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domenica 1 luglio 2012

Apple continua a rischiare

E' una notizia battuta da ADN Kronos. Cosa rischia ancora Apple? In America ancora non sappiamo relativamente alle supposte scorrettezze nei confronti dei concorrenti (è in corso un contenzioso con il DOJ-Department of Justice). In Italia l'Authority segue Apple sempre per scorrettezze, stavolta nei confronti dei consumatori per quanto riguarda la garanzia sui suoi prodotti, più esattamente la durata della garanzia. Praticamente non rispetta le norme sulla garanzia biennale previste dal Codice del Consumo.

Lo scorso dicembre, alcune associazioni di consumatori avevano denunciato Apple perché, a loro avviso, continuava ad incentivare l'acquisto di AppleCare nonostante la garanzia in Italia sia di due anni. E la Apple si era già beccata una multa di 900 mila euro ma tutto era rimasto così.
Ora rischia una  ulteriore multa di 300 mila euro ma se non cambia nulla nella durata della garanzia, dovrà sospendere per un mese la vendita dei suoi prodotti in Italia.
Certo che una società come Apple, nata all'insegna di una storia bellissima e incredibile, che più di ogni altra dovrebbe avere cura di ciò che fa per sé e per gli altri abbia perso il lume che l'aveva guidata all'inizio e sia ormai dedita al più becero tornaconto personale. 
Succedeva anche quando c'era ancora Steve Jobs
Queste, in fondo, sono diatribe che si trascinano da ben prima che scomparisse il grande condottiero.
Eppure, mi rifiuto di pensare che le cose stanno sempre e solo così.
Vorrei veramente che succedesse il miracolo e che cambiasse l'approccio.

Su Officine Editoriali daremo conto sempre di queste situazioni perché crediamo che il darne notizia sia propedeutico ad eventuali e conseguenti nostri modi di agire.
Continuate a seguire Officine Editoriali su questo blog e rimanete aggiornati.

venerdì 18 maggio 2012

Dalla Agcom alla Apple. Da Quintarelli a Steve Jobs.

Perché? Che c'entrano? Chi sono?
Bè! Uno lo conosciamo fin troppo bene. 
Dite Steve Jobs? Ma no...la Agcom, naturalmente.
Scherziamo! Scherziamo perché pensiamo che sia meglio scherzare.

Ma andiamo per gradi e vediamo quanto queste due "cose" e questi due nomi c'entrino le une con gli altri.
Della Agcom (autorità garante per le Comunicazioni) abbiamo parlato qualche post fa relativamente alla sua ristrutturazione (da otto a quattro membri l'intervento più pesante ed eclatante) e anche prima relativamente alla sua funzione non sempre trasparente. 
Dunque ora per le candidature spunta il nome di Stefano Quintarelli (appunto!), un altro professore della Bocconi e vicino a Mario Monti
Non so se questo debba rasserenarci o farci preoccupare. Conosco poco anzi per niente Quintarelli ma si dice che se ne parli molto su Twitter ecc. anche se sull'account di Officine Editoriali non sono pervenute notizie in merito. Ma...si sa....l'account di Officine Editoriali non è che sia così bene e così tanto frequentato. 
Però insomma se ne dice bene, di Quintarelli
Uno perché intanto ha messo il suo Curriculum Vitae su Internet a disposizione di tutti (e questo marca bene oltre che far ben sperare). 
Due è uno che di informatica se ne intende e soprattutto è un esperto di mercato digitale e di digitale e sembra che lo abbia sempre difeso prevedendone i benefici e l'imprescindibile necessità, oggi come oggi. 
Anzi, di Internet dice " E' una dimensione della nostra stessa esistenza". (Notizie dall'Ansa)
Insomma, uno che dice così è molto vicino a quello che penso io, per esempio, no? E vicino a quello che pensano tanti, tantissimi. 

Se passiamo poi a Steve Jobs, e ripensiamo al contenzioso ancora in atto con Amazon e con il DOJ (Department of Justice) americano relativamente al presunto (ma non tanto) cartello con cinque tra le più grandi case editrici internazionali per far lievitare il prezzo degli ebook ai danni dei concorrenti e dei lettori, scappa fuori un video in cui, a un giornalista che gli chiedeva come mai i lettori avrebbero dovuto pagare un ebook 14 dollari e 99 centesimi quando su Amazon costava 9 dollari e 99 centesimi, Jobs risponde che di lì a poco i prezzi degli ebook sarebbero stati allineati.
Ora il DOJ ha acquisito questo video come prova ma nonostante tutto, non possiamo veramente dire che queste fossero le intenzioni o che questo video rappresenti davvero una prova schiacciante.

Allora!? Due personaggi in buona fede? E' da sperarlo anche se per ciò che riguarda Steve Jobs, una volta arrivati dove era arrivato lui non si sa bene cosa entri in ballo per cui tutti i propri principi e valori vengono messi e rimessi in discussione sacrificando tutto al dio del successo.

Per ciò che riguarda Stefano Quintarelli potrebbero entrare in ballo dinamiche similari anche se l'ambito è molto più ridotto. Ciononostante il rischio esiste. 
Ma noi ci sentiamo di voler dare una chance a Quintarelli. Se è uno che ama Internet potrebbe capirne davvero l'importanza a livello umanitario. Basta che non cambi idea dopo.
Officine Editoriali continuerà a seguire entrambe queste situazioni per tenervi aggiornati.
Voi continuate a seguire Officine Editoriali.


martedì 13 marzo 2012

Apple e Amazon ingrasseranno ancora ai nostri danni?


Allora, tra Apple e Amazon in realtà non si capisce chi ha fatto peggio per arricchirsi ai danni dei poveri lettori o utenti finali o fessi che vogliate chiamarli.
Perché questa è la realtà anche se ora c'è di mezzo il DOJ (Department of Justice), il Ministero della Giustizia statunitense, a cercare di risolvere un problema creato, manco a dirlo, per avidità personale.
Lo aveva confessato Steve Jobs proprio al suo biografo prima del lancio del primo iPad, nel 2010. Fino a quel momento, come spiegano Thomas Catan e Jeffrey A. Thachtenberg in una intervista al Wall Street Journal “...gli editori vendevano i libri ai rivenditori a circa metà del prezzo di copertina raccomandato. Utilizzando quel modello di vendita all'ingrosso, i venditori erano poi liberi di vendere quei libri ai loro clienti a un prezzo inferiore rispetto a quello di copertina, se lo volevano. Buona parte dei libri di carta sono venduti così.”
Perciò Amazon adottò una politica aggressiva dei prezzi, quella che fu comunque poi definita pro customer. Certo aveva il suo tornaconto perché così i clienti erano incoraggiati ad acquistare il Kindle di sua proprietà.
Gli editori cominciarono ad agitarsi per il timore che i lettori si abituassero ai prezzi bassi degli ebook.
Entra in ballo allora Apple che decide di stringere accordi con diverse case editrici. Un accordo di nuovo modello commerciale secondo il quale Apple avrebbe trattenuto il 30% da ogni operazione commerciale con i lettori. Era vantaggiosa per gli editori ma questi non avrebbero dovuto vendere gli stessi libri a prezzi inferiori agli altri rivenditori.
Dunque il DOJ pensa che questa sia stata una operazione truffaldina per far lievitare i prezzi degli ebook ai danni dei lettori.
Bella grana per il DOJ perché per quanto la rigiri è sempre evidente il tornaconto personale. Quando potremo smettere di guardarci le spalle?
Signori sostenitori di Officine Editoriali, mancano due giorni alla chiusura della sottoscrizione popolare del nostro progetto e mancano ancora un po' di quote da sottoscrivere.
Non è escluso che per questo motivo spostiamo di un giorno la scadenza.
Intanto, vi chiediamo di continuare a darci una mano visitando il sito di sottoscrizione popolare www.produzionidalbasso.com e prenotando consapevolmente le vostre quote.
Grazie!

domenica 4 marzo 2012

Un abbonamento per il prestito degli ebook?


Ebbene sì! Arriva dalla Germania dove le cose le pensano e le fanno.
E' un servizio in abbonamento. Si chiama Skoobe e pagando 10 euro da la possibilità di accedere a numerosi titoli in formato digitale.

Penserete ovviamente che saranno titoli piuttosto obsoleti e trapassati. Da qualche parte dovrà pur esserci la fregatura (siamo Italiani!). Invece no! Sono tutti piuttosto recenti (la biografia di Steve Jobs per esempio e titoli provenienti da editori di un certo livello).

Si possono chiedere in prestito fino a 5 titoli, anche tutti insieme e anche se sono in prestito contemporaneamente presso altri utenti. E li potete tenere quanto volete perché il servizio non ha un limite temporale. Li potete chiedere in prestito anche se non avete una connessione con la rete perché il servizio vi consente anche di leggere off line. In questo caso, passati trenta giorni dovete restituire l'ebook perché scade.

Il servizio è praticamente un App quindi non si legge attraverso un ereader ma attraverso App IOS e fra poco anche su supporti Android.
Perciò, se in famiglia esistono diversi dispositivi di lettura, possono essere usati tutti e da tutti a dispetto dei famigerati DRM che ci auspichiamo tutti vengano eliminati prima o poi.
Officine Editoriali, infatti, come già avete avuto modo di sapere, utilizzerà per i suoi ebook le licenze Creative Commons.
Il progetto di Officine Editoriali sta proseguendo la sua raccolta fondi sul sito di sottoscrizione popolare www.produzionidalbasso.com.
Potete sostenerlo anche voi prenotando consapevolmente le vostre quote.
Ma affrettatevi se volete che il progetto si realizzi. La scadenza della raccolta fondi è il prossimo 15 Marzo 2012.
Grazie fin da ora del vostro aiuto!
Grazie in modo particolare a tutti coloro che hanno già sostenuto il progetto di Officine Editoriali!