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mercoledì 18 aprile 2012

Ricominciamo dalle parole

E dal loro vero significato. Certo che la lingua italiana è andata mano a mano cambiando. Ed è ovvio e giusto anche che sia così. 
Ma proprio mi viene difficile cambiare il significato di alcune parole e soprattutto se mi soffermo su alcune altre comprendo che il loro significato non corrisponde alla realtà, ai fatti, alla vita pratica nel cui contesto queste si applicano.

Voglio fare alcuni esempi che in questo periodo storico e da diverso tempo ormai, fanno parte di un triste purtroppo vocabolario. 
Si parla tantissimo di lavoro flessibile e di lavoratori precari. Ma soffermandoci un pochino su questi due termini e specialmente riportandoli e confrontandoli alla vita reale, scopriamo nemmeno tanto difficilmente che è piuttosto il lavoro ad essere precario, nel senso che non c'è, non si trova e quando lo trovi non è affatto certo, dunque precario. Il lavoratore invece c'è, eccome se c'è. Tutto è tranne che precario. 
Mentre invece ha dovuto imparare eccome ad essere flessibile. Flessibile ai lavori vari che gli potrebbero capitare. 

Quindi mi chiedo perché si fanno confusioni tali. E soprattutto mi dico che se c'è confusione già nelle parole, figuriamoci nel resto, per esempio nel voler governare una materia di tale importanza. 
Dalle persone più competenti fino all'uomo della strada ormai questo linguaggio è diventato di uso comune ma è completamente sbagliato o, meglio, esprime il contrario di quanto si crede di dire. 
Ma seguiamo l'onda come facciamo sempre salvo riflettere ogni tanto per capire che forse non è così.

Lo stesso dicasi per la parola "piuttosto" che, fin da quando andavo a scuola, mi è stato insegnato che significa alquanto (era piuttosto carino) o preferibilmente (si muove piuttosto in bici che in auto) o meglio (vediamoci in piazza o piuttosto venite a casa mia) o invece, anziché (l'evento meglio farlo a Milano piuttosto che a Roma). Oggi invece, ed è "piuttosto" fastidioso, la parola viene usata per oltre (ho visitato Milano piuttosto che Roma,  Napoli, Firenze).

Quello che succede è che ogni volta che qualcuno mi dice la parola piuttosto con un significato che non corrisponde a quello che ho acquisito e che è confermato dai dizionari, la mia mente è costretta a rovistare nei suoi cassetti per attribuire il giusto significato alla frase nella quale è inserita la parola.
Sarei curiosa di capire come questo sia successo. 
Immagino che dipenda dalla scuola che a un certo punto, attraverso i suoi insegnanti più pseudo moderni, si è messa ad utilizzare questa parola attribuendole un nuovo significato. 
Anche qui, abbiamo o, meglio, hanno (io mi rifiuto) seguito l'onda.
O, forse, questo nuovo significato ha preso piede quando c'è stato l'avvento, anzi l'invasione, dei nuovi yuppie (ve li ricordate? Quelli vestiti tutti uguali che giocavano a fare i manager?) negli anni '90.

Ci sarebbe da dire molto anche sulla parola solidarietà. Ma quella la rimandiamo ai prossimi post. 
Merita una riflessione ancora più profonda perché lì non è tanto il significato letterale quanto quello più ampio morale e umano.
Continuate a seguire Officine Editoriali e commentate se anche a voi non sembra così.

venerdì 13 aprile 2012

Lo Youm. Lo schermo flessibile della Samsung.

Abbiamo già parlato qualche giorno fa dello schermo flessibile della LG che entro l'estate presenterà questo prodotto della nuova frontiera.
Ebbene la Samsung è andata oltre. Ha dato un nome, Youm appunto, agli schermi flessibili che aveva presentato già durante il 2011.

Dunque lo Youm sarà strutturato secondo quattro strati:


  • Polarizzatore
  • Incapsulamento
  • Livello organico
  • e la pellicola flessibile Film TFT che sarà posta sul livello organico per rendere più leggero e infrangibile questo tipo di schermi
Cliccando qui potete visionare un video di presentazione del nuovo prodotto.

Certo è un sfida tutta da seguire. Mi viene da pensare ad uno smartphone flessibile. 
Chi lo sa se sarà mai possibile? 
E come si adatteranno le batterie? 
Saranno rese flessibili anche quelle? 
Affascinante! Semplicemente affascinante!

Seguiamo questo percorso tecnologico con Officine Editoriali. Noi ne siamo molto interessati, ovviamente. E siamo sicuri che in un tempo non troppo lungo ci saranno evoluzioni che nemmeno immaginiamo.

Continuate a seguire anche Officine Editoriali e il suo lavoro, presente e futuro. 

sabato 31 marzo 2012

Ereader flessibili come libri.

Dite di no? Leggete questo e forse ci ripenserete.
Viene dalla LG la notizia che forse prima dell'estate sarà possibile vedere uno schermo flessibile fino a 40 gradi con una risoluzione di 1024x769.
L'unico problema sembrerebbe essere come adattare l'hardware ad un dispositivo del genere, con schermo pieghevole.

Certo la tecnologia ci stupisce sempre di più. Basta pensare, fantasticare e, volendo, è possibile realizzare. 
Ed è così che dovrebbe essere ma a volte, nondimeno, è fantastico e apprezzabilissimo ciò che si riesce a fare e a creare.

Non riesco a capire come potrebbe essere leggere un ebook su schermo digitale pieghevole. Se penso alla flessibilità e alla "manipolabilità" di un libro di carta mi torna un pò difficile, davvero, pensare di fare lo stesso con un libro digitale. 
Ma forse bisogna veramente smettere di pensare al libro di carta come all'equivalente di un libro digitale. 
Sono due cose completamente diverse che non hanno nulla, assolutamente nulla in comune, se non i contenuti e anche quelli potrebbero essere variabili e senza dubbio manipolabili su un supporto elettronico. 
Ma la sostanza...almeno quella dovrebbe essere proprio la stessa per tutte e due le versioni altrimenti.... bè... saremmo di fronte a due cose diverse, a due concetti diversi, semplicemente a due libri diversi.

Officine Editoriali è attentissima a tutto quello che il mercato propone e vi rende nota su tutte le novità che scova in rete.
A breve saremo presenti sulla rete con il nostro sito ufficiale e allora ne potremo discutere in quella sede.
Per ora continuate a seguirci su questo blog che finora ha svolto egregiamente il lavoro che gli è stato richiesto per supportare la raccolta fondi che ora sta vivendo la sua fase attiva.
Confidiamo nella vostra fedeltà al progetto di Officine Editoriali e nella condivisione dei nostri obiettivi.