di duecento e quelli di Napoli sono arrivati a cento circa.
Il guaio è che le due sedi, di Roma e di Napoli, occupano rispettivamente 12.000 e 15.000 metri quadrati di uffici e costandoci circa sette milioni di euro all'anno. 
Scrivo tutto in lettere perché i numeri fanno sempre una certa impressione. 
Vi prego comunque di leggere attentamente l'articolo di Scorza che contiene risvolti anche più interessanti e sconvolgenti.

Dunque, poca trasparenza nelle nomine o, comunque, sempre i soliti metodi nelle nomine, alla faccia della meritocrazia, parola con cui questo governo si riempie spesso e volentieri la bocca ma tutto finisce lì.

Ahinoi! Dovremmo dire. Ma non lo facciamo perché siamo convinti che siamo sulla buona strada per un cambiamento radicale.

Continuate a seguire Officine Editoriali che vi terrà aggiornati sulla vicenda Agcom ed altro.
Rimanete aggiornati!

mercoledì 6 giugno 2012

E voilà gli altri nomi (per chi ancora non lo sapesse)

Per fare in fretta, vi rimando all'articolo di Guido Scorza, su Il Fatto Quotidiano, profondo conoscitore della materia nonché una persona che ha seguito con passione tutta la faccenda. Lui fa gli altri nomi. Ma non c'è nessuna sorpresa.

Per fare in fretta vi anticipo solo che i nomi sono stati calati tutti sul tavolo da PD, PDL, UDC, Lega, come fossero assi da giocare in una partita che si è rivelata squallida fin dall'inizio.
Ma sono sicura che sono cose ormai risaputissime.

E' meno risaputo, invece, che associazioni della società civile si stanno muovendo per fare ricorso al giudice amministrativo ed invalidare la votazione per poterla ripetere alla luce della meritocrazia, parola che questo governo usa e abusa. 
E' anche poco saputo che si pensa di ricorrere al Presidente della Repubblica con la specifica richiesta di non firmare una tale atto di ennesima mala politica.

Personalmente non credo che il Presidente non firmerà (nel senso che firmerà). 
Anche lui è un essere umano e ha i suoi bei difetti e mancanze. Ma staremo a vedere.

Confermo invece quanto vado sostenendo da un pò di tempo a questa parte su questo blog. 
Siamo sulla via del cambiamento radicale. 
Dite che non si vede? Tranquilli. Questi sono gli ultimi colpi di coda del gigante dai piedi d'argilla.
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giovedì 31 maggio 2012

Nomine autorità di garanzie in notevole ritardo

L'Autorità di Garanzia per le comunicazioni (Agcom) e l'Autorità Garante per la privacy, praticamente si ritrovano in un limbo in cui continuano svolgere solo le attività di ordinaria amministrazione.
E' quasi un mese che si aspettano le nomine dei membri e dei Presidenti delle due Autorità ma non si riesce a capire come mai il Governo ed il Parlamento accusino un così forte ritardo anche rischiando sanzioni da parte dell'Unione Europea che "impone il costante funzionamento a pieno regime delle due Autority".
Forse è perché la faccenda delle lottizzazioni e delle lobby e della spartizione del potere diventa sempre più ingovernabile e questo Governo ci sembra, francamente, piuttosto affannato nel prendere le decisioni, soprattutto quelle più delicate per il nostro Paese.
Inoltre, la società civile, attraverso Open Media Coalition (che raccoglie diverse associazioni e rappresenta un numero considerevole di cittadini) ha chiesto al Presidente del Consiglio di poter visionare i vari curriculum vitae presentati dai candidati per la carica di Presidente dell'Agcom
Ma il Presidente del Consiglio ha fatto sapere di non avere nemmeno iniziato a considerare il procedimento per le nomine (Guido Scorza su Il Fatto Quotidiano).
Certo, quella di nominare personaggi vicini a questo o a quello, tutta gente che in Italia più o meno rappresenta la politica e il potere, è una pratica che deve trovare uno stop. E' una pratica da disincentivare e da dimenticare. 
Solo che non vediamo chi possa veramente farlo.

Officine Editoriali continuerà a parlare di questo argomento attraverso le varie notizie che circolano sul web in proposito.
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domenica 27 maggio 2012

Continuano gli attacchi alla libertà della Rete. Dentro e fuori l'Italia.

E' globale anche l'azione contro la libertà in rete. Continuiamo a trovarne traccia sia in Italia che oltre i confini nazionali.

Evidentemente le cose si muovono in parallelo. 
Ma il nostro dovere è di rimanerne informati perché davvero, con la pretesa di regolamentazione, si sta mettendo in atto un vero e proprio annichilimento della democrazia. 
Non si può fare a meno di vederla così. E purtroppo, sempre per interessi di pochi e personali.
Accade così che in Italia il nostro rampante On. Fava, della Lega Nord (diamo qualche connotazione perché è importante e giusto anche questo) torna alla carica con un altro ddl che pretende di disciplinare (facciamo caso a questa parola) la materia della responsabilità on line. 
Dunque richiederebbe di nuovo un "filtraggio" da parte dei provider dei contenuti segnalati da chiunque. 
Per saperne di più potete leggere Guido Scorza su Il Fatto Quotidiano ma è certo che pare che non sia solo una faccenda italiana. 
Anche se pare proprio che l'italia si dia molto da fare in questo senso. 

E allora accade così che dall'altra parte del mondo Google, il motore di ricerca più famoso e più utilizzato al mondo, cancella 250.000 link a settimana per andare incontro (compiacere?) alle proteste dei titolari vari di diritti d'autore ecc..
Anche il Commissario Europeo Almunia, come ci spiega Fulvio Sarzana, sempre su Il Fatto Quotidiano,  ha avvertito Google su comportamenti anticoncorrenziali.

La gran confusione, ci sembra di qua e di là degli oceani, risiede nel fatto di considerare o meno i provider o Google o intermediari vari, dei veri e propri editori o no. 
O, se si preferisce, dei veri e propri giustizieri della notte costretti a rimuovere contenuti a seguito di una semplice richiesta e per la paura di diventare i veri responsabili di ogni contenuto che circola in rete.

Google sembra negoziare anche perché il suo vero business ormai non è quello di gestire il motore di ricerca quanto quello del mercato pubblicitario.
E allora torniamo al solito discorso dell'interesse di pochi a danno di tutti gli altri.
Il nostro dovere è quello di rimanere almeno informati su questi argomenti. Parliamo del nostro futuro e della nostra libertà.
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lunedì 14 maggio 2012

L'Editoria e le leggi vecchie e nuove

E l'Editoria digitale? 
Dunque Editoria o Editoria digitale sembra che poco cambi.
Con un decreto legge lo scorso 11 Maggio il Consiglio dei Ministri ha stabilito le nuove norme sui contributi all'Editoria e ha approvato lo schema per un disegno di legge che riordini il settore.

I lavori cominceranno fra poco ma non si sa quando termineranno, come tutte le cose che iniziano in Italia. Sappiamo quando iniziano ma non ci è dato sapere quando finiranno. 
Neanche una piccola, piccolissima dead line alla quale, peraltro, anche quelle poche volte che viene presa in considerazione con tutte le buone intenzioni, non viene mai dato il giusto valore e il giusto significato, cioè quello di un impegno serio e, men che meno viene rispettata. 
Rimane solo una parola e sistematicamente si va incontro a ritardi che spesso sono anche annosi.

Ma per tornare al decreto legge, non possiamo fare altro che constatare, per l'ennesima volta che non c'è veramente una reale intenzione di cambiare le cose nel nostro paese, come ci spiega l'esperto, l'avvocato Guido Scorza
Vuoi perché c'è poco tempo (come nel caso di questo attuale governo), vuoi perché le lobby, le caste, le categorie o chiamiamole come vogliamo sono veramente una forza, un potere. 
E così, anche in questo settore sottostiamo al monopolio di un pugno di editori, sempre gli stessi, che dettano legge, loro più che il governo o il legislatore.

E così va da sé che anche per il digitale, la torta cercano di spartirsela sempre i soliti noti. E ci riescono anche, sempre per quanto detto prima. 

Certo esiste un disegno di legge varato dal governo e che arriverà in Parlamento per le prossime settimane ma, sempre per quanto detto prima sui tempi biblici dei nostri governanti, ci sarà sicuramente da attendere per le nuove realtà native digitali mentre gli altri, loro, i vecchi, o come vogliamo, si spartiscono già i contributi.
Poi ci chiediamo come mai l'Italia non cresce?

Officine Editoriali registra tutte queste anomalie e si augura che presto tutto cambi. 
Noi rimaniamo ottimisti. 
E se voi volete continuare a rimanere aggiornati, seguite Officine Editoriali su questo blog.

venerdì 27 aprile 2012

Agcom e il pastrocchio delle nomine

Come al solito non c'è da stare tranquilli e ogni volta che si mette mano a rivisitazioni, riforme, ottimizzazione dei costi, bisogna andare a guardare se non hanno o non stanno combinando qualcosa che semplicemente metta in pericolo (e già basterebbe) la nostra libertà, la nostra fiducia, la nostra ingenuità o se stanno mettendo in atto ancora uno delle loro azioni non proprio eque.

Ormai è un bel pezzo che l'Agcom tiene banco tra gli articoli dei giornali più sensibili (pochi per la verità) anche se le notizie effettivamente non vengono mai riportate all'attenzione del grande pubblico in nessun telegiornale, nemmeno per dire soltanto ciò che è stato deciso e messo in agenda.

Sul Fatto Quotidiano oggi c'è il blog a firma di Guido Scorza che spiega bene cosa sta succedendo con le nomine dei garanti dell'Agcom e cosa succederà se accadesse (come invece abbiamo timore che accadrà) che queste decisioni venissero approvate. 
Vi rimandiamo a questo blog per entrare nei dettagli, anche nel metodo di aggiudicazione delle nomine.
Tra le tante cose che l'Agcom è chiamato a gestire c'è anche il diritto d'autore digitale e quindi ci riguarda personalmente ma non è tanto questo, o comunque non solo questo ad attrarre il nostro interesse, quanto il fatto che tra le altre cose, l'Agcom si occupa di banda larga, di comunicazione, di frequenze TV, dunque un  autorità molto importante per il Paese, soprattutto nell'era attuale, l'era virtuale che tanto virtuale non è.

Officine Editoriali segue con molto interesse questo argomento. Noi abbiamo già preso posizione sui diritti d'autore e per le nostre opere adotteremo licenze Creative Commons, come abbiamo avuto modo di comunicare nei post precedenti.
Ma sarà comunque almeno divertente capire dove si andrà a finire e come reagiranno i potenti del settore.
Aiuto! Aiuto! Secondo noi si stanno già preparando al peggio.
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lunedì 9 aprile 2012

Il lavoro e Officine Editoriali

Ci occupiamo di lavoro perché il disagio viene anche dalla mancanza di lavoro. 
E siccome stanno succedendo tante cose e tante ne succederanno, secondo noi, ci permettiamo di segnalare questo articolo apparso oggi sul Fatto Quotidiano a firma di Guido Scorza, molto attento ai temi della libertà di informazione soprattutto l'informazione proveniente da Internet.
Ed è proprio di oggi la notizia che dal Ministero del Lavoro sia partito l'ordine di chiudere il sito dplmodena.it, un sito privato il cui titolare è Eufranio Massi, dirigente del Ministero del Lavoro e studioso di diritto e delle politiche del lavoro. 
Un sito privato dunque che permetteva di avere dettagli sulle tematiche e problematiche del lavoro soprattutto in un momento come questo in cui  tutto è ingarbugliato e il mondo del lavoro ancor di più. 
Specialmente quando i lavoratori capiscono che devono rimanere informati e che sarebbe possibilissimo qualche piccolo trucco e sotterfugio per far passare cose non proprio ortodosse per i loro interessi, viene obbligato a chiudere un sito preciso e dettagliato nei suoi contenuti.

La rete si ribella, naturalmente, ma non capiamo il Ministro Fornero dove voglia andare  a parare.
Sull'articolo citato sopra potete leggere naturalmente di più. 
Quello che vogliamo ricordare è che Officine Editoriali si interessa all'argomento poiché il disagio comincia proprio da qui. Dalla mancanza di lavoro che conduce a un nuovo disagio, anche se non nell'immediato. 
La mancanza di lavoro rischia di creare nuove e tante persone disagiate. E rischia di far perdere loro la dignità e il rispetto di sé stessi.

Noi saremo sempre attenti a questo tema, sia per ciò che riguarda i giovani sia per ciò che riguarda i meno giovani e coloro che si ritrovano senza lavoro in età matura.
Perciò stiamo ad osservare. Purtroppo ci viene da dire che assistiamo impotenti alle azioni di persone che legiferano senza comprendere veramente le conseguenze a cui sottopongono i lavoratori  le loro famiglie. 
Mentre noi le abbiamo ben chiare. Come crediamo molti di voi.
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