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mercoledì 1 agosto 2012

Facebook: il Grande Fratello

Pur di scoprire potenziali criminali, Mark Zuckerberg, il papà di Facebook, ha pensato di intercettare le conversazioni degli utenti in chat
Tecnicamente lo farebbe, o lo farà, grazie ad un software con un algoritmo adeguato. 
Quello che interessa a noi è che lo fa, punto e basta. Non ci interessa granché sapere come lo farà. 
Ci interessa invece constatare, ancora una volta, che si tenta di spiarci utilizzando tutte le strade possibili.

Tutte queste attenzioni sono rivolte, secondo loro, a prevenire potenziali azioni criminose, soprattutto nell'ambito della pedofilia e del terrorismo.
Le conversazioni intercettate da questo software verranno poi sottoposte alle valutazioni di vari personaggi addetti alla sicurezza e se degne di nota, verranno inviate alle forze dell'ordine.

Da qui si apre tutto un mondo di probabili situazioni che si potrebbero venire a creare ma soprattutto viene a mancare il vero senso della tutela della privacy
Poi, verrebbe anche da domandarsi "Chi spia chi? e "Chi PUO' spiare chi?" 
Naturalmente scivoliamo nel campo delle interpretazioni, dei concetti, dei cavilli, delle intenzioni e dei processi alle intenzioni. 

Zuckerberg e compagni comunque,  non starebbero proprio lì ad intercettare tutte le persone che assiduamente si connettono via Facebook, ma lo farebbero specialmente con coloro che si connettono sporadicamente perché ritengono che sarebbero proprio questi a connettersi al social network per scopi illeciti e truffaldini.
Detto che chi agisce in maniera illecita trova  e troverà comunque sempre il modo di farlo e di comunicare, rimane il fatto che ci viene il forte, fortissimo dubbio che alla fine gli scopi di chi intercetta non siano proprio quelli di intercettare i criminali o potenziali tali. O, comunque, non solo loro. 
E allora torniamo al discorso della tutela della nostra libertà. Questa è veramente la cosa da tutelare. E immagino che dobbiamo pensarci noi rimanendo aggiornati e allerta.

Officine Editoriali si occupa di questi temi e continuerà a farlo.
Continuate a seguire Officine Editoriali su questo blog e rimanete aggiornati.

martedì 12 giugno 2012

Due conti per capire il prezzo degli ebook

Facciamo due conti per capire se veramente il prezzo degli ebook è troppo elevato rispetto al libro stampato.
Cominciamo dai costi vivi. 
Un libro di carta va incontro a una tassazione IVA del 4% contro quella del 21% degli ebook.
I costi di produzione possiamo considerarli attorno al 10% per entrambi visto che, anche per il libro di carta, la produzione segue un processo di digitalizzazione già da diverso tempo.
Per i costi di distribuzione possiamo valutare una forbice del 10% tra gli uni e gli altri, considerando un 20% per il libro di carta e il 30% per gli ebook.
Gli autori si attestano al'incirca al 10% sia per i libri di carta che per gli ebook.
La stampa per il libro di carta incide per il 10% e il punto vendita (libreria) per un 30%
All'ebook, naturalmente, manca il costo della stampa.

Normalmente l'editore trattiene una percentuale lorda del 20% sul libro cartaceo e del 50% sugli ebook. 
Ma questo è ragionevolmente giustificato perché dobbiamo considerare l'IVA che si distanzia di 17 punti dall'uno all'altro mercato e va anche considerato che per il mercato degli ebook parliamo veramente di percentuali dello zero virgola.

Dunque la differenza più o meno del 15% degli introiti a favore dell'editore risulta essere proprio la differenza di prezzo tra il libro di carta e quello digitale.

Tuttavia, facciamo un distinguo perché noi pensiamo che chi detiene il mercato degli ebook in questo momento relativamente iniziale siano le grandi case editrici che hanno nel loro potenziale numeri e previsioni di vendita di una certa consistenza. 
Perciò continuiamo a sostenere che il prezzo finale dell'ebook debba essere più contenuto visto che le piccole case editrici già seguono una politica di prezzi completamente diversa e, guarda caso, riescono a mantenerli in un certo ambito.

Non vorremmo tornare al solito discorso ma siamo convinti che il prezzo attuale, praticamente imposto, degli ebook è un prezzo che contribuisce a mantenere sotto certi livelli il mercato per lasciare ai grandi protagonisti  il tempo di capire come fare a non perdere profitti ma, soprattutto, come fare a perseguirne di più senza rischiare.

Questo è il pensiero di Officine Editoriali perché è anche abbastanza palese se ci si addentra nel mercato del libro digitale.
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mercoledì 18 gennaio 2012

Parliamo del SOPA / Let's speak about SOPA


L'acronimo SOPA che sta per Stop On line Piracy Act è una proposta di legge in discussione alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti e presentata alla fine di Ottobre 2011 dal deputato repubblicano Lamar Smith.
La legge, così com'è, darebbe al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti il potere di chiedere un'ordinanza contro i siti Internet che violano i diritti d'autore. Ottenuta l'ordinanza, il Governo, attraverso il Ministro della Giustizia potrebbe obbligare i provider (erogatori di servizi Internet) a bloccare i siti sospetti e i loro canali di finanziamento.
Le pene vanno fino a cinque anni di carcere per chi viola la legge.
Coloro che vengono colpiti dall'ordinanza hanno fino a cinque giorni di tempo per presentare appello ma intanto i siti vengono oscurati ben prima che un processo stabilisca le responsabilità.
Al di là di quali sarebbero le conseguenze e al di là delle personalissime idee di ognuno di noi, coloro che sostengono la legge sono le associazioni dell'industria cinematografica, aziende farmaceutiche, associazioni sportive e produttori di videogiochi.
Molto ampia è anche la contrapposizione al SOPA, portata avanti da importanti società che operano nel settore informatico riunite in un “gruppo di pressione” (NetCoalition) che comprende tra gli altri Google, Yahoo, Amazon, eBay, PayPal e Wikipedia.
Queste società si starebbero accordando per mettere temporaneamente off line i loro siti come protesta contro una eventuale approvazione del SOPA.
Chi è contrario sostiene che il SOPA è un attacco alla libertà di espressione su Internet.
Noi di Officine Editoriali siamo d'accordo con i critici della proposta di legge.
Noi pensiamo che la libertà di espressione vada difesa strenuamente.
E' così che finora attraverso Internet abbiamo potuto avere notizie di iniziative che altrimenti sarebbero rimaste oscure e soffocate, anche nel sangue e nella violenza senza che noi ne sapessimo nulla e togliendo ai promotori di queste iniziative ogni possibilità di riuscita dei loro sogni.
Officine Editoriali vuole nascere e crescere per difendere assieme a tutti gli altri i diritti fondamentali.
Se vuoi sostenerci, visita il sito di sottoscrizione popolare www.produzionidalbasso.com e prenota consapevolmente le tue quote.
Grazie mille per il tuo aiuto!.


The SOPA acronym which stands for Stop Online Piracy Act is a law proposal being discussed in the House of Representatives of the United States and presented at the end of October 2011 by Rep. Lamar Smith.
The law as it stands, would give the U.S. Justice Department the power to require an ordinance against Internet sites that violate copyrights. Obtained the ordinance, the Government, through the Minister of Justice, could force providers (Internet service dispenser) to block suspicious websites and their financing channels.
Penalties go up to five years in jail for violating the law.
Those who are affected by the ordinance have up to five days to appeal but in the meantime the sites are blacked out long before a process can define responsibilities.
Beyond what would be the consequences, and beyond the very personal ideas of each of us, those who support the law are the associations of the film industry, pharmaceutical companies, sports associations and producers of video games.
Is also very wide the opposition to the SOPA, carired out by leading names in the computer industry together in a “pressure group” (NetCoalition) which includes, among others, Google, Yahoo, Amazon, eBay, PayPal and Wikipedia.
These companies would be getting an agreement to temporarily put off line their sites as a protest against a possible approval of SOPA.
Those against claim that SOPA is an attack on freedom of expression on the Internet.
We at Officine Editoriali agree with the critics of the proposal law.
We think that freedom of expression must be defended. It's so that we could have had so far in the Internet news of initiatives that otherwise would remain obscure and suppressed, even in the blood and violence and we never knew anything, and by taking away to the promoters of these initiatives any possibility of success of their dreams.
Officine Editoriali wants to born and grow to deend together with all the others the fundamental rights.
If you want to support us, visit the popular subscription website www.produzionidalbasso.com and consciously book your quotas.
Thanks a lot for your help!