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sabato 2 marzo 2013

Elezioni SIAE. Quante bugie!

Andiamo per ordine. Ieri si sono tenute le elezioni per il nuovo Consiglio di Sorveglianza della SIAE
Sarà composto da 34 membri e rimarrà in carica per quattro anni. Quattro lunghi anni verrebbe da dire, dati i risultati. Perché alla fine tutto continua come prima, alla faccia degli scandali dovuti alle votazioni, alla partecipazione degli iscritti ecc.
Intanto sembra che il Palazzo dei Congressi, dove si è tenuta la votazione, non fosse gremito come annunciato da un comunicato stampa della SIAE stessa. 
Sembra, invece, che i partecipanti fossero qualche centinaio a fronte di circa centomila iscritti, tutti con il diritto di votare. 
Mentre per tutte le votazioni precedenti si era permesso di votare in tutte le sedi SIAE, stavolta era permesso solo a Roma, dunque moltissimi non se la sono sentita di affrontare spese e viaggio. 
Certo si potevano delegare altri iscritti ma la firma per la delega andava autenticata presso l'ufficio comunale addetto, che faceva un sacco di storie, o presso un ufficio notarile con le spese conseguenti.

Perfino i nominati infine sono risultati prevedibili e, naturalmente, provenienti dai maggiori gruppi editoriali musicali e dalle fila dei grandi autori, vedi Gino Paoli.
La cronistoria super dettagliata della giornata e del meccanismo delle votazioni la possiamo leggere nell'articolo di Guido Scorza uscito oggi su Il Fatto Quotidiano.

Insomma...tanto rumore per nulla si potrebbe riflettere amaramente. Se non fosse che per un pò ci avevamo creduto che qualcosa potesse cambiare e invece dobbiamo ancora aspettare.
Anche perché si tratta solo di una questione di tempo. 
Giusto il tempo che si capisca che non è più possibile prevaricare i diritti di tutti gli altri a vantaggio di pochi, come noi di Officine Editoriali, andiamo predicando da diverso tempo.
Continuate a seguire questo blog e partecipate alle discussioni. Visitate il catalogo di Officine Editoriali e valutate le nostre pubblicazioni.
Come sempre:

RIMANETE AGGIORNATI PER RIMANERE LIBERI!

domenica 13 gennaio 2013

Letteratura del lavoro: disoccupati si raccontano

E chi meglio di loro potrebbe parlarne? Nessuno. E noi di Officine Editoriali lo sappiamo bene, sia per vissuto personale (siamo degli esperti), sia perché di questo argomento abbiamo fatto uno degli elementi portanti della casa editrice.

Abbiamo avuto modo di dire tante volte, in tante occasioni e ancor prima che Officine Editoriali venisse alla luce, che siamo sensibili al disagio nelle sue varie sfaccettature e siamo attenti alle situazioni personali. 
Perciò non abbiamo tralasciato di osservare una fetta della popolazione che risponde ai disoccupati over 40 e 50. Persone di cui si cominciava a parlare solo qualche tempo fa, anche se le loro disgraziate vicissitudini si registrano da parecchi anni, e che ora ogni giorno assurgono alla cronaca nazionale anche per numero di suicidi, non facendo, ahinoi!, nemmeno più tanta notizia. 
Vuoi che siano lavoratori dipendenti, vuoi che siano imprenditori, questi esseri umani (e questo lo vorrei sottolineare) rientrano in quella fascia di persone che sono letteralmente cadute sotto la scure della crisi. 
Una cosa, la crisi, che non si vede ma che si sente e solo chi la sente sulla propria pelle è deputato a parlarne, secondo noi. 

Per questo motivo, ci occupiamo di letteratura del lavoro così come, ormai da qualche tempo, fanno anche diversi scrittori (Aldo Nove, Silvia Avallone per fare qualche esempio) e così come, qualche post fa, abbiamo avuto modo di parlarne anche noi a proposito di quella letteratura brutale che vuole collocarsi al di fuori degli schemi letterari attuali. 
Schemi seguiti indefessamente e tenacemente da letterati che vogliono  uscire dalle righe a tutti i costi ma con la pancia piena, vogliono stupire a prescindere, magari accostando l'inaccostabile. 
E così assistiamo a personaggi della cultura che danno fiato alle loro bocche soltanto per "stupire". Così dicono loro. Solo che riescono a stupire soltanto gli "pseudo colti". Quelli con l'espressione compassionevole ai quali invece non gliene frega niente delle situazioni vere, quelle brutali per davvero. 
I famosi radical chic che riempiono i salotti alla moda e che vediamo dappertutto 

E così, questi piccoli escamotage sono gli ennesimi giocherelli nelle mani di questi quattro "acculturati" che però, di questa "accultura" fanno il loro "mestiere" e il loro sostentamento (e che sostentamento!). 
Scusate tutti i virgolettati e scusate se abbiamo creato qualche  neologismo, anche con qualche riferimento e doppio senso, ma sono veramente necessari. 
I virgolettati sostituiscono la parola "pseudo", anch'essa virgolettata, stavolta come se fosse evidenziata, che significa proprio FINTO, FALSO
Ora non so se si capisce meglio cosa vogliamo dire.

Di fatto è ora di fare anche letteratura povera, di non riempirci la bocca con parole che vogliono solo stupire, di non cercare il fantascientifico per obnubilare alla fine solo quelle poche persone che sono alla ricerca del diverso. 
Lungi dal dire che fare letteratura e fare cultura come si è sempre fatto non siano occupazioni nobili. Tutt'altro. 
Solo che alcuni che la fanno risultano particolarmente antipatici. Anche perché, pur di sembrare "diverso" (in meglio, ovviamente), scomoda pure i teatri e si improvvisa "attore".
Ci riferiamo anche al nuovo mestiere dello scrittore di cui parlavamo in uno dei nostri post precedenti, nel quale  affermavamo che lo scrittore è ormai una velina che cerca di "sfondare" per essere più visibile. 
Forse che altrimenti non gli riuscirebbe?

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venerdì 4 gennaio 2013

I baroni della cultura.

Scopriamo con orrore che le baronìe non esistono solo nel mondo universitario ma, ahinoi!, ormai anche nel mondo della cultura, della letteratura.

Così come nelle università da tempi ormai immemori si costruiscono concorsi attorno alla persona che in separata sede si è deciso di assumere, alla faccia della meritocrazia, così nella letteratura moderna i dinosauri dell'editoria costruiscono il successo di un libro attorno allo "scrittore"

E sottolineiamo successo perché guai ad incorrere in qualche flop (anzi nemmeno in uno solo). 
Tutto deve essere programmato e calcolato in maniera da soddisfare il ROI (Return on Investment), perché non ci siano perdite, soprattutto di denari. 
E allora si pompano ad arte certi contenuti che vengono spacciati per letteratura, sui quali ci hanno messo invece le mani in tanti, editor di livello che hanno "smussato" e amalgamato, ghost writer che hanno subito, diciamolo pure, l'onta di dover prestare a pagamento il proprio intelletto a gente molto meno capace di loro, quasi fossero degli stuntmen

Oh! Sia chiaro...hanno prestato le loro capacità descrittive e di scrittura a personaggi famosi, dello spettacolo, allo star system. Vi pare poco?

Non sappiamo se sia poco o no...sappiamo con certezza che è triste, squallido, malinconico. 
Ancor più se pensiamo agli utenti, ai "lettori", a cosa viene loro propinato. 
Poi ci chiediamo 
"Come mai non crescono i lettori in Italia? Come facciamo a generare nuovi lettori, a rendere lettori forti coloro che leggono solo sporadicamente o, nientemeno, a creare nuove generazioni di lettori?" 
Non possiamo! Semplicemente! 

Noi vogliamo solo fare i soldi e non ce ne frega niente dei lettori che ci sono, di quelli che verranno, del livello della letteratura e, anche, del livello di impoverimento al quale contribuiamo.
Allora va bene così! E' ciò che ci meritiamo. 

E se da una parte è maledettamente vero, dall'altra parte alcuni, pochi,   non ci stanno molto e, a costo di suicidarsi, tentano una voce fuori dal coro. 
E' per questo che noi di Officine Editoriali tentiamo di creare e difendere quella che noi chiamiamo la letteratura "brutale", quella fatta da coloro che hanno qualcosa da dire e la dicono male. Ma allora...se lo può fare gente insospettabile, che finora non avresti mai creduto di vedere mascherata da scrittore, perché non potrebbe farlo un ragazzo di seconda generazione, un disoccupato over 50 o uno qualsiasi che semplicemente pensa di voler dire qualcosa. 
La letteratura "brutale" riguarda il gradino più basso della cultura? 
Sì, se riconosciamo la cultura un prodotto d'élite, un prodotto classificabile dunque un prodotto scalabile (con una scala da percorrere per arrivare al gradino più alto, più prestigioso, più ambizioso). 
Scendiamo da quel piedistallo dal quale finora abbiamo pensato di avere qualcosa da insegnare agli altri, come se fossimo i portatori della luce divina. 
Non utilizziamo la letteratura come l'ennesimo strumento di discriminazione. 
Soprattutto, non ci nascondiamo dietro ad essa come uno scudo a proteggere le nostre debolezze di carattere e di personalità.

Forse siamo votati all'emarginazione, al rifiuto da parte degli altri ma noi pensiamo che molto deve essere cambiato anche nel magico mondo della cultura. 
Il guscio deve aprirsi ed offrirsi a tutti. 
Forse i lettori ci sono ma non li vogliamo trovare.

Vi chiediamo di continuare a seguire questo blog e vi invitiamo ad aprire discussioni interessanti. Fate sentire anche la vostra voce.
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giovedì 3 gennaio 2013

Cosa sta cambiando nella "letteratura"

Premesso 
che bisognerebbe dissertare sul termine "letteratura"
premesso 
che non è detto che un giorno lo faremo, 
visto 
che andiamo incontro ad una nuova era, 
accertato 
che gli scrittori sono ben altro oggi rispetto a cento anni fa.....

l'importante è non rimanere indietro, appollaiati sui ricordi o sullo sconforto di non poter tornare indietro.

Di fatto gli scrittori oggi parlano più che scrivere, parlano molto, sono personaggi dello spettacolo quasi...penso a Busi, a Saviano, a Baricco
Mi sembra quasi che il mestiere di scrittore oggi sia ambito quasi quanto quello di velina, un trampolino di lancio verso la fama, il successo.
Per carità, non che prima non lo fosse ma era come se tutto rimanesse circoscritto ad una cerchia...di persone, di addetti ai lavori. 
Oggi anche chi non conosce quel personaggio come scrittore e non ha mai letto un suo libro, certamente lo riconosce perché, per altre vie, entra a far parte dell'immaginario collettivo.
Ora, non è che sia uno scandalo. Semplicemente dobbiamo abituarci a vedere le cose per come avvengono, ad intuire i cambiamenti, a percepire il futuro. 
Sembra un paradosso ma dobbiamo pensare proprio a come sarà il nostro futuro, benché al momento sembra non essercene traccia.

Intanto il futuro comincia, anzi continua, col web. Ultimamente abbiamo assistito ad attacchi feroci nei confronti di Internet e del web, della rete
Il terrore che ha suscitato e suscita la rete non ha precedenti nella storia dei governi mondiali, soprattutto in quelli a regime totalitario.
Per questo motivo dobbiamo difendere il web come la nostra massima libertà. L'Era dell'Oro e dell'Amore arriverà via web forse, arriverà in maniera tecnologica e nessuno dovrà privarcene.

E' stato sottoscritto un appello sul web da indirizzare ai nostri futuri governanti, chiunque essi saranno. Naturalmente noi l'abbiamo firmato e suggeriamo di farlo anche a voi. 
Difendiamo ciò che è nostro e facciamo in modo che nessuno ce lo porti via.

In questo contesto il nostro motto RIMANETE AGGIORNATI PER RIMANERE LIBERI è più che mai valido. 
Rimaniamo a guardia di ciò che abbiamo e difendiamolo come a suo tempo i nostri antenati hanno difeso e salvaguardato le loro libertà anche per una vita migliore per noi.
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martedì 1 gennaio 2013

Carta o digitale...diamo i numeri sulle due facce della stessa medaglia.

Continuiamo a fare un attimo il punto della situazione e a capire cosa bolle in pentola. Soprattutto cerchiamo di capire se ne siamo tutti consapevoli o se, invece, rimaniamo guardinghi per non sbagliare i passi successivi.

A tal proposito rimando volentieri all'intervista a Kassia Kroszer, consulente editoriale per il mercato digitale e collaboratrice di Oxford Media Works
La cito perché condivido totalmente il suo pensiero, soprattutto quando parla degli editori e li definisce "a difesa" di quel poco che hanno acquisito sul mercato digitale senza avere il coraggio di osare. 
Definisce anche il mercato incerto, non  per ciò che ne riguarda l'incremento, del quale è sicura naturalmente, ma riconosce che la cosa è talmente in divenire e talmente velocemente che punta il dito proprio su coloro che non si adeguano o che fanno fatica a farlo, per mancanza di mezzi o per paura.

Noi aggiungiamo poi che se hanno paura i grandi editori, noi piccoli, piccolissimi cosa dovremmo fare?
Ma tutto questo lo avevamo prospettato in tempi non sospetti, sui vari post dello scorso anno che richiamavano a questo argomento.
Perciò vi rimandiamo volentieri alla intervista integrale. Siamo sicuri che sarà di vostro interesse.

Di seguito invece vi proponiamo una infografica di OpenDataBlog (Il Sole 24 Ore) su fonte AIE (Associazione Italiane Editori) molto interessante per capire sempre di più e confermare quanto detto nelle righe precedenti:


Innegabile quale sia l'andamento del mercato ma diamo lo stesso qualche numero (i numeri hanno sempre il loro effetto!). 

Mentre le vendite complessive nelle librerie sono calate (parliamo di una flessione del 4,2%), gli ebook hanno registrato vendite pari ad un + 740%. 
Sono numeri dell'anno 2011 da considerare rispetto all'anno precedente, ovviamente, e cioè il 2010. Speriamo di potervi dare al più presto i numeri anche relativi all'anno 2012 rispetto al 2011.

Dunque, tornando solo un momento all'intervista della Kroszer, anche noi, come lei, sosteniamo che il prezzo degli ebook debba mantenersi "umano". 
Dobbiamo comprendere che siamo di fronte ad una cultura alla quale possono accedere tutti, grazie anche alle nuove tecnologie.
C'è molto fermento e questo è palese. I libri diventeranno sempre più vivi, sempre più nostri amici. 
Attraverso di loro impareremo ancora di più di quanto non abbiamo fatto finora.

E allora ad Officine Editoriali abbiamo ragione a parlare di una letteratura "brutale" di cui vogliamo farci portavoce e che avremo modo di affrontare e di approfondire nei prossimi giorni.
Voi continuate a seguirci su questo blog e sul nostro sito www.officineditoriali.com dove potete valutare anche il nostro catalogo.
RIMANETE AGGIORNATI PER RIMANERE LIBER!!


giovedì 19 gennaio 2012

Il significato di Self-Publishing per Officine Editoriali / The meaning of Self-Publishing for Officine Editoriali


Prima di iniziare le nostre attività di business, chiariamo brevemente cosa vuol dire per Officine Editoriali il termine Self-Publishing.
Premesso che il termine risulta difficile da inquadrare anche per gli addetti al settore per l'uso distorto che normalmente se ne fa, bisogna riconoscere che la confusione è generata anche dalle case editrici che, per non perdere metri, cercano di coinvolgere il Self-Publishing nel loro business senza spiegare cosa intendono per Self-Publishing.
Perché se vogliamo tradurre il termine dalla lingua anglosassone, salta subito all'occhio che “Auto pubblicazione” potrebbe essere in contraddizione con “Casa Editrice”.
Naturalmente il chiarimento è iniziato sulla rete e tra gli addetti al settore che aspettano di capire come si muoveranno in tal senso le maggiori case editrici.
Qui invece vogliamo affermare e chiarire le intenzioni di Officine Editoriali.
Diciamo pure che negli Stati Uniti, i Self-Publisher, gli autori che si auto pubblicano, sono dei veri e propri imprenditori. Hanno rapporti di lavoro con i grafici per le copertine, con coloro che fanno editing, con le vendite e i pagamenti.
Ciò che intende Officine Editoriali quando parla di Self-Publishing, è la creazione di una sezione, nel sito, in cui l'autore può inserire il suo lavoro per la divulgazione e la vendita.
Ci sarà una previa valutazione da parte di Officine Editoriali per ovvie ragioni (evitare testi e immagini non consone) e quindi l'opera verrà inserita nel catalogo, nella sezione apposita Self-Publishing.
I lettori valuteranno loro stessi l'opera e stileranno una classifica. In questo senso non ci saranno intermediari a giudicare se l'opera è degna di un best seller o meno.
Officine Editoriali sarà un veicolo per gli autori che vorranno auto pubblicarsi. In questo modo sosterranno meno spese.
Volendo dedicare una parte del sito a questo nuovo modo di pubblicare e pubblicarsi, era doveroso che Officine Editoriali chiarisse cosa intende fare allocando risorse a una sezione di questo tipo.
Officine Editoriali è una casa editrice digitale in embrione.
Se pensi che sia giusto farla nascere e crescere, sostieni il suo progetto visitando il sito di sottoscrizione popolare www.produzionidalbasso.com e prenotando consapevolmente le tue quote.
Grazie per la tua collaborazione!


Before starting our business, let's clarify briefly what it means for Officine Editoriali the term Self-Publishing.
Given that he term is difficult to pin down even for the sector operators for the distorted use that is normally done, we must recognize that the confusion is also generated by the publishers that in order not to lose meters, try to engage in the Self-Publishing their business without explain what they mean for Self-Publishing.
Because if we want to really interpret the word from English-speaking, we can clearly see that “Self-Publishing” may be in conflict with “Publishing House”.
Of course the clarification is begun on the network and among the sector operators which are waiting to understand how the major publishing house will move in this sense.
Here instead we want to affirm and clarify the intentions of Officine Editoriali.
Let's say that in the United States the Self-Publishers, that are the authors who self publish, are real businessmen. They have working relationship with the graphics for the cover, with editors, with the sales and payments.
What that Officine Editoriali means when it speaks of Self-Publishing, is the creation of a section in the site where the authors can put their work for the dissemination and sale.
There will be a previous evaluation by Officine Editoriali for abvious reasons (to avoid text and images not consonant) and then the work will be included in the catalog, in the dedicated Self-Publishing section.
The readers will evaluate themselves the work and draw up a ranking. In this sense there will be no intermediaries to judge if the work is worthy of a best seller or not.
Officine Editoriali will be a vehicle for authors who want to self publish. In this way, they will support less expenses.
Wanting to devote part of the site to this new way to publish and Self-Publish, it was imperative that Officine Editoriali clarified what it means to do allocating resources to a section of this kind.
Officine Editoriali is a digital publishing house in embryo.
If you think it's right to make it born and grow, support its project by visiting the popular subscription website www.produzionidalbasso.com and consciously booking your quotas.
Thanks for your collaboration!

venerdì 2 dicembre 2011

Un editore serio per il tuo e-book / A serious editor for your e-book


Officine Editoriali è una casa editrice digitale che pone l’e-book al centro del suo mercato principale puntando all’innovazione e al cambiamento.
Non sono molte le case editrici che propongono solo cataloghi digitali in Italia. Mentre in America il mercato degli e-book è molto sviluppato, in Italia è ancora agli inizi.
Inoltre, per pubblicare il tuo e-book, molte case editrici, digitali e non, ti richiedono un costo e ti propongono varie altre clausole assolutamente assurde.
Durante la tua ricerca di editori seri dovrai tener presente alcune fondamentali regole e dovrai farti alcune importanti domande.
Controlla che nel sito dell’editore sia riportata la sua Partita Iva.
Controlla se ci sono testimonianze di altri autori emergenti.
Controlla se esiste un catalogo.
Controlla se ti chiede soldi per essere pubblicato.
Controlla che le regole sono chiare e serie.
Controlla se avrai un contratto e come sarà.
Controlla cosa ti propone sui diritti d’autore.
Controlla se richiede l’esclusiva.
Infine, rivolgiti ad una casa editrice che sia in linea con l’argomento che tratti nel tuo e-book.
Non ci vuole molto, alla fine, per essere seri ma, come sai, esistono diversi escamotage per speculare sulle tue aspettative come autore.
Officine Editoriali sarà una casa editrice digitale assolutamente trasparente e in linea con quanto ti abbiamo suggerito di controllare in questo post.
Non abbiamo ancora iniziato la nostra attività e perciò non siamo ancora in grado di fornirti tutto ciò che ti serve per capire se puoi fidarti di noi o meno.
Se vuoi, puoi aiutarci ad abbreviare i tempi e a rendere Officine Editoriali reale e attiva, contribuendo consapevolmente al finanziamento di questo progetto.
Lo puoi fare visitando il sito di sottoscrizione popolare www.produzionidalbasso.com e prenotando una o più quote. Questo ci aiuterà a raggiungere la cifra stabilita entro la scadenza e dare inizio ad Officine Editoriali.
Ti ringraziamo fin da ora della tua partecipazione al progetto di Officine Editoriali.


Officine Editoriali is a digital publishing house that puts the e-book at the center of its main market by pointing to innovation and change.
There are not many publishers offering only digital catalogs in Italy. While in America the e-book market is very developed in Italy is still in its infancy.
In addition, to publish your e-book, many publishers, digital or otherwise, will require a cost and will propose you various other clauses absolutely absurd.
During your search for serious publishers you will need to keep in mind some basic rules and you’ll have to ask you some important questions.
Check that in the website of the publisher is reported its VAT.
Check if there are testimonies of other emerging authors.
Check if there is a catalog.
Check if you  are asking for money to be published.
Check that rules are clear and serious.
Check if you’ll have a contract and how it will be.
Check what they propose you on copyright.
Check if they require the exclusive.
Finally, please contact  a publishing house that is inline with the argument you deal in your e-book.
It does not take much, in the end, to be serious but, as you know, there are several tricks to speculate on your expectations as an author.
Officine Editoriali will be a digital publishing house absolutely transparent  and in line with what we’ve suggested you to control in this post.
We have not yet started our business and therefore we are not yet able to give you everything you need to understand whether you can trust us or not.
If you want, you can help to reduce the time and make real and active Officine Editoriali by consciously contributing to the financing of this project.
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Since now we thank you for your participation in the project of Officine Editoriali.