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domenica 17 giugno 2012

Quanto è in ritardo l'Italia sul digitale?

Continuiamo a parlare del digitale e diamo qualche indicazione grazie anche al sito www.agendadigitale.org.
Diciamo pure che più che in ritardo, siamo indietro, terribilmente indietro. 
Se guardiamo agli altri paesi occidentali (ma basta anche guardare al nostro Continente), ci rendiamo conto che potremmo anche non farcela. 
Tra il 1998 e il 2008 (un decennio), il costo del lavoro per unità di prodotto nel settore privato è aumentato in Italia del 24%, in Francia del 15% mentre è diminuito in Germania.
Il Commissario per la Società dell'Informazione della Commissione Europea, Neelie Kroes, considera l'agenda digitale elemento base della sostenibilità socioeconomica.
Tutti i paesi che hanno già adottato una agenda digitale non soffrono come sta soffrendo l'Italia in questo momento di crisi. 
E molti si sono dati un obiettivo di implementazione per i prossimi anni e di percentuali di investimento.
Poi finisce che in Italia sia la società civile a dover chiedere ai governanti di farsi carico di questo impegno per il bene della collettività. 
Come se vivessimo in due paesi diversi e avessimo bisogno di cose diverse.

Inutile dire che sviluppare una agenda digitale significherebbe creare migliaia di posti di lavoro, consentire alle imprese di creare nuova ricchezza, di rendere più trasparente ed efficiente il sistema della Pubblica Amministrazione che non ha nemmeno ancora intrapreso la strada verso questo obiettivo benché se ne sia parlato fino alla nausea. 
Di fatto il sistema della Pubblica Amministrazione non ha recepito e messo in pratica le nuove tecnologie e non ha ancora nemmeno dettato leggi precise al riguardo. Tanti piccoli decreti Legge/Legislativi ma nulla di applicato o quasi.
Dotarsi di una agenda digitale permetterebbe all'Italia di recuperare il suo bagaglio culturale e storico che la rende competitiva a livello di ricerca, innovazione e conoscenza. Per non parlare di diritti e meritocrazia. 
Officine Editoriali si augura che al più presto i governanti e i legislatori si facciano carico di organizzare il Paese in tal senso.
Continuate a seguire Officine Editoriali su questo blog e a rimanere aggiornati.

lunedì 11 giugno 2012

Agcom: le vecchie sedi e il nuovo Presidente

Angelo Marcello Cardani
Bocconiano anch'egli, uomo di fiducia del Presidente del Consiglio e suo braccio destro a Bruxelles.
Ecco il nuovo Presidente dell'Agcom.

Dunque, anche qui, nulla di nuovo. 
Una nomina che era già nell'aria e che non ha avuto bisogno, neanche questa, di esibizioni di curricula. 
Angelo Marcello Cardani, per la verità, ha un Curriculum di tutto rispetto ma non si ravvedono congruenze con la carica che sta per ricoprire. 
Ma questo potrebbe non scandalizzarci se dermatologi e quant'altro siedono o si sono seduti sulle poltrone della istituzione.
Quello che più fa rabbia è la totale mancanza di attenzione verso la società civile che negli ultimi tempi (da un bel pò di tempo, per dire il vero) si sta perseguendo e mettendo in atto.
Esiste un potere che ci ignora e questo è un dato di fatto. 
E' di oggi, per esempio, la rissa nel Consiglio Comunale di Roma per la vendita del 21% dell'Acea disattendendo così le nostre volontà espresse con il referendum del 12 e 13 Giugno del 2011.

Nell'ambito delle nomine Agcom si sono bellamente e completamente ignorate le richieste fatte dalla società civile tramite Open Media Coalition, nonostante fosse state messe nero su bianco dal Presidente del Consiglio che le procedure di valutazione dei curricula non erano ancora iniziate.. 
Eppure, noi continuiamo a pagare cose e persone gestite male, malissimo. 
Anche nel contesto delle nomine per le Autorità.
Si scopre così, grazie a Guido Scorza, che l'Agcom ha due sedi, una a Napoli (che nasce come la sede principale) e una  a Roma, (originariamente per i dirigenti). 
La sede di Napoli occupava più di trecento persone mentre quella di Roma era destinata, appunto, ai dirigenti ai quali forse avrebbe fatto piacere lavorare più vicini alla politica o, meglio, ai palazzi della politica. 
Di fatto col tempo, gli occupanti della sede di Roma sono diventati più di duecento e quelli di Napoli sono arrivati a cento circa.
Il guaio è che le due sedi, di Roma e di Napoli, occupano rispettivamente 12.000 e 15.000 metri quadrati di uffici e costandoci circa sette milioni di euro all'anno. 
Scrivo tutto in lettere perché i numeri fanno sempre una certa impressione. 
Vi prego comunque di leggere attentamente l'articolo di Scorza che contiene risvolti anche più interessanti e sconvolgenti.

Dunque, poca trasparenza nelle nomine o, comunque, sempre i soliti metodi nelle nomine, alla faccia della meritocrazia, parola con cui questo governo si riempie spesso e volentieri la bocca ma tutto finisce lì.

Ahinoi! Dovremmo dire. Ma non lo facciamo perché siamo convinti che siamo sulla buona strada per un cambiamento radicale.

Continuate a seguire Officine Editoriali che vi terrà aggiornati sulla vicenda Agcom ed altro.
Rimanete aggiornati!

giovedì 3 novembre 2011

Officine Editoriali come soggetto della società civile / Officine Editoriali as subject of civil society


Officine Editoriali non è ancora nata come impresa attiva eppure già si propone come soggetto della società civile.
Chiunque voglia sostenere il suo progetto, è in grado di capire da subito quali sono gli intenti e come Officine Editoriali intenda perseguirli.
Poiché il progetto è stato inserito su un sito di sottoscrizione popolare, abbiamo voluto rendere trasparente ogni singola azione per supportarlo.
Nell’ambito della società civile, Officine Editoriali si propone come elemento innovativo nella ricerca dei contenuti, nel target da raggiungere, nella sponsorizzazione di autori svantaggiati, nella collocazione nel mondo del lavoro di persone appartenenti a categorie a rischio, non ultime le persone appartenenti al gruppo degli over 40/50 espulsi dal mercato del lavoro e non più ricollocabili.
Può sembrare un obiettivo ambizioso ma l’unica ambizione che ci muove è quella di creare benessere per sé e per gli altri e contribuire al miglioramento della società civile facendo la nostra parte, seppur piccola.
Per fare questo abbiamo chiesto l’aiuto di tutti. Pensiamo fortemente e siamo convinti che possiamo aiutarci l’un l’altro e che così facendo le nostre azioni diventeranno reciprocamente più responsabili e consapevoli.
Questa è l’etica che ci contraddistingue ancor prima di iniziare l’attività di cui vi rendiamo partecipi sul sito www.produzionidalbasso.com.
Su questo sito potete sostenere consapevolmente il progetto di Officine Editoriali prenotando le vostre quote.
Un sincero ringraziamento va a tutti coloro che hanno già prenotato le loro quote. E grazie fin da ora a tutti coloro che le prenoteranno.


Officine Editoriali is not yet born as an active company and yet already proposes itself as a subject of civil society.
Anyone who wants to support his project is able to understand immediately what are the intentions and how Officine Editoriali intends to pursue them.
Since the project has been included on a popular subscription site, we wanted to make transparent every single action to support it.
Within civil society, Officine Editoriali proposes itself as an innovative element in the research of contents, in the target to achieve, in the sponsorship of the disadvantaged authors, in placing in the world of work persons belonging to groups at risk, not least those belonging to group of people over 40/50 expelled from the labor market and not replaceable.
It may seem an ambitious goal but the only ambition that moves us is to create wealth for themselves and others and contribute to a better society by doing our part, although small.
To do this we have requested the help of everyone. We strongly think and believe that we can help each other and that in doing so our actions will become mutually more responsible and aware.
This is the ethic that characterizes us even before starting the activity of which we make you participate on the site www.produzionidalbasso.com.
On this site you can consciously support the project of Officine Editoriali by booking your quotas.
Sincere thanks to all those who have already booked their quotas. And thanks, since now, to all those who will book.