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domenica 27 maggio 2012

Continuano gli attacchi alla libertà della Rete. Dentro e fuori l'Italia.

E' globale anche l'azione contro la libertà in rete. Continuiamo a trovarne traccia sia in Italia che oltre i confini nazionali.

Evidentemente le cose si muovono in parallelo. 
Ma il nostro dovere è di rimanerne informati perché davvero, con la pretesa di regolamentazione, si sta mettendo in atto un vero e proprio annichilimento della democrazia. 
Non si può fare a meno di vederla così. E purtroppo, sempre per interessi di pochi e personali.
Accade così che in Italia il nostro rampante On. Fava, della Lega Nord (diamo qualche connotazione perché è importante e giusto anche questo) torna alla carica con un altro ddl che pretende di disciplinare (facciamo caso a questa parola) la materia della responsabilità on line. 
Dunque richiederebbe di nuovo un "filtraggio" da parte dei provider dei contenuti segnalati da chiunque. 
Per saperne di più potete leggere Guido Scorza su Il Fatto Quotidiano ma è certo che pare che non sia solo una faccenda italiana. 
Anche se pare proprio che l'italia si dia molto da fare in questo senso. 

E allora accade così che dall'altra parte del mondo Google, il motore di ricerca più famoso e più utilizzato al mondo, cancella 250.000 link a settimana per andare incontro (compiacere?) alle proteste dei titolari vari di diritti d'autore ecc..
Anche il Commissario Europeo Almunia, come ci spiega Fulvio Sarzana, sempre su Il Fatto Quotidiano,  ha avvertito Google su comportamenti anticoncorrenziali.

La gran confusione, ci sembra di qua e di là degli oceani, risiede nel fatto di considerare o meno i provider o Google o intermediari vari, dei veri e propri editori o no. 
O, se si preferisce, dei veri e propri giustizieri della notte costretti a rimuovere contenuti a seguito di una semplice richiesta e per la paura di diventare i veri responsabili di ogni contenuto che circola in rete.

Google sembra negoziare anche perché il suo vero business ormai non è quello di gestire il motore di ricerca quanto quello del mercato pubblicitario.
E allora torniamo al solito discorso dell'interesse di pochi a danno di tutti gli altri.
Il nostro dovere è quello di rimanere almeno informati su questi argomenti. Parliamo del nostro futuro e della nostra libertà.
Voi continuate a seguire Officine Editoriali su questo blog per  rimanere aggiornati.

sabato 21 aprile 2012

Apple e il prezzo degli ebook a una svolta?

Sembrerebbe di sì date le ultime notizie che girano sulla rete. E dopo che tre delle cinque case editrici che avevano firmato l'accordo con Apple ( Harper Collins, Hachette e Simon & Schuster) si sono ritirate dal contenzioso ammettendo le loro responsabilità e dichiarando di impegnarsi a praticare prezzi più liberi e concorrenziali permettendo ad altri soggetti, come Amazon, di poter praticare i loro prezzi al pubblico.

L'Amministratore Delegato di Pinguin, John Sargent, sostiene, invece, che cedendo il passo, si tornerebbe indietro e si darebbe ancora una volta ad Amazon il monopolio di questo mercato così appetitoso.

Ed è proprio questo il punto. Un mercato appetitoso che fa gola a molti, moltissimi. L'America fa scuola anche in questo frangente, dopo tutto e in Europa stanno a guardare, soprattutto in Italia dove non si è mai capito bene come comportarsi e per questo motivo si sono mantenuti i prezzi degli ebook alti oltre ogni ragionevole limite.

Ciò che speriamo che arrivi dall'esito di questa diatriba tra la Apple e i suoi "complici" e il DOJ (Department of Justice) è che i prezzi degli ebook siano ragionevoli soprattutto per gli utenti finali, i lettori. 
Cosa che in parte già si praticava negli Stati Uniti dove un ebook costava molto meno rispetto al suo equivalente europeo, per non dire italiano.
E' anche la cosa che si augura il vice presidente della Commissione Europea responsabile della concorrenza Joaquin Almunia il quale si augura che "...venga preservata la concorrenza a beneficio dei consumatori in un mercato che cresce così rapidamente..." e plaude alla collaborazione tra il DOJ statunitense e la Commissione Europea.

Officine Editoriali continuerà a seguire questa diatriba fino alla decisione che metterà la parola fine. 
Ci auguriamo che si risolva tutto a beneficio di noi utenti e ci auguriamo  che anche in Italia le grandi case editrici decidano finalmente come comportarsi  visto che quasi sempre sono loro a dettare le linee guida, grazie ai loro quasi infiniti mezzi. 
Ci rendiamo conto che anche questo non va bene e per questo motivo cerchiamo di essere una voce fuori dal coro. In ogni caso siamo interessati a capire cosa succede e cosa succederà.
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