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domenica 10 febbraio 2013

Forum del libro punto org

E' una associazione nata nel 2006 e si propone, tra le altre cose, di promuovere la lettura. 
Ha scritto una lettera aperta ai futuri governanti articolata in cinque punti:


  • Scuola
  • Biblioteche e cittadinanza
  • Librerie di qualità
  • Leggere in rete
  • Un piano per la lettura
La lettera è firmata dai sottoscrittori dei vari punti   e parecchi sono già i firmatari più o meno noti.
Il 9 Febbraio, a Palazzo Fandango incontro, in Via dei Prefetti 22, a Roma, si è tenuto un incontro allargato: e/leggiamo
Hanno partecipato editori, autori, librai, bibliotecari, vari candidati alle prossime elezioni che hanno sottoscritto la lettera aperta e che si sono impegnati verso la letteratura e la cultura nella prossima legislazione se verranno eletti. Hanno anche portato la testimonianza di quanto fatto finora nelle passate legislazioni sia che fossero al governo sia che lavorassero dall'opposizione.
L'incontro ha avuto una risposta decisa e chiara nella partecipazione e si è svolto in una sala molto affollata.
Noi di Officine Editoriali eravamo presenti. E' stato interessante ascoltare i vari interventi, a partire da quello di Tullio De Mauro e di Gino Roncaglia per finire a quelli dei librai, di alcuni scrittori e dei vari politici, non ultimo quello di Paolo Masini che sponsorizza Officine Editoriali da sempre.

Purtroppo è venuta a mancare una realtà che invece dovrebbe essere ormai considerata tale ed è piuttosto grave che sia rimasta completamente assente in un incontro che parla di libri e di cultura e di apertura ai lettori non consolidati: non si è parlato nemmeno una volta di ebook o di mercato digitale o di editoria digitale
Non possiamo fare a meno di notare le varie contraddizioni italiane e il proseguire alla rinfusa in qualsiasi settore della vita sociale. 
Mentre per legge i libri di testo devono essere per metà cartacei e per metà digitali, in un incontro di tale fatta non se ne accenna nemmeno.
Officine Editoriali ha sottolineato il fatto alla fine dell'incontro con le persone responsabili che non hanno mancato, come era del resto prevedibile, di riconoscere la puntualizzazione.

Abbiamo intenzione di utilizzare il forum dell'associazione Forumdellibro per parlarne più dettagliatamente perché siamo sicuri che anche nell'associazione hanno tutto l'interesse a farlo.
Iscrivetevi  al Forum se avete voglio di dare vita a questa discussione.
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Come sempre

RIMANETE AGGIORNATI PER RIMANERE LIBERI!

giovedì 7 febbraio 2013

L'incubo pirateria per i nostri governanti.

Soprattutto per alcuni che sembrano essere ossessionati dalla pirateria digitale e dal trovare un modo per imbrigliare ciò che non si può imbrigliare: le notizie che viaggiano nell'etere.

Ne abbiamo parlato tante volte su questo blog e continuiamo a farlo perché siamo preoccupati e convinti che dobbiamo difendere strenuamente la rete e Internet e siamo certi che per farlo dobbiamo rimanere aggiornati.

E' di oggi la notizia su Il Fatto Quotidiano, ad opera dell'avvocato Fulvio Sarzana di un rapporto del Parlamento sulla pirateria digitale in Italia, con numeri incerti ma quel che è più grave, non documentati. 
E certamente numeri diversi da quelli forniti da Michele Boldrin, economista della Washington University, che, insieme a David Levine è autore di "Abolire la proprietà intellettuale".
Vi rimandiamo all'articolo per i dettagli e per ulteriori approfondimenti. 

Ciò che ci preme sottolineare in questo post è come alcuni parlamentari cerchino di difendere, in questo modo, più che il bene e la privacy e i guadagni di chi lavora (secondo loro), i loro interessi e cerchino di fare in modo che non trapeli troppo della classe dirigente.

Così nello stesso rapporto del Parlamento, si trovano contraddizioni enormi come quando si sostiene che a questo rapporto e a questi numeri (i loro!) si sono opposte le lobby degli intermediari della rete che sembrerebbero favorite dal mantenimento della situazione attuale.
Inoltre questo rapporto lascia intendere che non ci sarebbe bisogno di legiferare e di far rispettare le regole. Basterebbe che a richiesta dell'interessato il motore di ricerca bloccasse questo o quel sito. 
Che, capite, è una intenzione veramente assurda e perfino inconcepibile in un Parlamento democratico. Ma chi sono costoro che fanno parte del nostro Parlamento
A onor di cronaca e del vero, il rapporto è ad opera della Commissione di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria commerciale, presieduta dall'onorevole Giovanni Fava, leghista. 
E qui mi fermo. 
Leggetevi l'articolo e traetene le vostre personali conclusioni.
Noi ad Officine Editoriali continuiamo a ripetere il nostro motto

RIMANETE AGGIORNATI PER RIMANERE LIBERI!

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domenica 3 febbraio 2013

I Social Network fanno la spia?

E' risaputo e non è affatto impossibile. I governi (soprattutto quelli autoritari), le istituzioni e le autorità varie, richiedono ai maggiori social network, Google, Twitter, Facebook, Skype, di conoscere dati specifici. 
Per quanto riguarda i governi autoritari, specificatamente per monitorare gli attivisti politici o potenziali tali contrari alle linee governative ma,  in genere per mantenere anche la sicurezza delle lobby e quant'altro. Non è difficile immaginare chi possa chiedere dati del genere e per quale motivo. 
E questi Social Network, finora, sono stati i maggiori centri di raccolta ai quali ognuno di noi ha affidato i suoi dati personali, informazioni, foto, di tutto di più. Se riflettiamo solo un attimo, non è fantascientifico immaginare che potremmo essere in balìa di chiunque e in casi estremi non ci sarebbe nessuna difesa possibile per noi.

Per tornare all'argomento e a quanto realmente accade, senza mettere in mezzo il fantascientifico, diciamo subito che Google fornisce dal 2010 periodicamente un Transparency Report attraverso il quale in forma su quanti dati sono stati richiesti. Pare esserci stato un aumento esponenziale di richieste dati. Anche dall'Italia che nel 2009 erano 550 e oggi sono 850. Nel caso dell'Italia, per esempio, Google ha accettato di fornire il 34% delle richieste. Perché va detto che Google, così come gli altri Social Network, può accettare o meno di fornire dei dati alla pubblica amministrazione. 
La stessa cosa vale per Twitter che ha avuto molte meno richieste e che a quelle dell'Italia non ha risposto.
Relativamente a Facebook e Skype, finora hanno fatto orecchie da mercante per ciò che riguarda i report sulle richieste dati. 
In ogni caso, è bene ricordare che nessuno dei Social Network si è mai mosso spontaneamente se non grazie a forti e costanti pressioni di associazioni di trasparenza internazionali che nel mondo si sono attivate per cercare di avere chiara una situazione che lavora a livello sotterraneo già da moltissimo tempo e della quale qui, su questo blog, noi abbiamo avuto modo di parlare non raramente.
Per questo il nostro motto è 
RIMANERE AGGIORNATI PER RIMANERE LIBERI!

E non è affatto un tentato allarmismo. Oggi abbiamo modo di rimanere aggiornati proprio grazie alla rete e ai Social Network o al WEb 2.0 o ai quotidiani on line o a  cosa altro vi pare. Ma sappiamo che si sta tramando per privarci di questi strumenti. E quando ce ne accorgeremo, potrebbe essere tardi. 
Capiamo anche che con tanti stimoli e input, paradossalmente è addirittura anche più difficile rimanere aggiornati ma è un nostro dovere per non togliere ai nostri figli  quella libertà che i nostri padri hanno conquistato a costo della stessa vita. Perciò

RIMANETE AGGIORNATI PER RIMANERE LIBERI! 
Seguite anche il nostro sito, dove potete visionare il nostro catalogo e scegliere le opere da valutare. 
Dateci il vostro feedback. 

venerdì 11 gennaio 2013

Cedono i dinosauri dell'editoria?

Non in Italia e non al momento. E noi non pensiamo nemmeno nell'immediato futuro. E' vero che parlare di futuro in un settore strettamente legato alla tecnologia, come è attualmente il mercato del libro digitale, ci porta inevitabilmente a ripensare perfino il concetto di tempo vista la velocità con cui si viaggia.
Ma i nostri tre/quattro (tanti sono) decision maker dell'editoria, inclusa quindi anche quella digitale, guarderanno bene cosa fare e se non avranno le spalle più che coperte e un più che ampio, ampissimo margine di sicurezza, non si muoveranno più di tanto. Questo è un dato di fatto. 

Ciò che continuerà a trainare sarà il mercato estero, e più esattamente quello americano al quale faranno seguito tutti gli altri, Europa e quindi Italia comprese. 
Per capire infatti come "tira" il mercato statunitense, basta andarsi a guardare il rapporto Aptara per l'anno 2012
E' assolutamente impressionante. 
Parliamo di un 72% del mercato globale per sprofondare poi  all'8% dell'Europa tutta insieme, al 7% del Regno Unito, al 4% del Canada mentre il resto del mondo si attesta sul 9%.

Ma saranno più avanti questi americani rispetto a noi? Avranno la lampadina che gli si accende prima? 
O avranno il dono dell'intuizione e della lungimiranza? 
Tutte queste cose e soprattutto l'ultima.

Fatto sta che gli editori italiani, almeno i pochi che dovrebbero essere pionieristici e fare da apripista, hanno appena capito che bisogna adeguarsi tanto che l'80% di essi pubblica finalmente ebook.
Alcuni di loro utilizzano le librerie on line come mercato preferito per la diffusione dei loro contenuti. 
Altri utilizzano anche una loro libreria per aumentare i vantaggi e contenere i costi.

Mentre, dal lato lettore,  il dispositivo preferito su cui leggere ebook rimane l'iPad, seguito da Kindle e PC.
E' curioso anche notare che il 6% degli editori non legge ebook (SIC!).

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mercoledì 9 gennaio 2013

Ereader al prezzo di un libro tascabile

Ne abbiamo parlato proprio qualche giorno fa. 
Nel post "Ebook. Bilancio 2012-Previsioni 2013" citavamo uno stralcio dell'articolo di Jeremy Greenfield sulla testata inglese Digital Book World nel quale il Greenfield ipotizzava che nel 2013 gli ereader verranno dati a costo zero per l'incremento delle vendite dei libri in formato digitale.
Noi l'abbiamo scritto ma, per essere veramente sinceri, eravamo un pò dubbiosi e perplessi di una simile previsione.
Salvo ricrederci proprio oggi, quando ci è giunta la notizia che davvero esiste un ereader che costa meno di 10 euro, cioè meno del costo di un libro economico di carta, meno della prima edizione di qualsiasi libro. 
Insomma...veramente incredibile.

L'ereader in questione si chiama Beagle ed è prodotto dalla TXTR. Naturalmente non è un cane e costa per l'esattezza 9,90 euro. Praticamente una cifra pari a 10 euro ma, seppure per soli dieci centesimi, è sotto la soglia dei 10 euro. E questo, psicologicamente, la dice lunga.

Davvero potrebbe essere esposto sul banco della cassa di una libreria e i clienti potrebbero acquistarlo come fosse uno di quei libricini a due soldi messi lì così, per un piccolo acquisto all'ultimo minuto.

Naturalmente a questo ereader mancano quasi tutte le funzioni presenti negli altri ereader, dal wifi alla possibilità di gestire i font size ecc.. 
E in più, ahinoi!, può contenere fino a 5 libri. Dico 5 contro i 1400 degli altri ereader. Ma già si parla di 12 libri nell'immediato futuro. Sempre pochi per carità però vi vogliamo lasciare al video che mostra bene di cosa stiamo parlando.
E se la tecnologia ci ha abituato a sorprese incredibili e anche inverosimili fino a poco prima, staremo a vedere come può evolvere un oggettino del genere.
Di fatto, noi siamo sicuri che comunque i prezzi degli ereader sono destinati ad abbassarsi.
E quando questo accadrà, sempre per tornare al nostro post di qualche giorno fa, anche i dinosauri dell'editoria dovranno adeguarsi. E dovranno farlo necessariamente con il prezzo degli ebook.
E ancora una volta noi di Officine Editoriali abbiamo ragione. Perché questo è ciò che andiamo dicendo dall'inizio.

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venerdì 4 gennaio 2013

I baroni della cultura.

Scopriamo con orrore che le baronìe non esistono solo nel mondo universitario ma, ahinoi!, ormai anche nel mondo della cultura, della letteratura.

Così come nelle università da tempi ormai immemori si costruiscono concorsi attorno alla persona che in separata sede si è deciso di assumere, alla faccia della meritocrazia, così nella letteratura moderna i dinosauri dell'editoria costruiscono il successo di un libro attorno allo "scrittore"

E sottolineiamo successo perché guai ad incorrere in qualche flop (anzi nemmeno in uno solo). 
Tutto deve essere programmato e calcolato in maniera da soddisfare il ROI (Return on Investment), perché non ci siano perdite, soprattutto di denari. 
E allora si pompano ad arte certi contenuti che vengono spacciati per letteratura, sui quali ci hanno messo invece le mani in tanti, editor di livello che hanno "smussato" e amalgamato, ghost writer che hanno subito, diciamolo pure, l'onta di dover prestare a pagamento il proprio intelletto a gente molto meno capace di loro, quasi fossero degli stuntmen

Oh! Sia chiaro...hanno prestato le loro capacità descrittive e di scrittura a personaggi famosi, dello spettacolo, allo star system. Vi pare poco?

Non sappiamo se sia poco o no...sappiamo con certezza che è triste, squallido, malinconico. 
Ancor più se pensiamo agli utenti, ai "lettori", a cosa viene loro propinato. 
Poi ci chiediamo 
"Come mai non crescono i lettori in Italia? Come facciamo a generare nuovi lettori, a rendere lettori forti coloro che leggono solo sporadicamente o, nientemeno, a creare nuove generazioni di lettori?" 
Non possiamo! Semplicemente! 

Noi vogliamo solo fare i soldi e non ce ne frega niente dei lettori che ci sono, di quelli che verranno, del livello della letteratura e, anche, del livello di impoverimento al quale contribuiamo.
Allora va bene così! E' ciò che ci meritiamo. 

E se da una parte è maledettamente vero, dall'altra parte alcuni, pochi,   non ci stanno molto e, a costo di suicidarsi, tentano una voce fuori dal coro. 
E' per questo che noi di Officine Editoriali tentiamo di creare e difendere quella che noi chiamiamo la letteratura "brutale", quella fatta da coloro che hanno qualcosa da dire e la dicono male. Ma allora...se lo può fare gente insospettabile, che finora non avresti mai creduto di vedere mascherata da scrittore, perché non potrebbe farlo un ragazzo di seconda generazione, un disoccupato over 50 o uno qualsiasi che semplicemente pensa di voler dire qualcosa. 
La letteratura "brutale" riguarda il gradino più basso della cultura? 
Sì, se riconosciamo la cultura un prodotto d'élite, un prodotto classificabile dunque un prodotto scalabile (con una scala da percorrere per arrivare al gradino più alto, più prestigioso, più ambizioso). 
Scendiamo da quel piedistallo dal quale finora abbiamo pensato di avere qualcosa da insegnare agli altri, come se fossimo i portatori della luce divina. 
Non utilizziamo la letteratura come l'ennesimo strumento di discriminazione. 
Soprattutto, non ci nascondiamo dietro ad essa come uno scudo a proteggere le nostre debolezze di carattere e di personalità.

Forse siamo votati all'emarginazione, al rifiuto da parte degli altri ma noi pensiamo che molto deve essere cambiato anche nel magico mondo della cultura. 
Il guscio deve aprirsi ed offrirsi a tutti. 
Forse i lettori ci sono ma non li vogliamo trovare.

Vi chiediamo di continuare a seguire questo blog e vi invitiamo ad aprire discussioni interessanti. Fate sentire anche la vostra voce.
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E soprattutto
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giovedì 3 gennaio 2013

Cosa sta cambiando nella "letteratura"

Premesso 
che bisognerebbe dissertare sul termine "letteratura"
premesso 
che non è detto che un giorno lo faremo, 
visto 
che andiamo incontro ad una nuova era, 
accertato 
che gli scrittori sono ben altro oggi rispetto a cento anni fa.....

l'importante è non rimanere indietro, appollaiati sui ricordi o sullo sconforto di non poter tornare indietro.

Di fatto gli scrittori oggi parlano più che scrivere, parlano molto, sono personaggi dello spettacolo quasi...penso a Busi, a Saviano, a Baricco
Mi sembra quasi che il mestiere di scrittore oggi sia ambito quasi quanto quello di velina, un trampolino di lancio verso la fama, il successo.
Per carità, non che prima non lo fosse ma era come se tutto rimanesse circoscritto ad una cerchia...di persone, di addetti ai lavori. 
Oggi anche chi non conosce quel personaggio come scrittore e non ha mai letto un suo libro, certamente lo riconosce perché, per altre vie, entra a far parte dell'immaginario collettivo.
Ora, non è che sia uno scandalo. Semplicemente dobbiamo abituarci a vedere le cose per come avvengono, ad intuire i cambiamenti, a percepire il futuro. 
Sembra un paradosso ma dobbiamo pensare proprio a come sarà il nostro futuro, benché al momento sembra non essercene traccia.

Intanto il futuro comincia, anzi continua, col web. Ultimamente abbiamo assistito ad attacchi feroci nei confronti di Internet e del web, della rete
Il terrore che ha suscitato e suscita la rete non ha precedenti nella storia dei governi mondiali, soprattutto in quelli a regime totalitario.
Per questo motivo dobbiamo difendere il web come la nostra massima libertà. L'Era dell'Oro e dell'Amore arriverà via web forse, arriverà in maniera tecnologica e nessuno dovrà privarcene.

E' stato sottoscritto un appello sul web da indirizzare ai nostri futuri governanti, chiunque essi saranno. Naturalmente noi l'abbiamo firmato e suggeriamo di farlo anche a voi. 
Difendiamo ciò che è nostro e facciamo in modo che nessuno ce lo porti via.

In questo contesto il nostro motto RIMANETE AGGIORNATI PER RIMANERE LIBERI è più che mai valido. 
Rimaniamo a guardia di ciò che abbiamo e difendiamolo come a suo tempo i nostri antenati hanno difeso e salvaguardato le loro libertà anche per una vita migliore per noi.
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mercoledì 2 gennaio 2013

In mano a chi siamo?

In mano a pochi sicuramente. Chiaro che parliamo dell'editoria e della cultura, anche se il quadro rispetta perfettamente la situazione globale, riferendoci con queste parole a chi detiene il potere e la ricchezza rispetto a tutti gli altri. Ogni settore dopotutto rispecchia questo stato globale delle cose e così come, secondo noi, questo stato è destinato a cambiare, così succederà singolarmente in ogni settore, anche nell'editoria.
.....Ma finché non succederà, cerchiamo di capire, anzi, non capire...cerchiamo piuttosto di guardare realmente chi sono i pochi editori che fanno il bello e il cattivo tempo. 
Per il resto...non c'è niente da capire se non come abbiamo fatto, anche qui, ad arrivare a questo punto. E allora, come per tutto il resto, torniamo alla cupidigia e all'avidità personale dell'essere umano che di divino e di spirituale ha dimostrato di avere veramente poco.
Ma tant'è!

Come potete immaginare, anche perché abbiamo avuto modo di dirlo diverse volte su questo blog, coloro che si contendono il mercato sono pochi, tutti gli altri raccolgono le briciole, anche se vorrebbero avere più voce in capitolo anche loro, come dovrebbe essere. In questo "tutti gli altri", naturalmente, ci siamo noi di Officine Editoriali che, almeno al momento, facciamo addirittura una fatica immensa a farci sentire e vedere, soprattutto.

Ad ogni modo, nei giorni scorsi abbiamo parlato di bilanci e previsioni, di numeri e suggerimenti sulle cose da fare e da non fare. Oggi continuiamo su quel filone e anzi confermiamo che i grandi editori, con i loro grandi numeri, considerando incerto attualmente il mercato del digitale, si muovono poco e non osano (ciò che invece suggerisce di fare Kassia Kroszer, nell'intervista che abbiamo inserito nel post di ieri e che vi suggeriamo di andarvi a leggere) per il timore di perdere qualcosa (fosse anche poco).
Noi piccoli editori che invece non abbiamo nulla o quasi da perdere, avremmo pure il coraggio di osare ma non possiamo farlo per ovvi motivi...perché non abbiamo, appunto, nulla.

Di seguito vi mostriamo l'infografica del Gruppo L'Espresso e vi rimandiamo al link dove potete trovare l'infografica degli altri grandi gruppi editoriali (per dettagli sull'infografica del Gruppo l'Espresso cliccate qui).






Per gli altri gruppi invece, potete cliccare anche qui. Troverete:

  • Gruppo Editoriale Mondadori
  • Gruppo Editoriale RCS
  • Gruppo Editoriale Il Sole 24 Ore
  • Gruppo Editoriale Poligrafici
  • Caltagirone Editore
  • La Stampa, Il Fatto Quotidiano e gli altri gruppi
Insomma, è una panoramica che spazia fino ai quotidiani ma il succo rimane quello. Parliamo di editoria e questi qui fanno la differenza.
Qualcuno diceva "Beati gli ultimi perché saranno i primi". A ognuno di noi le riflessioni.
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martedì 1 gennaio 2013

Carta o digitale...diamo i numeri sulle due facce della stessa medaglia.

Continuiamo a fare un attimo il punto della situazione e a capire cosa bolle in pentola. Soprattutto cerchiamo di capire se ne siamo tutti consapevoli o se, invece, rimaniamo guardinghi per non sbagliare i passi successivi.

A tal proposito rimando volentieri all'intervista a Kassia Kroszer, consulente editoriale per il mercato digitale e collaboratrice di Oxford Media Works
La cito perché condivido totalmente il suo pensiero, soprattutto quando parla degli editori e li definisce "a difesa" di quel poco che hanno acquisito sul mercato digitale senza avere il coraggio di osare. 
Definisce anche il mercato incerto, non  per ciò che ne riguarda l'incremento, del quale è sicura naturalmente, ma riconosce che la cosa è talmente in divenire e talmente velocemente che punta il dito proprio su coloro che non si adeguano o che fanno fatica a farlo, per mancanza di mezzi o per paura.

Noi aggiungiamo poi che se hanno paura i grandi editori, noi piccoli, piccolissimi cosa dovremmo fare?
Ma tutto questo lo avevamo prospettato in tempi non sospetti, sui vari post dello scorso anno che richiamavano a questo argomento.
Perciò vi rimandiamo volentieri alla intervista integrale. Siamo sicuri che sarà di vostro interesse.

Di seguito invece vi proponiamo una infografica di OpenDataBlog (Il Sole 24 Ore) su fonte AIE (Associazione Italiane Editori) molto interessante per capire sempre di più e confermare quanto detto nelle righe precedenti:


Innegabile quale sia l'andamento del mercato ma diamo lo stesso qualche numero (i numeri hanno sempre il loro effetto!). 

Mentre le vendite complessive nelle librerie sono calate (parliamo di una flessione del 4,2%), gli ebook hanno registrato vendite pari ad un + 740%. 
Sono numeri dell'anno 2011 da considerare rispetto all'anno precedente, ovviamente, e cioè il 2010. Speriamo di potervi dare al più presto i numeri anche relativi all'anno 2012 rispetto al 2011.

Dunque, tornando solo un momento all'intervista della Kroszer, anche noi, come lei, sosteniamo che il prezzo degli ebook debba mantenersi "umano". 
Dobbiamo comprendere che siamo di fronte ad una cultura alla quale possono accedere tutti, grazie anche alle nuove tecnologie.
C'è molto fermento e questo è palese. I libri diventeranno sempre più vivi, sempre più nostri amici. 
Attraverso di loro impareremo ancora di più di quanto non abbiamo fatto finora.

E allora ad Officine Editoriali abbiamo ragione a parlare di una letteratura "brutale" di cui vogliamo farci portavoce e che avremo modo di affrontare e di approfondire nei prossimi giorni.
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lunedì 31 dicembre 2012

Ebook. Bilancio 2012-Previsioni 2013.

Lo so! Molti di voi ne saranno già informati ma è l'ultimo dell'anno e vale la pena anche per noi fare un bilancio sebbene ci siamo affacciati sul mercato del digitale da molto poco tempo.
Ma in questo poco tempo abbiamo avuto modo di parlare dell'andamento del mercato digitale in Italia e nel resto del mondo.
Abbiamo detto più volte che in America la storia è completamente diversa e che per avere gli stessi numeri in Italia dovremo aspettare ancora un pò, forse parliamo di uno/due anni. E diciamo che siamo ottimisti.

Ma come era previsto fin da qualche anno prima e sempre facendo riferimento ai nostri piccoli numeri, il 2012 è stato l'anno di conferma dell'ebook anche in Italia. Ce l'aspettavamo tutti e lo conferma Marco Polillo, Presidente AIE (Associazione Italiana Editori) che parla di una produzione italiana ormai attestatasi sui circa 38.000 titoli  nel digitale.

Quest'anno si è parlato molto anche dei librai, delle biblioteche e, secondo noi, molto se ne parlerà nel prossimo anno visto che sono settori strettamente legati all'editoria e non solo a quella tradizionale. 
A questi settori viene chiesto di adeguarsi alle nuove tecnologie che era immaginabile avrebbero invaso un pò tutti gli aspetti della nostra vita, inclusa la lettura, la scrittura, la cultura in generale e particolarmente. Naturalmente nessuno pensa scientemente di poter fare a meno di supporti quali librerie e biblioteche. Noi in particolare pensiamo che se le librerie e le biblioteche si digitalizzassero di più, potremmo  tutti prenderne enormemente vantaggio. 

Per le previsioni 2013, la tendenza è la stessa. Una tendenza di crescita che secondo molti, e anche secondo noi, non si assesterà fino al 2015. La crescita sarà costante ed è destinata a condizionare positivamente certe nostre abitudini e il nostro modo di leggere e di "usare" il libro senza, per questo, scalzare dal suo trono il libro stampato in formato cartaceo.
Naturalmente, per le previsioni del 2013, non sono mancate le provocazioni, come quella della Baddeley (giornalista della testata inglese The Guardian) che prevede l'organizzazione in cooperative degli autori indipendenti o come quella della Digital Book World che ipotizza perfino che i vari ereader verranno regalati con l'acquisto degli ebook (per incrementare le vendite degli ebook, appunto). 
Insomma, le previsioni sono diverse e, a volte, la fantasia non manca. 
Noi crediamo, anzi ne siamo certi, che il mercato digitale non possa più essere negato. Dopo tutto è fin dal 1971 che se ne parla e ci si lavora, altrimenti non saremmo arrivati a questo punto.
Cercheremo di tenervi informati sui vari sviluppi anche nel 2013.
Voi continuate a seguire questo blog e il nostro sito www.officineditoriali.com e valutate pure il nostro catalogo.

Vi auguriamo un magnifico 2013 e, come sempre, vi lasciamo con il nostro motto
RIMANETE AGGIORNATI PER RIMANERE LIBERI!!!!


mercoledì 26 dicembre 2012

Diritto d'autore liberalizzato

E finalmente!
Lo attendevamo da un pezzo e a dire il vero avevamo pensato un pò come per tutte le altre liberalizzazioni. Chissà se ci sarà e chissà COME sarà. Perché, essendo in Italia, il rischio serio era quello di assistere all'ennesima liberalizzazione casereccia, dove in teoria si dice liberalizzazione e in pratica si legge tutto come prima e chissenefrega.

Allora vi e ci chiederete perché ne parliamo in modo diverso e comunque "speranzoso". 
Diciamo subito che diverse entità del settore aspettavano con ansia e da molto tempo una innovazione simile e dunque erano preparati ad accoglierla seriamente e non così, tanto per fare un pò di (forse parecchi) soldi in più. 
Poi parliamo di artisti che nel tempo si sono informati adeguatamente e che sulla loro pelle hanno sperimentato le ingiustizie, i soprusi, le iniquità, i raggiri e i tentativi di aggiustarsi tutto tra pochi. 
Non che gli artisti siano tutti degli stinchi di santo ma si presume, almeno noi lo presumiamo, che abbiano una certa sensibilità e attenzione alla crescita della cultura in generale e ognuno in particolare per il suo settore.
C'erano anche state delle lettere aperte a varie istituzioni proprio da parte degli artisti per sensibilizzare le autorità affinché si mettesse fine al monopolio che per tanti anni ha caratterizzato proprio la cultura.

Dunque dal 21 dicembre 2012, per la gestione dei diritti d'autore, gli artisti sono liberi di farsi rappresentare dalla società che sceglieranno a questo scopo. 
Che sia stata questa la fine del mondo tanto paventata e, forse erroneamente, attribuita al calendario dei Maya?

Certo è una piccola rivoluzione che ci lascia ben sperare per la realizzazione di quella rivoluzione più diffusa che palesemente (e nemmeno tanto) cova sotto le ceneri  di decenni di vere angherie perpetrate ai danni dei singoli e dei fiduciosi senza che si potesse mettere mano collettivamente a cambiamenti pure auspicati da una sempre maggiore rappresentanza della società civile.

Per le informazioni tecniche e i dettagli di questo argomento, noi di Officine Editoriali vi rimandiamo al blog di Guido Scorza su Il Fatto Quotidiano che, come sempre, ne parla con dovizia di particolari da esperto qual'è.

Come al solito, vi invitiamo a seguire questo blog e ad affacciarvi sul sito www.officineditoriali.com per consultare il nostro catalogo. 
Cogliamo l'occasione per annunciarvi che è stato pubblicato il quinto ebook "Le faremo sapere...Quindici anni di provini in giro per l'Italia" di Francesco Gabbrielli. Un ebook interessante e a tratti esilarante se non fosse che anche gli attori o aspiranti tali, patiscono come e forse più degli altri per trovare un lavoro e perseguire il sogno della loro vita.
Lo trovate al momento su tutte le librerie on line. Presto sarà presente anche sul sito www.officineditoriali.com.

Per chiudere, il solito invito a RIMANERE AGGIORNATI PER RIMANERE LIBERI!!!!!

giovedì 13 dicembre 2012

Se non cambiano le cose...

Abbiamo voluto intraprendere la strada dell'autoimprenditoria, del progetto che si concretizza, del sogno che diventa realtà. 
Abbiamo voluto credere che, crisi o non crisi, l'entusiasmo ci avrebbe guidati e ci avrebbe sempre motivato, anche in qualche momento di sconforto o di stanchezza. 
Ma bastano pochi mesi perché il sogno si infranga se non si è più che resistenti. Voglio usare proprio questa parola. La trovo davvero appropriata. La metafora è proprio quella di uno sfinimento costante, come la goccia cinese, e se non sai resistere soccombi.

Ciò che succede nel nostro Paese ha dell'incredibile. Non solo siamo arrivati al punto che, se pure ti spetta una pensione, non si sa nemmeno quando la prenderai (non parliamo poi dei giovani che non hanno nemmeno un lavoro) ma, addirittura, se decidi di bypassare questo problema e provi a fare qualcosa sia per ricollocarti sia per produrre un minimo di reddito, la burocrazia è talmente tanta e fa talmente male che, appunto, bastano pochi mesi per capire che non fai nemmeno in tempo ad iniziare che subito, come avvoltoi, ti si posano sulla spalla per succhiarti perfino quello che non hai ancora guadagnato (anzi...incassato, non guadagnato).
Cominica l'INPS. Scriviamolo pure con lettera maiuscola. Per quelli  che hanno iniziato a Giugno,come noi, dopo sei mesi è arrivato un bel conticino (parliamo di 1800 euro). La cifra è circa la metà da pagare annualmente solo perché hai aperto una attività in proprio. Ma il guaio e la scelleratezza è che la legge dice che da zero a quattordicimila euro di fatturato annuo, il contributo INPS è di tremila euro. Ma io dico...e se uno fattura, che so?, cinquemila euro in un anno? 
Devo darne tremila all'INPS? Ci sta che appena iniziato magari non si è ancora messo a regime il lavoro e il primo anno è facile che si incassi pochino. 
Ma loro non se le chiedono queste cose? Mi dico...ma non era meglio fare che fino a cinquemila non si pagava e si cominciava a pagare da cinquemila? Io non capisco. 
Penso spessissimo che in America per i primi tre anni le start up non pagano tasse e mi chiedo cosa stanno cercando di fare invece con noi. E' vero che dopo i tre anni le start up americane pagano tutto ma proprio tutto ma almeno ti danno il tempo di cominciare serenamente, e non già con l'acqua alla gola che sembra sempre che stai sempre per affogare.
Poi, non importa quanto avrai guadagnato ma arriveranno anche l'IRPEF, l'IRAP, la tassa sull'abilitazione all'esercizio professionale...e questa è veramente ridicola...è la stessa cosa dell'IRAP solo che questa va pagata al Comune di appartenenza. 
Dunque paghiamo anche le stesse tasse più di una volta. Poi...l'abilitazione all'esercizio professionale...se rifletto su questa dicitura....non capisco davvero cosa si voglia intendere.

Purtroppo però, anche su questo bisogna rimanere aggiornati altrimenti oltre al danno la beffa se sbagliamo qualcosa e magari paghiamo di più o di meno, come è molto facile che accada vista la burocrazia.
Noi continueremo a scrivere anche di questo, in base alla nostra esperienza.
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domenica 9 dicembre 2012

Il prossimo evento ad Ostia.

In Via delle Antille, 41 presso il ristopub Il Cuatro, dalle ore 18:00 alle ore 20:00 domenica 16 dicembre 2012.
Cosa ci sarà?
Ci sarà la presentazione del libro "Numero Tre", dell'autore emergente Massimo Pulejo.

Massimo Pulejo è nato a Roma  il 28 luglio del 1992. Dopo aver concluso gli studi liceali, si è iscritto alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma. Ha esordito nel 2009 con il romanzo “Vieni con me”, finalista del premio Massimo Di Somma e insignito di una menzione d’onore dalla giuria. 
Il libro venne successivamente pubblicato, nel Maggio 2010, dalla casa editrice Albatros il Filo
“Numero Tre” è il suo secondo romanzo. 
Massimo, pur ventenne, racconta del disagio di un ragazzo timido attraverso il personaggio di Demetrio Nicoletti, una delle tante vittime di un violento nubifragio scatenatosi improvvisamente su Roma. Portato a spasso dalla pioggia, che lo tiene lontano dai suoi doveri universitari, arriva alle porte di un minuscolo teatrino diretto dal vecchio Remo Moretti, un uomo tanto saggio quanto enigmatico. 
Coinvolto inaspettatamente nei lavori della compagnia, Demetrio si trova a mettere in scena una dopo l’altra le opere di  William Shakespeare, ma soprattutto a fare i conti con un misterioso e incontentabile critico, che non perde occasione per stroncare ogni sua interpretazione. 
Fra le crescenti difficoltà sul palcoscenico e le mille sfide di un mondo venuto a chiedergli conto della sua indifferenza, Demetrio dovrà faticosamente farsi strada per dimostrare quello che vale. Fino a salire sul palcoscenico della vita e prendere parte al più grande degli spettacoli, al quale fino a quel momento si era limitato ad assistere come il più disinteressato degli spettatori.


Officine Editoriali pubblica il suo secondo romanzo in versione digitale e lo fa perché, anche se potrebbe sembrare non in linea con i suoi intenti editoriali, "Numero Tre" in realtà rispecchia una forma di disagio, una delle tante che magari siamo portati a sottovalutare, la timidezza, l'inadeguatezza. 
Ché forse non ci sentiamo a disagio se siamo timidi e dobbiamo interagire con la vita quotidiana e con tutte le persone che incontriamo e che vorremmo evitare? 
E' qui il coraggio di Demetrio Nicoletti che sale comunque su un palcoscenico nientemeno e affronta le sue paure. 

Non per tutti è lo stesso e a volte quello che la maggior parte della gente considera un disagio lieve, quasi un non disagio, può trasformarsi in una cosa diversa, soprattutto se inserita nel nostro contesto sociale. 
Un risvolto personale che si pensa di saper e poter affrontare ad una certa età e che invece, con il passare del tempo, diventa radicato, inespugnabile, insormontabile.

Il romanzo di Massimo Pulejo è estremamente interessante. Vi si può cogliere il disagio di una ragazzo ventenne come quello di vivere in una città non sempre all'altezza della situazione eppure con un grado di fascino talmente grande da far passare spesso in secondo piano le inefficienze varie.

Attraverso la corsa di un autobus, il tragitto Roma/Ostia andata e ritorno, si sviluppa un intreccio avvincente che diventa quasi un rebus. Ai lettori scoprire l'arcano.

Officine Editoriali vi invita a valutare questa opera presente nel suo catalogo. 
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mercoledì 5 dicembre 2012

La libertà su Internet e il processo alle intenzioni

Questo è il trend. Cercare di fermare la rete con le giustificazioni più aleatorie e che più si prestano alle interpretazioni personali. Sulle quali, del resto, si basa tutta la legislazione italiana. Sempre, secondo me, in virtù di quella cultura, anzi non-cultura, tutta italiana che è quella di non prendersi mai responsabilità. Cosa che riesce molto bene se si lascia alla libera interpretazione qualsiasi tipo di decisione, personale o, ancor più, collettiva.

Così succede che leggiamo il blog di Guido Scorza di oggi su Il Fatto Quotidiano che ci informa dell'ordine della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania  che ha imposto a tutti i provider italiani di impedire ai loro utenti di collegarsi ai siti torrentreactor.net e torrents.net perché concorrono al reato di diffusione pubblica abusiva di film, musica, libri e quant'altro protetti da diritto d'autore.

Naturalmente per gli approfondimenti vi lascio al blog di Guido Scorza come sempre puntualissimo e molto più informato di me. 
Qui voglio solo ribadire ancora una volta che siamo in Italia, dove si cercano di attuare leggi contro la libertà mascherate da leggi per la protezione dei più deboli, dove si cerca di emulare gli Stati Uniti, primo solo per ciò che ci fa comodo, secondo senza averne le tradizioni e la cultura di equità e giustizia e democrazia e anche meritocrazia che li contraddistingue.

Non si può sempre intervenire a valle lasciando a monte ciò che è stato e non si può sempre intervenire senza prevederne le conseguenze. 
La leggerezza con cui spesso si affrontano certi problemi o, meglio, certe argomentazioni in Italia, soprattutto riguardanti le nuove tecnologie e tutto ciò che queste implicano nella vita personale e collettiva del popolo, è a dir poco sorprendente. 
Sembra che molti di coloro che legiferano o che sono a questo preposti, non siano proprio quelli che in prima persona utilizzano strumenti all'avanguardia a loro disposizione. E pensare che siamo nel 2012, nel terzo millennio.
Oltretutto parliamo di argomenti che toccano invece situazioni che dovrebbero essere ben governate e anche con una certa dose di intelligenza e buon senso.

Noi di Officine Editoriali siamo molto attenti a questi temi, soprattutto in un periodo così delicato per la vita del nostro Paese e per il mondo intero.

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lunedì 3 dicembre 2012

Il mercato digitale cresce lentamente.

Mi sono sempre chiesta come mai certe cose in Italia impiegano così tanto tempo ad affermarsi nonostante il trend internazionale e anche europeo.
Da editore digitale sono entrata in un settore specifico e, lo stesso, mi sono chiesta come mai negli Stati Uniti il mercato del digitale ha raggiunto per vendite il mercato dei libri stampati e in Italia siamo allo 0,1%, ben oltre al di sotto anche degli altri mercati europei.
Ho pensato che ci fossero dei problemi oggettivi, che le difficoltà di crescita del mercato dipendessero dai costi elevati o da congiunture strane. 
E' vero, in Italia non potresti nemmeno perseguire i tuoi sogni tanti sono i costi fiscali, di apertura e di mantenimento di una qualsiasi attività. Basti pensare che su un ebook l'IVA è del 21% contro il 4% dei libri stampati, naturalmente a parità di contenuti. Voglio dire, quello che leggo su un libro di carta lo leggo sullo stesso libro in formato digitale. 
Ma cerchiamo di capire se a queste difficoltà se ne aggiungono altre non dipendenti necessariamente dal sistema in cui viviamo che pure pesa.

Poi, sempre da editore ho cominciato a capire e ad avere successivamente conferma che i grandi nomi dell'editoria non mollano niente prima di aver capito cosa succederà veramente per non perdere nemmeno un euro di profitto e non rischiare nulla di nulla. 
Questo succede anche con la pubblicazione di un singolo libro ormai. Se non si ha la certezza che quel libro si vende e anche bene, non si pubblica nemmeno.

Ora, da fruitore, da lettore, da cliente che acquista un ebook (che dovrebbe essere una operazione quanto mai semplice visto che parliamo di trasferimento di dati), mi scontro ancora spesso e volentieri primo con i prezzi ben più elevati rispetto agli altri mercati e poi con difficoltà dovute anche alle protezioni o pseudo tali che si pretende di apporre a questi ebook presi dal terrore che qualcuno possa usurparli. 
Tanto che il download di un ebook spesso diventa difficoltoso e una semplice operazione si può trasformare in uno stress, soprattutto se capisci il giochetto.

Così capita che acquisti un ebook e invece del formato ePub questo ti arrivi un formato xml che non apri né sul computer utilizzando il software Adobe Digital Edition e nemmeno lo puoi caricare sul tuo ereader perché non lo riconosce. 
Allora scrivi a chi te lo ha venduto e che è uno dei maggiori distributori (raggruppa le più grandi case editrici) e chiedi "Ma mi sono sbagliata io ad acquistare o voi a spedire il file? Scusate, potete spiegarmi cosa è successo?"
Ma la risposta tarda ad arrivare o non arriva addirittura. Hai perso la cifra che costava l'ebook ma non è tanto questo. E' che in un mondo che finora ha visto emergere a torto una serie infinita di furbetti, io mi sento un pò stanca e non tollero praticamente più nulla e vorrei andare fino in fondo. Rimane il fatto invece che sei impotente e una sorta di darwinismo sociale si manifesta anche in queste piccole cose e sempre ad opera del più forte sul più debole.

Io sono sicura che il mercato crescerà quando lo lasceremo libero e abbasseremo i prezzi non più dominati dalla paura di non guadagnare abbastanza (troppo direi io).
Purtroppo tutti, lettori, scrittori e piccoli editori, siamo costretti a seguire la via che ci viene tracciata da questi energumeni. E' difficile anche lavorare e vivere fuori dal coro. Sei risucchiato in un vortice nel quale rischi di non capire più nulla.

Io spero di rimanere sempre lucida e di fare in modo che Officine Editoriali resti integra seppur all'interno di un mercato attendista per il momento, anche se noi abbiamo ben capito come dovrebbero andare le cose.

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