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sabato 2 marzo 2013

Elezioni SIAE. Quante bugie!

Andiamo per ordine. Ieri si sono tenute le elezioni per il nuovo Consiglio di Sorveglianza della SIAE
Sarà composto da 34 membri e rimarrà in carica per quattro anni. Quattro lunghi anni verrebbe da dire, dati i risultati. Perché alla fine tutto continua come prima, alla faccia degli scandali dovuti alle votazioni, alla partecipazione degli iscritti ecc.
Intanto sembra che il Palazzo dei Congressi, dove si è tenuta la votazione, non fosse gremito come annunciato da un comunicato stampa della SIAE stessa. 
Sembra, invece, che i partecipanti fossero qualche centinaio a fronte di circa centomila iscritti, tutti con il diritto di votare. 
Mentre per tutte le votazioni precedenti si era permesso di votare in tutte le sedi SIAE, stavolta era permesso solo a Roma, dunque moltissimi non se la sono sentita di affrontare spese e viaggio. 
Certo si potevano delegare altri iscritti ma la firma per la delega andava autenticata presso l'ufficio comunale addetto, che faceva un sacco di storie, o presso un ufficio notarile con le spese conseguenti.

Perfino i nominati infine sono risultati prevedibili e, naturalmente, provenienti dai maggiori gruppi editoriali musicali e dalle fila dei grandi autori, vedi Gino Paoli.
La cronistoria super dettagliata della giornata e del meccanismo delle votazioni la possiamo leggere nell'articolo di Guido Scorza uscito oggi su Il Fatto Quotidiano.

Insomma...tanto rumore per nulla si potrebbe riflettere amaramente. Se non fosse che per un pò ci avevamo creduto che qualcosa potesse cambiare e invece dobbiamo ancora aspettare.
Anche perché si tratta solo di una questione di tempo. 
Giusto il tempo che si capisca che non è più possibile prevaricare i diritti di tutti gli altri a vantaggio di pochi, come noi di Officine Editoriali, andiamo predicando da diverso tempo.
Continuate a seguire questo blog e partecipate alle discussioni. Visitate il catalogo di Officine Editoriali e valutate le nostre pubblicazioni.
Come sempre:

RIMANETE AGGIORNATI PER RIMANERE LIBERI!

martedì 8 gennaio 2013

Gli ultimi colpi di coda della SIAE

Ci siamo! Il nuovo statuto della SIAE (Società Italiana Autori ed Editori), del quale abbiamo avuto già modo di parlare in alcuni dei nostri post precedenti, è stato adottato dalla gestione commissariale ed il prossimo 1° Marzo ci saranno le elezioni del Consiglio di Sorveglianza.

Perché la SIAE, come ci racconta Guido Scorza su Il Fatto Quotidiano di oggi, a cavallo tra il 2010 e il 2011 era stata commissariata e il Governo ne aveva azzerati gli organi e aveva nominato commissario straordinario Gian Luigi Rondi. Pochi ricchi editori decidevano per tutti.

Così, la facciamo breve, i pochi facoltosi, chiaramente in buona compagnia e confortati dai vertici, si sono dati un nuovo Statuto nel quale, essenzialmente, si decreta il nuovo governo della società composto da due Organi, il Consiglio di Sorveglianza e il Consiglio di Gestione
Fatto anomalo nella storia degli enti pubblici e sul quale era stata espressa qualche perplessità. Ma giusto qualcuna perché poi il Governo ha deciso di andare avanti e questo è il risultato. La SIAE in mano a pochi e per davvero. 

Come ci dice Guido Scorza, gli associati SIAE sono circa 100mila ma solo una ventina riescono a fare il bello e il cattivo tempo. 
Ed è vero che possono votare tutti ma è anche vero che nessuno si scomoda per una votazione della quale già conosce l'esito. 
Ed è pure vero che ognuno ha diritto di voto ma è anche vero che non votano solo gli umani ma anche...il denaro. Vale a dire un voto per ogni euro che si possiede. 
Capito come funzionerà? Non è difficile arrivarci ma se proprio la vogliamo mettere nero su bianco...i più ricchi... come dire... voteranno di più. Insomma...UNO SCHIFO! Ecco. La parola giusta.

Chiaramente alcune associazioni della società civile (meno male che ce n'è ancora una), si sono opposte e, sulla illegittimità di tutta questa faccenda, stanno facendo ricorso al TAR al quale hanno chiesto di sospendere l'efficacia dello Statuto
Ma hanno chiesto anche  l'annullamento del decreto di Commissariamento della società che le Autorità vigilanti non avevano il potere di adottare e che secondo loro "...è stato ordito con la ferma volontà di estromettere la maggioranza della base associativa dalla gestione della Società a favore dei soli associati più ricchi."

Ora è tutto in mano ai giudici che speriamo approfondiscano le "eventuali" anomalie del caso.
Noi ricordiamo sempre anche che la SIAE è una società per metà pubblica e per metà privata alla quale è stata affidata la gestione di servizi che fruttano svariati milioni di euro senza che si sia proceduto ad indire nessun bando di gara pubblica.

Ora chiedeteci come facciamo a continuare a fidarci...tanto non sappiamo rispondervi.
Continuate a seguire questo blog e valutate il nostro catalogo sul sito www.officineditoriali.com.

E non dimenticate
RIMANETE AGGIORNATI PER RIMANERE LIBERI!

mercoledì 26 dicembre 2012

Diritto d'autore liberalizzato

E finalmente!
Lo attendevamo da un pezzo e a dire il vero avevamo pensato un pò come per tutte le altre liberalizzazioni. Chissà se ci sarà e chissà COME sarà. Perché, essendo in Italia, il rischio serio era quello di assistere all'ennesima liberalizzazione casereccia, dove in teoria si dice liberalizzazione e in pratica si legge tutto come prima e chissenefrega.

Allora vi e ci chiederete perché ne parliamo in modo diverso e comunque "speranzoso". 
Diciamo subito che diverse entità del settore aspettavano con ansia e da molto tempo una innovazione simile e dunque erano preparati ad accoglierla seriamente e non così, tanto per fare un pò di (forse parecchi) soldi in più. 
Poi parliamo di artisti che nel tempo si sono informati adeguatamente e che sulla loro pelle hanno sperimentato le ingiustizie, i soprusi, le iniquità, i raggiri e i tentativi di aggiustarsi tutto tra pochi. 
Non che gli artisti siano tutti degli stinchi di santo ma si presume, almeno noi lo presumiamo, che abbiano una certa sensibilità e attenzione alla crescita della cultura in generale e ognuno in particolare per il suo settore.
C'erano anche state delle lettere aperte a varie istituzioni proprio da parte degli artisti per sensibilizzare le autorità affinché si mettesse fine al monopolio che per tanti anni ha caratterizzato proprio la cultura.

Dunque dal 21 dicembre 2012, per la gestione dei diritti d'autore, gli artisti sono liberi di farsi rappresentare dalla società che sceglieranno a questo scopo. 
Che sia stata questa la fine del mondo tanto paventata e, forse erroneamente, attribuita al calendario dei Maya?

Certo è una piccola rivoluzione che ci lascia ben sperare per la realizzazione di quella rivoluzione più diffusa che palesemente (e nemmeno tanto) cova sotto le ceneri  di decenni di vere angherie perpetrate ai danni dei singoli e dei fiduciosi senza che si potesse mettere mano collettivamente a cambiamenti pure auspicati da una sempre maggiore rappresentanza della società civile.

Per le informazioni tecniche e i dettagli di questo argomento, noi di Officine Editoriali vi rimandiamo al blog di Guido Scorza su Il Fatto Quotidiano che, come sempre, ne parla con dovizia di particolari da esperto qual'è.

Come al solito, vi invitiamo a seguire questo blog e ad affacciarvi sul sito www.officineditoriali.com per consultare il nostro catalogo. 
Cogliamo l'occasione per annunciarvi che è stato pubblicato il quinto ebook "Le faremo sapere...Quindici anni di provini in giro per l'Italia" di Francesco Gabbrielli. Un ebook interessante e a tratti esilarante se non fosse che anche gli attori o aspiranti tali, patiscono come e forse più degli altri per trovare un lavoro e perseguire il sogno della loro vita.
Lo trovate al momento su tutte le librerie on line. Presto sarà presente anche sul sito www.officineditoriali.com.

Per chiudere, il solito invito a RIMANERE AGGIORNATI PER RIMANERE LIBERI!!!!!

martedì 27 novembre 2012

La SIAE dei ricchi.

Il 9 Novembre 2012 è stato approvato il nuovo Statuto della SIAE. 
Dopo un anno di commissariamento per risanare le finanze della Società Italiana Autori ed Editori, finalmente si è proceduto all'espletamento di ciò che ormai era diventata una prassi burocratica.
Purtroppo, e comprensibilmente, il nuovo Statuto non è stato accolto favorevolmente tra tutti gli associati benché, a tutti gli effetti, riconosca a quelli che più contano un privilegio a dir poco scandaloso.
Secondo la regola 1 euro 1 voto, si capisce bene come potrebbe andare a finire. Le sorti di tutti praticamente nelle mani di pochissimi. 
Come del resto accade nel nostro Paese ma anche nel mondo. 
In questo la SIAE sembra davvero rispecchiare l'andamento dell'umanità.
Prova ad andare contro la sigla CREA-Unione Opere dell'Ingegno della quale fanno parte tra gli altri Vasco Rossi, i Pooh, Franco Battiato, Zucchero.

Duole ancora una volta notare che probabilmente gli Organi Sociali della SIAE saranno composti da un manipolo di case discografiche e da alcuni Editori Nazionali, tutti facenti capo all'industria dell'audio, se così possiamo dire. 
Come se questi signori rappresentassero l'intero mondo culturale. E dove sarebbero gli altri?

Naturalmente non ci stancheremo mai di dire che siamo pur sempre in Italia dove le cose accadono ma accadono con immenso ritardo e anche con notevoli danni conseguenti proprio a questo.
Ci piace però anche notare che le cose vanno cambiando. Se ci soffermiamo un attimo, non possiamo non ammettere che c'è necessità di cambiamento perché le cose così non funzionano e se anche ci lamentiamo per la nostra condizione quando vediamo che altri Paesi recepiscono meglio e con più celerità, ci consoliamo poi pensando che l'Italia dovrà adeguarsi. Non solo siamo in Europa ma siamo nel mondo. La globalizzazione ha portato smarrimento e ha rimescolato davvero tutto ma alla fine sarà un bene a livello personale e per tutti noi.
Rimaniamo aggiornati per rimanere liberi.
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sabato 11 agosto 2012

Bilancio SIAE...ma non stava morendo?

E infatti sta ancora morendo. Su questo dettagliatissimo articolo di Guido Scorza apparso oggi sul Il Fatto Quotidiano non ci sono dubbi su quanto sta accadendo.
Era già noto il commissariamento della SIAE e da qualche giorno, ad opera del Commissario Straordinario Gianluigi Rondi (ultranovantenne per la cronaca) è stato pubblicato il centotrentesimo bilancio della società. Un bilancio in positivo rispetto a quello dell'anno 2010.

Leggendo però per bene tutto l'articolo si capisce che nel bilancio sono state fatte rientrare tutte le operazioni di dismissioni, vendita, alienazione...usiamo pure le parole che più riteniamo opportune.....del patrimonio immobiliare dell'Ente in questione. 

Ma non basta. Nello stesso bilancio figurano voci di operazioni assolutamente non in linea con la natura dell'Ente che, come abbiamo detto più volte, è per metà pubblico e per metà privato e offre servizi ben remunerati (parliamo di svariati milioni di euro) a titolo privato o pubblico a seconda della richiesta e della necessità.

Ma non basta ancora perché parte della positività del bilancio deriva dal balzello che la SIAE ottiene su ogni copia venduta delle opere che pretende di tutelare.
E non dimentichiamoci invece che la SIAE non tutela proprio niente. Semmai capitasse di incorrere in contenziosi, con la SIAE si dimostra solo che in una data certa l'opera è stata registrata presso i loro uffici. Cosa che ormai fanno altre società e che si può anche fare da soli. Esiste perfino un Ufficio preposto presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Dunque consigliamo senz'altro di leggere l'articolo di Guido Scorza e, anzi, di leggerlo attentamente. 
La SIAE è una delle tante anomalie italiane che tentano di presentarci per normali. E per molti, moltissimi anni ci sono riusciti. 
Speriamo che la crisi ci aiuti a comprendere almeno di quante vessazioni siamo stati e siamo ancora vittime. E stavolta sì a nostra insaputa.

Officine Editoriali è particolarmente interessata alla vicenda SIAE e vi terrà informati in proposito.
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sabato 28 luglio 2012

Perché in Italia non è possibile liberalizzare

E tanto meno privatizzare. Se ci addentriamo poco poco nel tema dei diritti d'autore e osserviamo cosa sta facendo la SIAE e come si muove il nostro Governo, comprendiamo un pochino meglio.
Ma è irrimediabilmente lo stesso in qualsiasi altro settore della nostra vita sociale.

Per ciò che riguarda la SIAE vi rimando al blog di Guido Scorza su Il Fatto Quotidiano che, ovviamente, lo spiega molto bene e segue le vicende dei diritti d'autore da molto più tempo e sicuramente meglio di noi.

Per tutto il resto vogliamo qui ribadire, anche prendendo ad esempio ciò che succede per i diritti di autore, che finché il profitto personale avrà il sopravvento e guiderà ogni azione di chi dovrebbe tutelarci, incluso il Governo, le cose non potranno cambiare per ovvie ragioni.
E poiché ciò che governa l'Italia, più di ogni altro paese, almeno in Europa, è la logica del profitto personale, del proprio tornaconto, dell' "hanno rubato tutti ora tocca a me", le cose qui sembrano davvero lontane, lontanissime da venire.

Noi continuiamo a non disperare, naturalmente, ma quando sentiamo queste cose è un pò dura dare credito alle nostre più rosee speranze.
Privatizzare e liberalizzare in Italia significa mettere il mercato in mano ai privati, appunto, e i privati non sono maturi per perseguire "politiche" comunitarie, nel vero senso della parola. Se molti di questi privati non pagano le tasse, in Italia, come si può pretendere che lavorino per il bene, anzi per il benessere, del proprio Paese
Capite facilmente che non è possibile. 

Crediamo invece che la cosa migliore è mantenere le istituzioni, soprattutto le più nevralgiche per la nostra vita quotidiana, il più possibile a livello di gestione pubblica. 
E pensiamo anche che non sia vero che le cose in mano ai privati funzionino meglio perché investono di più. 
Anzi...se possibile è proprio il contrario...sempre per ciò che dicevamo del profitto personale ecc..

Officine Editoriali continuerà ad intervenire ancora e ancora su questi temi.
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giovedì 19 luglio 2012

La direttiva UE vale per tutti

Dunque la direttiva dell'Unione Europea si rivolge all'Europa intera, naturalmente con conseguente allineamento delle circa  250 società che al momento gestiscono i diritti d'autore in giro per il vecchio continente. 
E parla di un mercato unico digitale europeo con la previsione di una licenza unica multiterritoriale.
Confermiamo ovviamente che a tutte le società è stata chiesta maggiore trasparenza ed efficienza.

Dunque la SIAE non è stata l'unica destinataria della direttiva ma l'aggravante è che la società italiana che finora ha gestito in regime di monopolio il diritto d'autore soggiace, pare senza via di'uscita, ad una situazione di degrado e di inefficienza che si protrae da tempo senza che nessuno sia in grado di porvi freni, forse anche per le tante connivenze che a questo punto risulterebbero difficili da smantellare.

Si profila per tutti un mercato dinamico come quello di Internet ed è necessario adeguarsi, vuoi anche per far fronte alla "pirateria"
Il fatto è che non tutti i fruitori di Internet sono anche capaci di smanettare ed utilizzare software che permettono il download gratuito. 
Ma non trovando alternative, potrebbero anche attrezzarsi. 
E' anche per questo che la pirateria è solo uno spettro agitato dalle multinazionali che si vedono danneggiate dalla eliminazione di un mercato di monopolio e forse sono anche arrivate in ritardo ad una tale evoluzione del mercato di riferimento.

Internet rappresenta la nostra libertà,  la libertà di ognuno di noi. Preziosa quanto mai, in un momento in cui ogni forma di libertà sembra essere messa in discussione e non appare assolutamente scontata.

Officine Editoriali continuerà a tenervi informati su argomenti delicati come questi.
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mercoledì 18 luglio 2012

SIAE...ce lo chiede l'Europa

L'Unione Europea ci chiede maggiore trasparenza ed equilibrio nella governance degli enti di gestione dei diritti d'autore attraverso una direttiva del Parlamento Europeo.

Ora, a parte tutto quello che ci chiede l'Europa e che il nostro Governo ritiene applicabile o no sorvolando bellamente  regolamenti, direttive, decisioni e perfino raccomandazioni e pareri a seconda della direzione che questi atti "potrebbero" e non che "dovrebbero" prendere, ciò che appare ancora e purtroppo chiaro è che non si riesce mai a demolire per ricostruire, per rinnovare, per ripulire. Perché indubbiamente la SIAE è un organo che andrebbe  demolito e se ciò ancora non accade è scandalosamente con la complicità del nostro Governo.

Guido Scorza lo spiega molto bene, come al solito. 
Ed è per questo che non vogliamo aggiungere altro a questo ennesimo capitolo che riguarda la SIAE mentre perfino gli autori finalmente si sono convinti che probabilmente c'è qualcosa che non quadra.

Officine Editoriali si limita a riportare le notizie e a tenervi informati.
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giovedì 5 luglio 2012

SIAE. Anche gli autori finalmente si interrogano.

Lo fanno capitanati da Gino Paoli e con la pubblicazione di una lettera aperta, indirizzata a tutti gli interessati, a firma di Beppe Andreetto, Segretario Generale della loro Associazione, Sindacato degli Autori, Compositori e Interpreti Italiani con sede a Milano, in Via Solferino 22.

La prima cosa che si chiedono è come mai la SIAE (Società Italiana Autori ed Editori), normativamente inquadrata come Ente Pubblico, gestisce e amministra denari privati, visto che l'Ente non accede assolutamente a "finanziamenti o coperture economiche di genere pubblico".
E già questo varrebbe una risposta seria e articolata, ammesso che possa risultare soddisfacente.

Nella stessa lettera viene rivendicato il diritto, così come applicato nei "Paesi avanzati a noi più vicini", di liberalizzare l'intermediazione del diritto musicale (in questo caso) in modo da vedere costituite più associazioni che rispondano alla stessa esigenza e che, soprattutto, mettano in atto una sana politica concorrenziale a tutto vantaggio degli autori e degli utenti.

La lettera è piuttosto chiara e altrettanto chiaramente rivendica la propria libertà di scegliere che amministrerà i loro diritti.
Insomma, per loro la SIAE è diventato un carrozzone ingovernabile.

E  noi ci chiediamo quanto tempo occorrerà ancora per riuscire a chiuderlo, a decretarlo definitivamente defunto e a dismettere tutto ciò che gli appartiene. 
Purtroppo, ci viene da dire, anche i mille dipendenti che, per mantenere il loro posto di lavoro, hanno dovuto assistere ai litigi, anche incivili, intercorsi tra i dirigenti.
Questa è l'unica cosa che ci dispiace e, per come vengono condotte le cose, non crediamo che queste persone saranno ricollocate o che cosa. Anche se, ovviamente, ce lo auguriamo.
Officine Editoriali segue la vicenda SIAE anche attraverso i vari aggiornamenti che provengono periodicamente da Guido Scorza, esperto del settore, e vi terrà informati attraverso questo blog.
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lunedì 18 giugno 2012

Fine della SIAE. Via al mercato del digitale.

Leggendo il blog di Guido Scorza sulle pagine de Il Fatto Quotidiano si ha un quadro chiaro della situazione, come già la conoscevamo del resto, in merito alla SIAE o, meglio, ai suoi dirigenti, intenti a difendere strenuamente qualcosa che non è più difendibile insieme ai quattro potenti azionisti ingordi che, però, continuano a fare il bello e il cattivo tempo. E il Governo sta a guardare.

E' vero che sta per essere istituita una commissione d'inchiesta ma è anche vero che in SIAE stanno succedendo davvero cose fuori dalla normale vita lavorativa e gestionale. Oltre agli atteggiamenti incivili in cui si scade, si parla di dirigenza che tenterebbe di gestire l'ente, metà pubblico e metà privato, come abbiamo avuto modo di sottolineare in altri post precedenti, come fosse una azienda privata, disponendo del suo patrimonio.
E a proposito di patrimonio, e visto che la crisi della SIAE dura da decenni (in questo momento è commissariata), due prestigiosi immobili sono stati dismessi per ridare ossigeno alle casse dell'ente.

Ora si parla addirittura dell'ultimo bilancio prima del commissariamento come di un bilancio truccato, secondo uno dei sub commissari. E dire che i dati del bilancio vengono forniti da un ufficio di dieci persone, il bilancio viene rivisto da una delle più grandi società di revisione al mondo, la Ernst & Young e poi ci sono tutti i controlli governativi che deve superare. E allora? Nessuno si è accorto di niente?
A fine Marzo il Governo ha addirittura prorogato il mandato dei commissari......

OK! La solita brutta storia italiana che andrà a finire sempre nel solito brutto modo italiano?
Speriamo di no ma una cosa è certa. La SIAE sta implodendo, sta crollando e nessuno vuole rimanere sotto le macerie. Nessuno si fa per dire.....sono sempre i soliti noti che non vogliono rimanere sotto le macerie e tentano di lasciarci i mille dipendenti in balia adesso anche loro di un futuro incerto.
Ma il discorso è che ora, alla luce di questi fatti e con gli sviluppi dei prossimi giorni, sarà divertente capire e vedere, soprattutto cosa faranno i grandi editori che finora si sono attaccati alla SIAE rivendicandone l'esistenza e, soprattutto, la necessità in primis contro i pirati e la pirateria.
Forse scenderanno i prezzi degli ebook? 
Forse cominceranno improvvisamente a capire quali sono le tendenze tra i lettori? 
Forse si raggrupperanno per essere ancora più forti nei confronti di un mercato che al momento (sembra un paradosso) li intimorisce? 
Certo in Italia non c'è Amazon e nessuno vuole responsabilità perché in questo paese non esiste la cultura del prendersi le proprie responsabilità, salvo quando le cose vanno o sono andate bene. Allora i soliti noti si prendono più che volentieri il merito.

Ad ogni modo, Officine Editoriali ora intravede un giusto modo di procedere nel mercato digitale. Ora anche noi ci sentiamo di dire che il mercato digitale Italiano ha ottime probabilità di crescere, benché lo stia già facendo nonostante cerchino di rallentarlo.
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lunedì 21 maggio 2012

La crisi del Diritto d'Autore. Report dal Convegno di Cosenza del 17 Maggio 2012.

Eravamo curiosi di sapere come era andato a finire il convegno dello scorso 17 maggio sulla Crisi del Diritto d'Autore svoltosi a Cosenza presso l'Università della Calabria e organizzato dallo staff dell'Avv. Angelo Greco che si occupa della materia da diverso tempo e ne è appassionato.
Con lui erano presenti Fulvio Sarzana, Guido Scorza, il giudice Francione, anche loro a vario titolo, meritevoli di essere ascoltati come esperti su un argomento del genere.

Perciò abbiamo seguito il sito dell'Avv. Greco, www.laleggepertutti.it dove è possibile anche visionare il video di una intervista fatta da una TV locale (Spazio Libero) allo stesso Greco e all'Avv. Fulvio Sarzana.
Devo dire che sia l'articolo che il video sono stati estremamente interessanti, tra metafore ed esempi calzanti sono state esposte con semplicità le varie problematiche, i nuovi requisiti e le possibili soluzioni.
Che hanno riguardato soprattutto l'adeguamento della normativa. Una normativa che risale al 1882, anno in cui fu istituita la SIAE e che, vuoi o non vuoi e senza troppo girarci intorno, necessiterebbe di aggiornamenti alla luce delle nuove tecnologie.
Tecnologie che i nostri legislatori sembrano non capire e particolarmente non recepire, nonostante loro stessi e i loro istituti o dicasteri siano informatizzati e digitalizzati, addirittura con leggi e normative anche piuttosto recenti.

Dunque si parla della informatizzazione e della digitalizzazione, quindi della rete, come di qualcosa di imprescindibile e quasi vitale. Non potremmo vivere oggi senza la rete, senza Internet. Ci siamo mai chiesti come faremmo a lavorare? Non è una stupidaggine.
Ma la rete, oltre che essere ormai indispensabile è sfuggente. Tutto circola in rete e questo tutto si comporta praticamente come il gas, penetra dappertutto e non si può contenere, non si può ingabbiare.
E gli utenti poi sono tantissimi...milioni di persone che a livello globale si scambiano opinioni e ognuno dice la sua. Dunque non potendo perseguire ognuno di questi milioni di persone, inizialmente si è pensato di perseguire gli ISP, coloro che garantiscono una connessione Internet
Ma anche qui l'impresa risulta abbastanza difficile e, diciamolo, anche abbastanza ridicola visto che costoro sono in grado di spostarsi, detto fatto, in qualsiasi parte del mondo, anche pagando profumatamente. Ma, si sa, il gioco vale la candela.

Lo stesso dicasi con il diritto d'autore e, manco a dirlo, qui i più restii a muoversi verso soluzioni più aperte e di condivisione, sono coloro che hanno da sempre detenuto il potere sui diritti d'autore.
Non vogliamo ripeterci su questo. Ormai il pensiero di Officine Editoriali è abbastanza chiaro e delineato. 
E' impossibile pensare di utilizzare le nuove e incredibili tecnologie senza mettere in discussione quanto finora ha rappresentato una rendita. 
Il mondo corre veloce ed è strano che a non capirlo siano proprio quelle categorie preposte a divulgare e diffondere la cultura in tutti i suoi aspetti (anche quello tecnologico). Purtroppo quando parliamo di profitti, vengono a frantumarsi un pò tutti i principi e i buoni propositi e la cultura va a farsi friggere.
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giovedì 17 maggio 2012

Riforma SIAE. Poveri autori poveri!

Che fosse un istituto inutile avevamo imparato a capirlo entrando ed addentrandoci un pò di più nel settore della tutela degli autori e in particolar modo dei diritti d'autore.

Che stesse per morire l'avevamo capito leggendo le varie opinioni, anche degli esponenti della SIAE.

Che fosse dubbio il loro operato l'avevamo capito quando avevamo cercato una forma di tutela e protezione effettiva delle nostre opere in caso di contenziosi. 
Non esisteva e non esiste. 
In caso ti difenderai da solo facendoti scudo con la data di registrazione della tua opera. La SIAE non sarà mai disposta a difenderti. E' meramente un istituto di testimonianza, di registrazione.

Anche Officine Editoriali si è posta la domanda di come tutelare i propri autori. E abbiamo subito capito che la SIAE non era proprio la cosa più adatta tant'è che le nostre opere saranno protette da licenze Creative Commons
E in qualsiasi momento, e con gli stessi metodi, possiamo dimostrare eventualmente che l'opera è antecedente a qualsiasi altra che lo metta in dubbio.

Ora dunque, leggendo Guido Scorza, sempre molto informato in questione, veniamo a sapere che, in seno a questa nobile istituzione (era la SIAE di Verdi, Carducci, De Amicis)  il comma 2 dell'art. 11 di questo nuovo Statuto recita "Ogni associato ha diritto ad esprimere nelle deliberazioni assembleari almeno un voto e poi un voto per ogni euro (eventualmente arrotondato per difetto) di diritti d'autore percepiti nella predetta qualità di associato, a seguito di erogazioni della società nel corso dell'esercizio precedente".

Facciamo due conti ed è facile capire poi perché certi illustri artisti si spendano in spot pubblicitari  con espressione preoccupata mentre discettano di pirateria e dei danni che questa comporta...a loro, naturalmente. 
E non facciamo fatica a crederlo viste le novità.

Va da sé che anche gli editori gongolano con la nuova riforma. Ma, del resto, sono cose di cui parliamo spesso nei nostri blog e sono anche piuttosto evidenti. 
E' incredibile come da noi si possa  fare ciò che più ci beneficia a scapito di tutti gli altri senza che tutti gli altri muovano nemmeno un dito anche solo per dire la loro.

Officine Editoriali si chiama fuori dal coro. 
Il mondo migliorerà anche perché scompariranno gli atteggiamenti subdoli.
Scompariranno le anime nere che finora ci hanno condotto....quasi alla rovina.
Non sappiamo come ma succederà.

Continuate a seguire Officine Editoriali su questo blog e rimanete aggiornati sui piccoli sotterfugi in atto per continuare ad "arraffare" da parte di molti.

domenica 13 maggio 2012

La crisi del Diritto d'Autore

Scaricare illegalmente un CD da Internet equivale a rubarlo in un negozio?
E' vero che la pirateria porta maggiore disoccupazione?
La lotta al filesharing può giustificare una serie di restrizioni alle libertà del web prima tra tutte quella di informazione?
Siamo disposti a rinunciare alle prerogative cui la rete ci ha abituati per tutelare i diritti di una industria vecchia di oltre cento anni?
E' giusto considerare ogni utente che navighi su Internet un potenziale criminale?

Queste sono le domande tratte dal comunicato stampa rilasciato dal sito www.laleggepertutti.it e attorno ad esse il 17 Maggio 2012, alle ore 14:30, presso l'Università della Calabria si terrà il Convegno/Dibattito "La crisi del diritto d'Autore: il copyright tra mercato legale e pirateria".
Si confronteranno da un lato (per i riformisti) l'avv. Guido Scorza, l'avv. Fulvio Sarzana, il dott. Gennaro Francione (che nel 2001 firmò la sentenza anticopyright), dall'altro (per i conservatori) il dott. Filippo Gagliano (direttore SIAE), l'avv. Leopoldo Lombardi (Presidente AFI - Ass. Fonografici Italiani) e la dott.ssa Tiziana Scarpelli (Sost. Comm. Polizia Postale).
Durante il dibattito si prospetteranno tesi e proposte per la regolamentazione e la riforma del mercato dei Diritti d'Autore, che non metta in pericolo le libertà della rete. 
Per la prima volta si ritroveranno insieme per un dialogo costruttivo i riformisti del copyright, i pirati e i conservatori.

L'avv. Angelo Greco introdurrà il dibattito e ne sarà il moderatore.
L'avv. Angelo Greco è autore di scritti in materia di copyright (come riformista) e legale difensore della Calabria per la SIAE.
L''evento sarà trasmesso in diretta streaming su www.laleggepertutti.it e sarà possibile interagire in tempo reale con i relatori tramite la pagina Facebook https://www.facebook.com/laleggepertutti.
Il portale web www.laleggepertutti.it e il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Cosenza sono i patrocinatori di questo convegno /dibattito.

Per il comunicato stampa ufficiale potete cliccare sui seguenti link:


Di seguito i link per visionare le schede dei relatori:


Per maggiori informazioni si può contattare direttamente l'avv. Greco all'indirizzo angelogreco@avvangelogreco.it o visitare il sito www.avvangelogreco.it

Officine Editoriali ritiene questa iniziativa degna di merito e di nota e per questo molto volentieri ne dà notizia e cercherà di amplificarne i contenuti tramite questo blog e le interazioni con i social media utilizzati normalmente.

Continuate a seguire Officine Editoriali se volete rimanere aggiornati.

giovedì 15 marzo 2012

La SIAE che non ce la fa a vedere.

Vi rimando a Filippo Gatti sul Fatto Quotidiano per avere la versione di qualcuno che con la SIAE ci "campicchia". Almeno credo, da quanto scrive. 
E sottoscrivo che con tutto quello che sta succedendo nel mondo dell'editoria e non solo, la SIAE sembra non accorgersi di nulla. 
Ora Filippo Gatti parla esplicitamente di musica ma noi invece possiamo affermare la stessa cosa per ciò che riguarda l'editoria e soprattutto le licenze e i diritti d'autore sui libri e sugli ebook.
La SIAE si è ormai imbarbarita come tutti gli apparati elefantiaci che esistono in Italia. Nascono per snellire, tutelare, proteggere e finiscono per perdersi negli stessi meandri che hanno creato loro stessi. Procurando benefici e benessere solo a quelli che l'hanno creati e ci lavorano. Apparati mastodontici e burocratizzati che non ti sollevano nemmeno un pò dalle difficoltà che si incontrano soltanto per capire le procedure. Perché questo dipende, naturalmente, da chi ti risponde al telefono o da chi è in quel momento allo sportello al quale ti rivolgi.
Per questo Officine Editoriali ignora la SIAE come la SIAE ignora il resto, e anche Officine Editoriali. Lo abbiamo già detto in qualche post precedente che noi utilizzeremo le licenze Creative Commons, e lasceremo agli autori il diritto, oltre che il dovere, di decidere delle loro opere.
Abbiamo spostato di un giorno la scadenza della raccolta fondi di Officine Editoriali per stare più comodi nel raggiungere l'obiettivo. Possiamo dire di essere riusciti nell'intento iniziale e siamo ben felici di iniziare questo lavoro.
Se ti piace il progetto di Officine Editoriali e pensi che sia giusto realizzarlo, sei ancora in tempo a sostenerlo visitando il sito di sottoscrizione popolare www.produzionidalbasso.com e prenotando consapevolmente le tue quote.
Grazie e tutti!

domenica 11 marzo 2012

Copyright o Copyleft?


Come si evince dall'art. 2576 del Codice Civile, la creazione stessa dell'opera costituisce l'acquisizione del diritto d'autore*.
Il problema sorge quando più di qualcuno rivendica il fatto di esserne l'autore o l'autrice.
E allora la SIAE finora ha svolto un ruolo praticamente di ente certificatore anche se la legge sul diritto d'autore parla di un ufficio preposto a tale compito istituito presso la Presidenza del Consiglio per il deposito e l'archiviazione dell'opera.

Se infatti malauguratamente si avesse a che fare con controversie circa la paternità dell'opera, non è che la SIAE stabilisce, sua sponte, chi ha diritto a cosa. 
Si è sempre costretti a rivolgersi ad un legale ed iniziare un calvario che può durare anche decenni. Solo per avere riconosciuti i propri diritti sull'opera.

Dunque ciò che finora sembrava essere il massimo della tutela, onestamente ora lo sembra un po' meno. Anche perché è facilmente dimostrabile il periodo di creazione dell'opera semplicemente inviando la stessa via raccomandata a sé stessi o ad amici o addirittura ad istituzioni che hanno il dovere di protocollare tutta la posta. Raccomandata che farà fede per redimere le eventuali controversie.

Da quando si parla di licenze Creative Commons, è come se gli autori si fossero effettivamente riappropriati del loro lavoro togliendo agli editori quel ruolo di intermediari che con l'era di Internet ha perso parte della sua utilità.
Perciò dalla definizione di Wikipedia, Copyleft, gioco di parole su Copyright, individua un modo alternativo di tutelare le proprie opere. Dove Copyright, inteso come Diritto d'Autore, deriva dall'unione delle parole Copy, copia, e Right, diritto o anche destra, mentre Copyleft, inteso come Permesso dell'Autore, deriva dall'unione delle parole Copy, copia, e Left, sinistro per contrapposizione a Right ma anche lasciato, rilasciato.
Ed essendo inteso come Permesso dell'Autore, sta a significare proprio che l'autore rilascia il permesso ad utilizzare la propria opera a sua discrezione.

Abbiamo già avuto modo di esprimere il nostro pensiero e in ogni caso lo ribadiamo e lo confermiamo. 
Officine Editoriali utilizzerà Licenze Creative Commons nell'ambito della regolamentazione Copyleft.
Vogliamo ricordare a tutti coloro che ci seguono che sta per iniziare l'ultima settimana per la raccolta fondi di Officine Editoriali.
Chiediamo a tutti di fare un ultimo sforzo. Sostenete il progetto di Officine Editoriali visitando il sito di sottoscrizione popolare www.produzionidalbasso.com e prenotando consapevolmente le vostre quote.
Grazie a tutti dell'aiuto prezioso!

*Alcuni spunti tecnici di questo post sono stati estratti dal libro di Simone Aliprandi “Creative Commons :Manuale operativo. Guida all'uso delle licenze e degli altri strumenti CC”.

venerdì 10 febbraio 2012

Garantisce il bollino / Ensured by sticker


Parliamo di quel bollino color argento che appare su CD, DVD e anche sui libri che viene apposto dalla SIAE (Società Italiana Autori ed Editori) e per il quale si paga un corrispettivo.
Tutto questo garantirebbe dalla pirateria autori ed editori e perfino gli autori dagli editori in caso questi ultimi volessero stampare e vendere libri in copie eccedenti il numero concordato con l'autore e quindi evitare di pagare il diritto d'autore. Caso davvero molto improbabile.
Peccato che esiste una sentenza del Consiglio di Stato depositata lo scorso 2 Febbraio che si rifa a una normativa della Corte di Giustizia dell'Unione Europea la quale dichiarava illegittimo, già nel lontano 2007, l'obbligo di apporre, appunto, tali bollini da parte della SIAE.
In realtà i bollini vengono ancora oggi utilizzati dalla SIAE e siccome la SIAE ha ottenuto un regolamento addirittura dal Consiglio dei Ministri con il quale viene esonerata dall'obbligo di restituire le somme versate per l'acquisto di tali bollini, gli imprenditori che ne hanno fatto richiesta sono in attesa delle decisioni dei giudici tributari ai quali la Corte di Cassazione ha affidato la decisione se la SIAE dovrà restituire le somme versate negli anni dagli imprenditori.
In genere il bollino argento viene richiesto contestualmente al Codice ISBN, che è ciò che serve maggiormente, perché è facile che un'opera sprovvista di codice ISBN venga rifiutata dai distributori e dalle librerie.
Certo, nell'era e nel mondo della Rete appaiono anacronistici questi sotterfugi nel tentativo di accaparrarsi più introiti possibili da parte di un apparato mezzo pubblico e mezzo privato come la SIAE che sembra davvero non in linea con i mercati e con il cambiamento che sta caratterizzando il mondo culturale e specialmente quello dei libri con l'avanzare inesorabile degli e-book.
Come sempre, per chiudere questo post, vi invitiamo a sostenere il progetto di Officine Editoriali visitando il sito di sottoscrizione popolare www.produzionidalbasso.com e prenotando consapevolmente le vostre quote.
Vi ricordiamo anche che è possibile prenotare l'e-book “Ma il burro lo stavo mangiando io!” di Bibì Zarco cliccando su “Prenota” nella pagina “Prenota il tuo e-book”.
Grazie per il vostro aiuto!


We speak of that silver sticker that appears on CDs, DVDs and even books that is affixed by the SIAE (Italian Society of Authors and Publishers) and for which is paid a fee.
This would ensure authors and publishers from piracy and even the authors from the publishers if they wish to print and sell copies of books exceeding the number agreed with the author and thus avoid paying the copyright. Case really very unlikely.
Too bad there is a judgment of the Council of State submitted last 2 February that harks back to a law of the European Union Court of Justice which declared illegal, as long ago as 2007, the obligation to apply, in fact, such labels by SIAE.
Really the stickers are still used by SIAE and since SIAE has even obtained a regulation by the Council of Ministers which is exempt from the obligation to repay the sums paid for the purchase of such stckers, the enterpreneurs who have made request are waiting for the decision of the tax court to which the Supreme Court has entrusted the decision whether the SIAE will have to return the amounts paid by enterpreneurs over the years.
Typically, the silver stickers are required together with ISBN code, which is what is used greater, because its easier than a work without ISBN code is refused by distributors and bookstores.
Of course in the age and in the world of network this clandestine approach appears anachronistic in an attempt to capture as more revenue as possible by an apparatus both public and private such as SIAE that seems really out of line with the markets and with the change that is featuring the cultural word , especially the one of books with the inexorable advancing of e-books.
As always, to close this post, we encourage you to support the project of Officine Editoriali by visiting the popular subscription website www.produzionidalbasso.com and consciously booking your quotas.
We also remind you that you can book the e-book “Ma il burro lo stavo mangiando io!” of Bibì Zarco by clicking on “Prenota” in the page “Book your e-book”.
Thanks for your help!