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sabato 30 giugno 2012

Spiati anche quando leggiamo?

Lo sostiene Ilaria Di Cocco in un articolo uscito su ebookmania.it riprendendo un editoriale del Wall Street Journal secondo il quale gli editori posso accedere ad una lunga lista di dati sui lettori che permetterebbe loro, così, di indirizzare meglio le loro azioni di marketing e quant'altro.

Che fossimo spiati, non è più un segreto per nessuno. Qualsiasi cosa facciamo, se facciamo un acquisto, se chiamiamo un nostro amico, se parcheggiamo la macchina...qualsiasi cosa facciamo...è segnalata. Non sfugge nulla al grande fratello.
Ora, onestamente, essere spiati anche sulle nostre abitudini...mi coglie di sorpresa ma mi lascia anche piuttosto indifferente.
Se vogliono sapere cosa leggo, a quale pagina smetto, quanto impiego a leggere un ebook, se mi piace un genere invece che un altro...facciano pure...non ho nulla da nascondere e, anzi, trovo queste attività perfino utili. 
Utili a conoscere le tendenze del nostro tempo, utili a ricevere informazioni, benché pubblicitarie (rimango pur sempre detentrice  di un certo potere di discernimento per accettare o meno le proposte), utili finanche a socializzare e propedeutiche a ricerche di mercato altrimenti più dure da realizzare.
Dunque, non avendo nulla da nascondere né da temere, mi lascio intercettare tranquillamente senza tema di essere tacciata di alcunché.

Però, per tornare ai dati forniti dal nostro ereader...è apprezzabile come la nuova tecnologia lavori. 
L'unica cosa, a ben pensarci, è che a volte, quando i pensieri sono cupi e aleggia un pò di paura e di tristezza cosmica, questa tecnologia potrebbe mostruosamente rassomigliare alla bomba atomica. 
Energia che, se sprigionata violentemente, potrebbe rivelarsi distruttiva.
Ma noi pensiamo positivo e vogliamo utilizzare la tecnologia a fin di bene.

Officine Editoriali lavora con la tecnologia. 
Non potrebbe esistere senza di essa. 
Ed io ne sono entusiasta.
Continuate a seguire Officine Editoriali e rimanete aggiornati.

mercoledì 27 giugno 2012

Oggi invece è necessario occuparci di lavoro

Officine Editoriali oggi vuole mettere il punto sul tema del lavoro, dopo l'ennesima infelice uscita della Ministra Elsa Fornero in un'intervista al Wall Street Journal nella quale afferma che il lavoro non è un diritto e che gli italiani se lo devono conquistare e non aspettare che gli piova dal cielo.

Era un pò troppo per non rispondere su questo blog...anche perché i facenti parte di Officine Editoriali sono tutti persone over 40 e, soprattutto, over 50 che il lavoro ce l'avevano pure, pensate, e che, una volta perso, altro che se se lo sono cercato e addirittura continuano ancora a cercarselo. Ma di certo non si auguravano di trovarsi in una simile condizione. 
Ecco su questo tema mi piacerebbe sentire la Fornero (e voglio proprio chiamarla LA Fornero, come lei non desidera essere chiamata), questa donna arcigna, prima che ministra. Questa persona dallo sguardo demoniaco che come tutte le anime nere hanno vita breve. Eppure, in questa loro breve vita...guarda cosa sono riusciti a combinare.

Così abbiamo disatteso anche uno degli ultimi articoli della nostra Costituzione, quello che riguarda il diritto al lavoro che, insieme alla casa e alla salute, doveva essere garantito...per la dignità della persona. Non solo...doveva essere anche sufficiente a garantire una vita serena e tranquilla. Vi risulta? 
Ma se con lo sfruttamento attraverso il lavoro ci avete ridotto ad esseri indignitosi, pronti a fare la guerra dei poveri per un tozzo di pane. Perché se non è ancora così, manca poco.

In ogni caso, leggevo proprio oggi anche che, per esempio, nel Testo Unico per il Pubblico Impiego, vengono menzionati, tra i diritti non patrimoniali, il diritto alla salute e alla sicurezza.
E allora, va bene che la nostra giurisprudenza è piena zeppa di interpretazioni e di parole e frasi dette proprio per indurre in inganno ma certe cose saltano agli occhi proprio nel contesto attuale dove tutto è stato disatteso e ci ritroveremo ben presto a lottare per il minimo sindacale (mi viene da ridere a questa frase perché bisognerà capire quale sarà veramente il minimo sindacale).

Signori, siamo nelle mani di chi ci guiderà dritti dritti in Europa facendoci fare quel salto di qualità e una figura splendida dopo averci imposto di adottare tutte le misure più inique per adeguarci agli standard Europei che però non si capisce bene da quali degli Europei  questi standard siano dettati
Peccato che anche dall'Europa riusciamo a prendere il peggio.

Officine Editoriali è molto vicina ai temi dei lavoratori e del lavoro.
Continuate a seguire Officine Editoriali su questo blog e rimanete aggiornati.

martedì 13 marzo 2012

Apple e Amazon ingrasseranno ancora ai nostri danni?


Allora, tra Apple e Amazon in realtà non si capisce chi ha fatto peggio per arricchirsi ai danni dei poveri lettori o utenti finali o fessi che vogliate chiamarli.
Perché questa è la realtà anche se ora c'è di mezzo il DOJ (Department of Justice), il Ministero della Giustizia statunitense, a cercare di risolvere un problema creato, manco a dirlo, per avidità personale.
Lo aveva confessato Steve Jobs proprio al suo biografo prima del lancio del primo iPad, nel 2010. Fino a quel momento, come spiegano Thomas Catan e Jeffrey A. Thachtenberg in una intervista al Wall Street Journal “...gli editori vendevano i libri ai rivenditori a circa metà del prezzo di copertina raccomandato. Utilizzando quel modello di vendita all'ingrosso, i venditori erano poi liberi di vendere quei libri ai loro clienti a un prezzo inferiore rispetto a quello di copertina, se lo volevano. Buona parte dei libri di carta sono venduti così.”
Perciò Amazon adottò una politica aggressiva dei prezzi, quella che fu comunque poi definita pro customer. Certo aveva il suo tornaconto perché così i clienti erano incoraggiati ad acquistare il Kindle di sua proprietà.
Gli editori cominciarono ad agitarsi per il timore che i lettori si abituassero ai prezzi bassi degli ebook.
Entra in ballo allora Apple che decide di stringere accordi con diverse case editrici. Un accordo di nuovo modello commerciale secondo il quale Apple avrebbe trattenuto il 30% da ogni operazione commerciale con i lettori. Era vantaggiosa per gli editori ma questi non avrebbero dovuto vendere gli stessi libri a prezzi inferiori agli altri rivenditori.
Dunque il DOJ pensa che questa sia stata una operazione truffaldina per far lievitare i prezzi degli ebook ai danni dei lettori.
Bella grana per il DOJ perché per quanto la rigiri è sempre evidente il tornaconto personale. Quando potremo smettere di guardarci le spalle?
Signori sostenitori di Officine Editoriali, mancano due giorni alla chiusura della sottoscrizione popolare del nostro progetto e mancano ancora un po' di quote da sottoscrivere.
Non è escluso che per questo motivo spostiamo di un giorno la scadenza.
Intanto, vi chiediamo di continuare a darci una mano visitando il sito di sottoscrizione popolare www.produzionidalbasso.com e prenotando consapevolmente le vostre quote.
Grazie!