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giovedì 7 febbraio 2013

L'incubo pirateria per i nostri governanti.

Soprattutto per alcuni che sembrano essere ossessionati dalla pirateria digitale e dal trovare un modo per imbrigliare ciò che non si può imbrigliare: le notizie che viaggiano nell'etere.

Ne abbiamo parlato tante volte su questo blog e continuiamo a farlo perché siamo preoccupati e convinti che dobbiamo difendere strenuamente la rete e Internet e siamo certi che per farlo dobbiamo rimanere aggiornati.

E' di oggi la notizia su Il Fatto Quotidiano, ad opera dell'avvocato Fulvio Sarzana di un rapporto del Parlamento sulla pirateria digitale in Italia, con numeri incerti ma quel che è più grave, non documentati. 
E certamente numeri diversi da quelli forniti da Michele Boldrin, economista della Washington University, che, insieme a David Levine è autore di "Abolire la proprietà intellettuale".
Vi rimandiamo all'articolo per i dettagli e per ulteriori approfondimenti. 

Ciò che ci preme sottolineare in questo post è come alcuni parlamentari cerchino di difendere, in questo modo, più che il bene e la privacy e i guadagni di chi lavora (secondo loro), i loro interessi e cerchino di fare in modo che non trapeli troppo della classe dirigente.

Così nello stesso rapporto del Parlamento, si trovano contraddizioni enormi come quando si sostiene che a questo rapporto e a questi numeri (i loro!) si sono opposte le lobby degli intermediari della rete che sembrerebbero favorite dal mantenimento della situazione attuale.
Inoltre questo rapporto lascia intendere che non ci sarebbe bisogno di legiferare e di far rispettare le regole. Basterebbe che a richiesta dell'interessato il motore di ricerca bloccasse questo o quel sito. 
Che, capite, è una intenzione veramente assurda e perfino inconcepibile in un Parlamento democratico. Ma chi sono costoro che fanno parte del nostro Parlamento
A onor di cronaca e del vero, il rapporto è ad opera della Commissione di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria commerciale, presieduta dall'onorevole Giovanni Fava, leghista. 
E qui mi fermo. 
Leggetevi l'articolo e traetene le vostre personali conclusioni.
Noi ad Officine Editoriali continuiamo a ripetere il nostro motto

RIMANETE AGGIORNATI PER RIMANERE LIBERI!

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lunedì 21 gennaio 2013

Rimaniamo aggiornati per rimanere liberi!

E' un dovere. Sempre di più. Rimanere aggiornati significa anche conoscere cosa si trama alle nostre spalle, confidando nella nostra buona fede e, soprattutto, nel fatto che non sempre siamo aggiornati. Giustamente del resto.

Certo è un impegno essere aggiornati. Le notizie sono tante e ci arrivano da tutte le parti. 
Ma cercare di fare una cernita tra di esse e capire quale siano quelle che più possono interessarci è di fondamentale importanza. 
A volte basta scorrere i titoli di un quotidiano, essere attenti alle notizie che vengono strillate e comunque ragionare sempre con la nostra testa per setacciare il vero dal falso, il buono dal non buono.
Capitano così sotto gli occhi le notizie relative alla rete. Noi riteniamo che controllare cosa accade relativamente alla rete, soprattutto in ambito legislativo, sia di importanza basilare. 
Da ciò può risultare la nostra libertà futura. 
Forse non diamo abbastanza peso a questo fatto. 
Forse pensiamo che avere Internet sia scontato e che nessuno ce lo toglierà mai. 
Ma invece stanno facendo di tutto per limitarlo e, con esso, la nostra libertà. Internet minaccia molte cose, perfino il mercato finanziario che finora ci ha letteralmente divorati. Il fatto che attraverso Internet si riescano a scoprire tutti i giochini perpetrati a nostro danno fa paura e in qualche modo si cerca di porre rimedio.

E' di stamattina la notizia apparsa su Il Fatto Quotidiano, a firma di Fulvio Sarzana, che ci racconta l'ennesimo sopruso per bloccare i siti, ma non solo, soprattutto quelli di denuncia e di informazione. Si torna, infatti, ancora a colpire i browser cercando di identificarli come "sceriffi della rete"
Insomma, a qualcuno non piace cosa viene scritto e si rivolge alla Procura di turno per sequestrare (preventivamente si intende!)  il sito accusato e direttamente anche l'Internet Service Provider. E il giudice acconsente. 
Tanto che, secondo alcune stime, finora sono stati più di 5.500 i siti sequestrati in Italia a scopo preventivo e a vario titolo. 
E non è difficile credere che la lista sia destinata ad allungarsi.

A noi sembra onestamente un fatto scandaloso e drammaticamente pericoloso. 
Perdonate il pessimismo ma a noi viene davvero da pensare che sia ancora molto radicata la cultura del profitto personale e che quindi Internet e la rete vengano visti e percepiti come un ostacolo al "normale" andamento. 
Perciò si cerca di oscurare lo strumento grazie al quale molti hanno potuto parlare, farsi sentire, denunciare al mondo prima che ai tribunali le ingiustizie e i soprusi. 
Grazie al quale la storia del mondo sta prendendo un'altra strada, forse migliore.

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RIMANETE AGGIORNATI PER RIMANERE LIBERI!

giovedì 14 giugno 2012

Indymedia: un altro sito oscurato

Noi non ce ne rendiamo conto. Le notizie arrivano e poiché non ci occupiamo della materia, non conosciamo i soggetti, ci sembra che siano cose che arrivino veramente dall'altro mondo e che addirittura che non ci riguardino.
Ma non è così. 
Sono cose invece che sono drammaticamente vicine a noi. Parliamo della rete, di Internet...questo magnifico strumento che ci avvicina gli uni agli altri, ci accomuna, ci permette di condividere la nostra vita personale e il mondo che viviamo.

Ora, che siano in atto diversi attentati proprio a questo splendido strumento sembra fuori discussione. 
Ma il fatto è che la percezione non è ai livelli di guardia. 
Non ci rendiamo conto di quanto sia pericoloso per la nostra libertà. 
Dall'oscuramento dei siti si passa a ben altro e potremmo ritrovarci senza  la possibilità di condividere alcunché con nessun altro. Ve lo immaginate?
Tutto questo per darvi notizia che lo scorso 24 Maggio la Procura di Milano ha chiesto al Gip (sempre di Milano) il "...sequestro preventivo delle pagine web del network di informazione indipendente Indymedia", come ci da informazione Fulvio Sarzana dalle pagine de Il Fatto Quotidiano.
Network di informazione indipendente...come se per forza dovesse esistere una informazione dipendente. 
A onor del vero, esiste solo una informazione dipendente e il fatto che si informi fuori dal coro è diventato perseguibile di pena. 
Questo la dice lunga su quale strada si tenti di percorrere praticamente da parte della legge. E siccome la legge in Italia è un guazzabuglio di interpretazioni (per legge e per definizione, basta leggersi il codice civile per scoprire quante leggi dicono una cosa e il contrario di questa), ognuno può trovare il suo cavillo a qualsiasi cosa non gli stia bene. 
Da lì intanto partono i provvedimenti salvo poi valutare dopo anni quale sia la "verità" secondo la dottrina giurisprudenziale più in voga al momento.

Ad ogni modo, per avere i dettagli sul provvedimento messo in atto ai danni di Indymedia, vi rimando al pensiero di Fulvio Sarzana naturalmente, esperto e appassionato della materia.

Per ciò che riguarda Officine Editoriali, vi esorto a seguirci su questo blog e a rimanere aggiornati.

domenica 27 maggio 2012

Continuano gli attacchi alla libertà della Rete. Dentro e fuori l'Italia.

E' globale anche l'azione contro la libertà in rete. Continuiamo a trovarne traccia sia in Italia che oltre i confini nazionali.

Evidentemente le cose si muovono in parallelo. 
Ma il nostro dovere è di rimanerne informati perché davvero, con la pretesa di regolamentazione, si sta mettendo in atto un vero e proprio annichilimento della democrazia. 
Non si può fare a meno di vederla così. E purtroppo, sempre per interessi di pochi e personali.
Accade così che in Italia il nostro rampante On. Fava, della Lega Nord (diamo qualche connotazione perché è importante e giusto anche questo) torna alla carica con un altro ddl che pretende di disciplinare (facciamo caso a questa parola) la materia della responsabilità on line. 
Dunque richiederebbe di nuovo un "filtraggio" da parte dei provider dei contenuti segnalati da chiunque. 
Per saperne di più potete leggere Guido Scorza su Il Fatto Quotidiano ma è certo che pare che non sia solo una faccenda italiana. 
Anche se pare proprio che l'italia si dia molto da fare in questo senso. 

E allora accade così che dall'altra parte del mondo Google, il motore di ricerca più famoso e più utilizzato al mondo, cancella 250.000 link a settimana per andare incontro (compiacere?) alle proteste dei titolari vari di diritti d'autore ecc..
Anche il Commissario Europeo Almunia, come ci spiega Fulvio Sarzana, sempre su Il Fatto Quotidiano,  ha avvertito Google su comportamenti anticoncorrenziali.

La gran confusione, ci sembra di qua e di là degli oceani, risiede nel fatto di considerare o meno i provider o Google o intermediari vari, dei veri e propri editori o no. 
O, se si preferisce, dei veri e propri giustizieri della notte costretti a rimuovere contenuti a seguito di una semplice richiesta e per la paura di diventare i veri responsabili di ogni contenuto che circola in rete.

Google sembra negoziare anche perché il suo vero business ormai non è quello di gestire il motore di ricerca quanto quello del mercato pubblicitario.
E allora torniamo al solito discorso dell'interesse di pochi a danno di tutti gli altri.
Il nostro dovere è quello di rimanere almeno informati su questi argomenti. Parliamo del nostro futuro e della nostra libertà.
Voi continuate a seguire Officine Editoriali su questo blog per  rimanere aggiornati.

giovedì 24 maggio 2012

Protocolli "Torrent". L'Italia contro.

Cosa sono? Sono protocolli che consentono di distribuire e condividere i file su Internet tra gli utenti connessi al sito.
E sembra che l'Italia, soprattutto ad opera di alcune Procure (in questo blog ci riferiamo a quella di Cagliari), abbiano ingaggiato una lotta furibonda contro portali del genere.

Più precisamente, le Procure predispongono la sospensione dei siti, il loro oscuramento, ad opera dei provider Italiani poiché, risiedendo questi portali all'estero, non possono fisicamente imporre a nessuno di chiudere.
Dunque pare che questo fenomeno sia circoscritto all'Italia e che quanto stia accadendo vada proprio a ridurre la libertà dell'utente italiano.

Dal blog di Fulvio Sarzana su Il Fatto Quotidiano "...significa che i provider italiani...dovranno sbarrare in via d'urgenza le autostrade informatiche che consentono ai cittadini Italiani di aver accesso a quel portale..."
I provider Italiani hanno ricevuto quest'ordine ieri, 23 Maggio.
Io mi chiedo se ci rendiamo conto di quanto stia accadendo. Possiamo tranquillamente parlare di esagerazione tanto che alcuni giuristi si interrogano sulla compatibilità di tali provvedimenti.
E non si capisce nemmeno perché questo accanimento provenga soprattutto da parte della Procura di Cagliari.
Comunque, per diritto di cronaca, il sito incriminato è www.kickasstorrents.com ed è stato, appunto, preventivamente "sbarrato". 

Anche queste pretese di prevenzione prima di capire effettivamente sono pretese campate in aria. 
E se parliamo di Internet, di rete, di web, di virtualità, di cose che si usano ma che praticamente non si vedono, mi viene da dire che i giudici si adeguano. 
Prima di qualsiasi cosa.......chiudono tutto e arrivederci. Poi si vedrà. 
Non sarà paura questa? Quali documenti potrebbero uscire mai fuori? Brivido!

Ormai a Officine Editoriali seguiamo con molta attenzione ciò che succede nei paraggi del web, soprattutto in termini di legalità ma anche di "eccesso di potere".
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lunedì 21 maggio 2012

La crisi del Diritto d'Autore. Report dal Convegno di Cosenza del 17 Maggio 2012.

Eravamo curiosi di sapere come era andato a finire il convegno dello scorso 17 maggio sulla Crisi del Diritto d'Autore svoltosi a Cosenza presso l'Università della Calabria e organizzato dallo staff dell'Avv. Angelo Greco che si occupa della materia da diverso tempo e ne è appassionato.
Con lui erano presenti Fulvio Sarzana, Guido Scorza, il giudice Francione, anche loro a vario titolo, meritevoli di essere ascoltati come esperti su un argomento del genere.

Perciò abbiamo seguito il sito dell'Avv. Greco, www.laleggepertutti.it dove è possibile anche visionare il video di una intervista fatta da una TV locale (Spazio Libero) allo stesso Greco e all'Avv. Fulvio Sarzana.
Devo dire che sia l'articolo che il video sono stati estremamente interessanti, tra metafore ed esempi calzanti sono state esposte con semplicità le varie problematiche, i nuovi requisiti e le possibili soluzioni.
Che hanno riguardato soprattutto l'adeguamento della normativa. Una normativa che risale al 1882, anno in cui fu istituita la SIAE e che, vuoi o non vuoi e senza troppo girarci intorno, necessiterebbe di aggiornamenti alla luce delle nuove tecnologie.
Tecnologie che i nostri legislatori sembrano non capire e particolarmente non recepire, nonostante loro stessi e i loro istituti o dicasteri siano informatizzati e digitalizzati, addirittura con leggi e normative anche piuttosto recenti.

Dunque si parla della informatizzazione e della digitalizzazione, quindi della rete, come di qualcosa di imprescindibile e quasi vitale. Non potremmo vivere oggi senza la rete, senza Internet. Ci siamo mai chiesti come faremmo a lavorare? Non è una stupidaggine.
Ma la rete, oltre che essere ormai indispensabile è sfuggente. Tutto circola in rete e questo tutto si comporta praticamente come il gas, penetra dappertutto e non si può contenere, non si può ingabbiare.
E gli utenti poi sono tantissimi...milioni di persone che a livello globale si scambiano opinioni e ognuno dice la sua. Dunque non potendo perseguire ognuno di questi milioni di persone, inizialmente si è pensato di perseguire gli ISP, coloro che garantiscono una connessione Internet
Ma anche qui l'impresa risulta abbastanza difficile e, diciamolo, anche abbastanza ridicola visto che costoro sono in grado di spostarsi, detto fatto, in qualsiasi parte del mondo, anche pagando profumatamente. Ma, si sa, il gioco vale la candela.

Lo stesso dicasi con il diritto d'autore e, manco a dirlo, qui i più restii a muoversi verso soluzioni più aperte e di condivisione, sono coloro che hanno da sempre detenuto il potere sui diritti d'autore.
Non vogliamo ripeterci su questo. Ormai il pensiero di Officine Editoriali è abbastanza chiaro e delineato. 
E' impossibile pensare di utilizzare le nuove e incredibili tecnologie senza mettere in discussione quanto finora ha rappresentato una rendita. 
Il mondo corre veloce ed è strano che a non capirlo siano proprio quelle categorie preposte a divulgare e diffondere la cultura in tutti i suoi aspetti (anche quello tecnologico). Purtroppo quando parliamo di profitti, vengono a frantumarsi un pò tutti i principi e i buoni propositi e la cultura va a farsi friggere.
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