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mercoledì 8 agosto 2012

Banda larga e fibra ottica. A quando in Italia?

Sì perché al momento solo il 10% del nostro territorio è servito e coperto dalla banda larga e dalla fibra ottica. Praticamente in Italia non esiste copertura. Non solo. 
Pare siano ancora pochissimi, meno della metà, i fruitori di Internet e coloro che sono in possesso di un computer. Numeri da far piangere. Ma del resto, se non esiste una cultura in proposito che venga incentivata e incoraggiata dalle istituzioni non è che si possono fare miracoli o che questi ci piovano dal cielo.

In più, in Italia la situazione "digitale", chiamiamola così, risulta essere una infrastruttura alla stregua della TAV. 
Solo che la TAV la si  tenta di fare a tutti i costi nonostante le dimostrazioni di inutilità e dannosità dell'opera. 
Il digitale invece rimane a una lettera morta benché sembra che valga addirittura 3 punti percentuali di PIL
Per non parlare dei risparmi e dei posti di lavoro mancati. Insomma, una panoramica devastante ma dovremmo esserci quasi abituati. 

Il fatto è che chi ha a cuore questo Paese non si abituerà mai all'idea che versi in uno stato di abbandono tale come quello attuale e che anzi questo stato di abbandono si acuisca sempre di più.
E questa potrebbe essere l'ennesima occasione persa da parte dell'Italia. Rischiamo davvero di rimanere indietro, troppo indietro. 
I fatti mi dicono che la nostra classe dirigente non ha la benché minima percezione della misura e dell'impatto che un adeguamento della banda larga può significare per il nostro Paese
Non comprende che siamo di fronte a una nuova alfabetizzazione e che dovremmo rimettere in campo una figura come il maestro Manzi, Alberto Manzi, che dagli schermi televisivi ha insegnato agli italiani a leggere e scrivere negli anni del dopoguerra. 
Non sarebbe male una idea del genere ma invece la presunzione fa continuare a pensare e a dire che siamo all'avanguardia su tutto salvo rendersi conto, in genere quasi sempre troppo tardi, che dobbiamo correre a i ripari. 
Siamo "analfabeti digitali" e rischiamo di rimanere indietro, troppo indietro rispetto agli altri Paesi, soprattutto quelli Europei
Lasciamo perdere il resto del mondo, dove per esempio in Perù esiste una copertura totale del territorio, altrimenti davvero cadiamo in depressione.

Officine Editoriali continuerà ad informarvi sui passi che farà l'Italia verso la digitalizzazione del territorio.
Continuate a seguire Officine Editoriali su questo blog e rimanete aggiornati.

venerdì 27 aprile 2012

Agcom e il pastrocchio delle nomine

Come al solito non c'è da stare tranquilli e ogni volta che si mette mano a rivisitazioni, riforme, ottimizzazione dei costi, bisogna andare a guardare se non hanno o non stanno combinando qualcosa che semplicemente metta in pericolo (e già basterebbe) la nostra libertà, la nostra fiducia, la nostra ingenuità o se stanno mettendo in atto ancora uno delle loro azioni non proprio eque.

Ormai è un bel pezzo che l'Agcom tiene banco tra gli articoli dei giornali più sensibili (pochi per la verità) anche se le notizie effettivamente non vengono mai riportate all'attenzione del grande pubblico in nessun telegiornale, nemmeno per dire soltanto ciò che è stato deciso e messo in agenda.

Sul Fatto Quotidiano oggi c'è il blog a firma di Guido Scorza che spiega bene cosa sta succedendo con le nomine dei garanti dell'Agcom e cosa succederà se accadesse (come invece abbiamo timore che accadrà) che queste decisioni venissero approvate. 
Vi rimandiamo a questo blog per entrare nei dettagli, anche nel metodo di aggiudicazione delle nomine.
Tra le tante cose che l'Agcom è chiamato a gestire c'è anche il diritto d'autore digitale e quindi ci riguarda personalmente ma non è tanto questo, o comunque non solo questo ad attrarre il nostro interesse, quanto il fatto che tra le altre cose, l'Agcom si occupa di banda larga, di comunicazione, di frequenze TV, dunque un  autorità molto importante per il Paese, soprattutto nell'era attuale, l'era virtuale che tanto virtuale non è.

Officine Editoriali segue con molto interesse questo argomento. Noi abbiamo già preso posizione sui diritti d'autore e per le nostre opere adotteremo licenze Creative Commons, come abbiamo avuto modo di comunicare nei post precedenti.
Ma sarà comunque almeno divertente capire dove si andrà a finire e come reagiranno i potenti del settore.
Aiuto! Aiuto! Secondo noi si stanno già preparando al peggio.
Continuate a seguire Officine Editoriali su questo blog per rimanere informati.