E' una condizione comune
a molti di noi passare freneticamente da Facebook a Twitter quando
siamo appollaiati davanti al computer.
E potremmo giustificarci
che così si rimane aggiornati in tempo reale e costantemente.
Che così possiamo dire
la nostra in tempo reale.
In un mondo che non sta
tanto lì a sentirci, anzi, per niente, il fatto di avere Facebook e
Twitter a portata di mano....ci riempie di soddisfazione e, perché
no, anche un pò di potere.
Ho notato quasi con
orrore che arrivano twitt a raffica, per esempio. Giri la testa e ne
sono arrivati 129.
Se ci lasciamo andare,
passano le ore twittando e ritwittando e cliccando sui nuovi tweet
che arrivano. Poi passiamo a Facebook perché, nel frattempo, nella
barra del browser, notiamo che accanto al nome Facebook c'è una
parentesi con un 4 scritto. Significa che sono arrivate quattro
notifiche.
Che facciamo? Non le
leggiamo? La curiosità diventa tale che ci andiamo subito a cliccare
sopra.
Ah! Questa fantastica
tecnologia. Ci affascina e ci inorridisce. Ci attrae e ci respinge.
Ci stimola e ci rimbambisce. Ci rende creativi e ci spinge
all'inebetismo.
Ma una sana e giusta via
di mezzo? Non è che questo modo di fare appartiene a quelle cattive
abitudini che prendiamo in un secondo e che sembra che non riusciamo
più a lasciare?
Certo che sì!
E allora dipende sempre
da noi. Abbiamo la fortuna di poter disporre di mezzi tecnologici
come mai nella storia del mondo. Ma utilizziamo sempre il 10% delle
potenzialità del nostro cervello, come facevano i trogloditi (OK!
Forse è una esagerazione).
A volte mi chiedo se
imparassimo ad utilizzare solo un po' del restante 90% delle
funzionalità del nostre cervello chissà come ci apparirebbe la
tecnologia che ora è al nostro servizio.
In ogni caso, evviva la
tecnologia. Specialmente per Officine Editoriali che,
attraverso la tecnologia, può dare voce ai più deboli.
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Grazie per il vostro
aiuto!
It's a condition shared
by many of us to move frantically from Facebook to Twitter when we
are perched at the computer.
And we could justify that
so we remain constantly updated and in real time.
That so we can have our
say in real time.
In a world that is not so
much there to hear us, indeed for nothing, to have Facebook and
Twitter on hand...fill us with satsfaction, and why not, even a bit
of power.
I noticed almost with
horror that tweets come in bursts, for example. Turn the head and it
came 129.
If we let ourselves go,
we spend hours tweetting and re-tweetting and clicking on new
tweets coming. Then we move to Facebook because, in the meantime, we
note that next to the name Facebook is a bracket with a 4 wrote. It
means that arrived four notifications.
What do we do? Do not we
read them? Curiosity becomes such that we immediately go to click on.
Ah! This amazing
technology. It fascinates and horrifies us. It attracts and repels
us. It encourages and muddle up us. It makes us creative and pushes
us to the hebetude.
But a healthy and right
middle road? Not that this way of doing belongs to those bad habits
that we take in a second and that it seems we can not leave longer?
Yes of course!
So it always dipends on
us. We are lucky to have technological tools than ever before in
world history. Bu we always use 10% of the potential of our brain, as
did the troglodytes (OK! Maybe it's an exaggeration).
Sometimes I wonder if we
learned to use just a little bit of the remaining 90% of the
functionality of our brain who knows how it would appear to us the
technology that now is to our service.
In any case, hooray
technology. Especially for Officine Editoriali that through
technology can give voice to the weaks.
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