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sabato 11 agosto 2012

Bilancio SIAE...ma non stava morendo?

E infatti sta ancora morendo. Su questo dettagliatissimo articolo di Guido Scorza apparso oggi sul Il Fatto Quotidiano non ci sono dubbi su quanto sta accadendo.
Era già noto il commissariamento della SIAE e da qualche giorno, ad opera del Commissario Straordinario Gianluigi Rondi (ultranovantenne per la cronaca) è stato pubblicato il centotrentesimo bilancio della società. Un bilancio in positivo rispetto a quello dell'anno 2010.

Leggendo però per bene tutto l'articolo si capisce che nel bilancio sono state fatte rientrare tutte le operazioni di dismissioni, vendita, alienazione...usiamo pure le parole che più riteniamo opportune.....del patrimonio immobiliare dell'Ente in questione. 

Ma non basta. Nello stesso bilancio figurano voci di operazioni assolutamente non in linea con la natura dell'Ente che, come abbiamo detto più volte, è per metà pubblico e per metà privato e offre servizi ben remunerati (parliamo di svariati milioni di euro) a titolo privato o pubblico a seconda della richiesta e della necessità.

Ma non basta ancora perché parte della positività del bilancio deriva dal balzello che la SIAE ottiene su ogni copia venduta delle opere che pretende di tutelare.
E non dimentichiamoci invece che la SIAE non tutela proprio niente. Semmai capitasse di incorrere in contenziosi, con la SIAE si dimostra solo che in una data certa l'opera è stata registrata presso i loro uffici. Cosa che ormai fanno altre società e che si può anche fare da soli. Esiste perfino un Ufficio preposto presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Dunque consigliamo senz'altro di leggere l'articolo di Guido Scorza e, anzi, di leggerlo attentamente. 
La SIAE è una delle tante anomalie italiane che tentano di presentarci per normali. E per molti, moltissimi anni ci sono riusciti. 
Speriamo che la crisi ci aiuti a comprendere almeno di quante vessazioni siamo stati e siamo ancora vittime. E stavolta sì a nostra insaputa.

Officine Editoriali è particolarmente interessata alla vicenda SIAE e vi terrà informati in proposito.
Continuate a seguire Officine Editoriali su questo blog e rimanete aggiornati. E' fondamentale per la nostra libertà.

lunedì 14 maggio 2012

L'Editoria e le leggi vecchie e nuove

E l'Editoria digitale? 
Dunque Editoria o Editoria digitale sembra che poco cambi.
Con un decreto legge lo scorso 11 Maggio il Consiglio dei Ministri ha stabilito le nuove norme sui contributi all'Editoria e ha approvato lo schema per un disegno di legge che riordini il settore.

I lavori cominceranno fra poco ma non si sa quando termineranno, come tutte le cose che iniziano in Italia. Sappiamo quando iniziano ma non ci è dato sapere quando finiranno. 
Neanche una piccola, piccolissima dead line alla quale, peraltro, anche quelle poche volte che viene presa in considerazione con tutte le buone intenzioni, non viene mai dato il giusto valore e il giusto significato, cioè quello di un impegno serio e, men che meno viene rispettata. 
Rimane solo una parola e sistematicamente si va incontro a ritardi che spesso sono anche annosi.

Ma per tornare al decreto legge, non possiamo fare altro che constatare, per l'ennesima volta che non c'è veramente una reale intenzione di cambiare le cose nel nostro paese, come ci spiega l'esperto, l'avvocato Guido Scorza
Vuoi perché c'è poco tempo (come nel caso di questo attuale governo), vuoi perché le lobby, le caste, le categorie o chiamiamole come vogliamo sono veramente una forza, un potere. 
E così, anche in questo settore sottostiamo al monopolio di un pugno di editori, sempre gli stessi, che dettano legge, loro più che il governo o il legislatore.

E così va da sé che anche per il digitale, la torta cercano di spartirsela sempre i soliti noti. E ci riescono anche, sempre per quanto detto prima. 

Certo esiste un disegno di legge varato dal governo e che arriverà in Parlamento per le prossime settimane ma, sempre per quanto detto prima sui tempi biblici dei nostri governanti, ci sarà sicuramente da attendere per le nuove realtà native digitali mentre gli altri, loro, i vecchi, o come vogliamo, si spartiscono già i contributi.
Poi ci chiediamo come mai l'Italia non cresce?

Officine Editoriali registra tutte queste anomalie e si augura che presto tutto cambi. 
Noi rimaniamo ottimisti. 
E se voi volete continuare a rimanere aggiornati, seguite Officine Editoriali su questo blog.