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venerdì 25 maggio 2012

Chi sta provando a liberare l'Informazione?

Questa domanda per introdurre un libro il cui titolo "Elogio della pirateria" la dice lunga su ciò che vogliamo portare alla luce piano piano ma sempre di più.

L'autore, Carlo Gubitosa, è un giornalista freelance che in questo libro racconta dieci storie i cui protagonisti provano a lottare contro i poteri forti. 
All'interno delle storie rientra ovviamente il copyright, questo strumento nato per limitare il potere degli editori e che oggi contribuisce a limitare quello degli autori.
Ad un certo punto Gubitosa si chiede chi siano davvero i pirati. Questi ragazzini pestiferi che smanettano selvaggiamente sul computer e che molti vorrebbero farci credere essere i veri responsabili o non le grandi lobby, le caste, coloro che ormai detengono il potere nel mondo, banche incluse, e fanno di noi tutti ciò che vogliono?
Io propendo per la seconda ipotesi. Così, a naso. 
Qualcosa (e non solo qualcosa) mi dice che in pochi sono davvero convinti di poter manipolare molti spostando a piacimento personale le varie pedine che rappresentano gente ignara.

E non è un caso, infatti, che si tenti quotidianamente di porre limiti agli scambi in rete, alle miriadi di informazioni che rimbalzano da un capo all'altro del mondo, all'unico strumento a nostra disposizione ancora libero.
Gubitosa ha scritto anche un altro libro "Italian Crackdown" non a caso liberamente distribuito in rete e protetto da Copyleft.
Vogliamo citare per chiudere questo interrogativo di Gubitosa con le sue testuali parole 
"Ogni stagione della storia ha le sue religioni e le sue eresie e spesso sono proprio gli eretici e i criminali a strattonare la civiltà per costringerla compiere un salto in avanti. Basti pensare al segno lasciato nel mondo da 'delinquenti' come Gesù di Nazareth, Socrate e Galileo Galilei, tutti e tre processati per bestemmia contro gli dei del loro tempo. Gesù ha liberato lo spirito, Socrate l'intelletto e Galileo la scienza: chi è che oggi sta provando a liberare l'informazione e la cultura?"
Ecco, vogliamo lasciarci per oggi con questo interrogativo.

Noi di Officine Editoriali segnaliamo autori e contenuti degni di nota e che portino all'evidenza queste argomentazioni e le paure e le preoccupazioni conseguenti. 
Siamo convinti che non se ne parlerà mai abbastanza.
Continuate a seguire Officine Editoriali per rimanere aggiornati.

domenica 11 marzo 2012

Copyright o Copyleft?


Come si evince dall'art. 2576 del Codice Civile, la creazione stessa dell'opera costituisce l'acquisizione del diritto d'autore*.
Il problema sorge quando più di qualcuno rivendica il fatto di esserne l'autore o l'autrice.
E allora la SIAE finora ha svolto un ruolo praticamente di ente certificatore anche se la legge sul diritto d'autore parla di un ufficio preposto a tale compito istituito presso la Presidenza del Consiglio per il deposito e l'archiviazione dell'opera.

Se infatti malauguratamente si avesse a che fare con controversie circa la paternità dell'opera, non è che la SIAE stabilisce, sua sponte, chi ha diritto a cosa. 
Si è sempre costretti a rivolgersi ad un legale ed iniziare un calvario che può durare anche decenni. Solo per avere riconosciuti i propri diritti sull'opera.

Dunque ciò che finora sembrava essere il massimo della tutela, onestamente ora lo sembra un po' meno. Anche perché è facilmente dimostrabile il periodo di creazione dell'opera semplicemente inviando la stessa via raccomandata a sé stessi o ad amici o addirittura ad istituzioni che hanno il dovere di protocollare tutta la posta. Raccomandata che farà fede per redimere le eventuali controversie.

Da quando si parla di licenze Creative Commons, è come se gli autori si fossero effettivamente riappropriati del loro lavoro togliendo agli editori quel ruolo di intermediari che con l'era di Internet ha perso parte della sua utilità.
Perciò dalla definizione di Wikipedia, Copyleft, gioco di parole su Copyright, individua un modo alternativo di tutelare le proprie opere. Dove Copyright, inteso come Diritto d'Autore, deriva dall'unione delle parole Copy, copia, e Right, diritto o anche destra, mentre Copyleft, inteso come Permesso dell'Autore, deriva dall'unione delle parole Copy, copia, e Left, sinistro per contrapposizione a Right ma anche lasciato, rilasciato.
Ed essendo inteso come Permesso dell'Autore, sta a significare proprio che l'autore rilascia il permesso ad utilizzare la propria opera a sua discrezione.

Abbiamo già avuto modo di esprimere il nostro pensiero e in ogni caso lo ribadiamo e lo confermiamo. 
Officine Editoriali utilizzerà Licenze Creative Commons nell'ambito della regolamentazione Copyleft.
Vogliamo ricordare a tutti coloro che ci seguono che sta per iniziare l'ultima settimana per la raccolta fondi di Officine Editoriali.
Chiediamo a tutti di fare un ultimo sforzo. Sostenete il progetto di Officine Editoriali visitando il sito di sottoscrizione popolare www.produzionidalbasso.com e prenotando consapevolmente le vostre quote.
Grazie a tutti dell'aiuto prezioso!

*Alcuni spunti tecnici di questo post sono stati estratti dal libro di Simone Aliprandi “Creative Commons :Manuale operativo. Guida all'uso delle licenze e degli altri strumenti CC”.