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lunedì 21 gennaio 2013

Rimaniamo aggiornati per rimanere liberi!

E' un dovere. Sempre di più. Rimanere aggiornati significa anche conoscere cosa si trama alle nostre spalle, confidando nella nostra buona fede e, soprattutto, nel fatto che non sempre siamo aggiornati. Giustamente del resto.

Certo è un impegno essere aggiornati. Le notizie sono tante e ci arrivano da tutte le parti. 
Ma cercare di fare una cernita tra di esse e capire quale siano quelle che più possono interessarci è di fondamentale importanza. 
A volte basta scorrere i titoli di un quotidiano, essere attenti alle notizie che vengono strillate e comunque ragionare sempre con la nostra testa per setacciare il vero dal falso, il buono dal non buono.
Capitano così sotto gli occhi le notizie relative alla rete. Noi riteniamo che controllare cosa accade relativamente alla rete, soprattutto in ambito legislativo, sia di importanza basilare. 
Da ciò può risultare la nostra libertà futura. 
Forse non diamo abbastanza peso a questo fatto. 
Forse pensiamo che avere Internet sia scontato e che nessuno ce lo toglierà mai. 
Ma invece stanno facendo di tutto per limitarlo e, con esso, la nostra libertà. Internet minaccia molte cose, perfino il mercato finanziario che finora ci ha letteralmente divorati. Il fatto che attraverso Internet si riescano a scoprire tutti i giochini perpetrati a nostro danno fa paura e in qualche modo si cerca di porre rimedio.

E' di stamattina la notizia apparsa su Il Fatto Quotidiano, a firma di Fulvio Sarzana, che ci racconta l'ennesimo sopruso per bloccare i siti, ma non solo, soprattutto quelli di denuncia e di informazione. Si torna, infatti, ancora a colpire i browser cercando di identificarli come "sceriffi della rete"
Insomma, a qualcuno non piace cosa viene scritto e si rivolge alla Procura di turno per sequestrare (preventivamente si intende!)  il sito accusato e direttamente anche l'Internet Service Provider. E il giudice acconsente. 
Tanto che, secondo alcune stime, finora sono stati più di 5.500 i siti sequestrati in Italia a scopo preventivo e a vario titolo. 
E non è difficile credere che la lista sia destinata ad allungarsi.

A noi sembra onestamente un fatto scandaloso e drammaticamente pericoloso. 
Perdonate il pessimismo ma a noi viene davvero da pensare che sia ancora molto radicata la cultura del profitto personale e che quindi Internet e la rete vengano visti e percepiti come un ostacolo al "normale" andamento. 
Perciò si cerca di oscurare lo strumento grazie al quale molti hanno potuto parlare, farsi sentire, denunciare al mondo prima che ai tribunali le ingiustizie e i soprusi. 
Grazie al quale la storia del mondo sta prendendo un'altra strada, forse migliore.

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RIMANETE AGGIORNATI PER RIMANERE LIBERI!

venerdì 18 maggio 2012

Dalla Agcom alla Apple. Da Quintarelli a Steve Jobs.

Perché? Che c'entrano? Chi sono?
Bè! Uno lo conosciamo fin troppo bene. 
Dite Steve Jobs? Ma no...la Agcom, naturalmente.
Scherziamo! Scherziamo perché pensiamo che sia meglio scherzare.

Ma andiamo per gradi e vediamo quanto queste due "cose" e questi due nomi c'entrino le une con gli altri.
Della Agcom (autorità garante per le Comunicazioni) abbiamo parlato qualche post fa relativamente alla sua ristrutturazione (da otto a quattro membri l'intervento più pesante ed eclatante) e anche prima relativamente alla sua funzione non sempre trasparente. 
Dunque ora per le candidature spunta il nome di Stefano Quintarelli (appunto!), un altro professore della Bocconi e vicino a Mario Monti
Non so se questo debba rasserenarci o farci preoccupare. Conosco poco anzi per niente Quintarelli ma si dice che se ne parli molto su Twitter ecc. anche se sull'account di Officine Editoriali non sono pervenute notizie in merito. Ma...si sa....l'account di Officine Editoriali non è che sia così bene e così tanto frequentato. 
Però insomma se ne dice bene, di Quintarelli
Uno perché intanto ha messo il suo Curriculum Vitae su Internet a disposizione di tutti (e questo marca bene oltre che far ben sperare). 
Due è uno che di informatica se ne intende e soprattutto è un esperto di mercato digitale e di digitale e sembra che lo abbia sempre difeso prevedendone i benefici e l'imprescindibile necessità, oggi come oggi. 
Anzi, di Internet dice " E' una dimensione della nostra stessa esistenza". (Notizie dall'Ansa)
Insomma, uno che dice così è molto vicino a quello che penso io, per esempio, no? E vicino a quello che pensano tanti, tantissimi. 

Se passiamo poi a Steve Jobs, e ripensiamo al contenzioso ancora in atto con Amazon e con il DOJ (Department of Justice) americano relativamente al presunto (ma non tanto) cartello con cinque tra le più grandi case editrici internazionali per far lievitare il prezzo degli ebook ai danni dei concorrenti e dei lettori, scappa fuori un video in cui, a un giornalista che gli chiedeva come mai i lettori avrebbero dovuto pagare un ebook 14 dollari e 99 centesimi quando su Amazon costava 9 dollari e 99 centesimi, Jobs risponde che di lì a poco i prezzi degli ebook sarebbero stati allineati.
Ora il DOJ ha acquisito questo video come prova ma nonostante tutto, non possiamo veramente dire che queste fossero le intenzioni o che questo video rappresenti davvero una prova schiacciante.

Allora!? Due personaggi in buona fede? E' da sperarlo anche se per ciò che riguarda Steve Jobs, una volta arrivati dove era arrivato lui non si sa bene cosa entri in ballo per cui tutti i propri principi e valori vengono messi e rimessi in discussione sacrificando tutto al dio del successo.

Per ciò che riguarda Stefano Quintarelli potrebbero entrare in ballo dinamiche similari anche se l'ambito è molto più ridotto. Ciononostante il rischio esiste. 
Ma noi ci sentiamo di voler dare una chance a Quintarelli. Se è uno che ama Internet potrebbe capirne davvero l'importanza a livello umanitario. Basta che non cambi idea dopo.
Officine Editoriali continuerà a seguire entrambe queste situazioni per tenervi aggiornati.
Voi continuate a seguire Officine Editoriali.