martedì 31 luglio 2012

Riparliamo di Sfinz

Soprattutto per approfondire ma anche per correggere alcune cose dette precedentemente e non proprio vere.
Nel post in cui parlavamo di Sfinz avevamo detto che veniva dall'America...Niente di più sbagliato. 
Maurizio ci ha tenuto a scriverci e a specificare che non potrebbero essere più italiani. 
Un gruppo di ragazzi di Roma più o meno legati alle nuove tecnologie e con tanta voglia di fare e di aiutare. 
E siccome già questo ci sembra meraviglioso e meritevole, siamo veramente lieti di scrivere ancora di loro. 
A questo punto soprattutto vi invitiamo a visitare il loro sito www.sfinz.com.

Ciò che cercano di fare Maurizio & Co è semplicemente rendere la vita un pò più facile visto che di questi tempi diventa sempre più difficoltosa. 
Si pongono e si propongono praticamente come dei facilitatori
Ora questa, come tante altre, è una di quelle parole che di fatto non dicono niente. Ma in questo caso ci sentiamo di affermare che forse invece questa parola ha trovato una sua collocazione. 
Il loro sito non è un portale di lavoro per chi lo offre e per chi lo cerca. Sarebbe sbagliato e riduttivo pensarla in questo modo. 
Sul loro sito è possibile proporsi per quello che si è e soprattutto per ciò che si vuole fare, senza scendere a compromessi. E si trovano consigli e regole da seguire per non cadere in trappole fin troppo facili da mettere in atto. 
E' difficile nel contesto sociale attuale  cercare di conciliare il lavoro con la soddisfazione, la gratificazione, la realizzazione personale. Ma è nostro dovere provarci. Ecco perché il sito di Sfinz è diverso e vale la pena postarvi le proprie capacità e le proprie esperienze se vogliamo coniugare, anche in momenti di difficoltà, i bisogni con il piacere.

Officine Editoriali accoglie volentieri queste nuove idee e le sponsorizza il più possibile. Noi sosteniamo chi cerca di reagire e chi mette in pratica idee nuove e nuovi progetti.
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lunedì 30 luglio 2012

Diritti d'autore anche per i tablet di Apple e Samsung

Perché alla fine di questo si discute e su questo si litiga. 
In America è in atto un duello all'ultimo colpo tra Apple e Samsung
In particolare, Apple accusa pesantemente Samsung di aver utilizzato sui suoi tablet i dispositivi iPhone, violando i brevetti.
E allora, sempre di copia si tratta. E il tutto è finito davanti al tribunale di San Josè dove la Apple ha avanzato una richiesta di risarcimento danni a carico della Samsung di ben 2,5 miliardi di dollari (e meno male che non sono euro o sterline).
La Samsung ovviamente si difende dicendo che non ha copiato i brevetti ma che si è solo basata su qualche idea riconducibile alla Apple

Dunque giochiamo sui concetti, sulle parole, sul filo delle interpretazioni, come sempre. 
Perché, non è scandaloso dirlo, se mai ci capitasse di incappare in qualche truffaldino che tentasse di privarci illecitamente dell'espressione del nostro intelletto, non sarebbe certamente così semplice venirne a capo.

Ovvio che qui parliamo di due colossi dell'industria mondiale e più di tanto non ce ne preoccupiamo (hanno i mezzi necessari per attaccare e per difendersi) ma la cosa interessante comunque resta il fatto che questi avvenimenti accadono senza che noi praticamente veniamo a saperlo. Tanto è il nostro interesse e la nostra febbre per le novità tecnologiche che tutto ciò che accade attorno non è cosa che possa impensierirci.

Officine Editoriali segue anche questi argomenti che viaggiano ai margini delle notizie più appetitose al riguardo (come l'ultima versione di questo o di quel dispositivo).
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sabato 28 luglio 2012

Perché in Italia non è possibile liberalizzare

E tanto meno privatizzare. Se ci addentriamo poco poco nel tema dei diritti d'autore e osserviamo cosa sta facendo la SIAE e come si muove il nostro Governo, comprendiamo un pochino meglio.
Ma è irrimediabilmente lo stesso in qualsiasi altro settore della nostra vita sociale.

Per ciò che riguarda la SIAE vi rimando al blog di Guido Scorza su Il Fatto Quotidiano che, ovviamente, lo spiega molto bene e segue le vicende dei diritti d'autore da molto più tempo e sicuramente meglio di noi.

Per tutto il resto vogliamo qui ribadire, anche prendendo ad esempio ciò che succede per i diritti di autore, che finché il profitto personale avrà il sopravvento e guiderà ogni azione di chi dovrebbe tutelarci, incluso il Governo, le cose non potranno cambiare per ovvie ragioni.
E poiché ciò che governa l'Italia, più di ogni altro paese, almeno in Europa, è la logica del profitto personale, del proprio tornaconto, dell' "hanno rubato tutti ora tocca a me", le cose qui sembrano davvero lontane, lontanissime da venire.

Noi continuiamo a non disperare, naturalmente, ma quando sentiamo queste cose è un pò dura dare credito alle nostre più rosee speranze.
Privatizzare e liberalizzare in Italia significa mettere il mercato in mano ai privati, appunto, e i privati non sono maturi per perseguire "politiche" comunitarie, nel vero senso della parola. Se molti di questi privati non pagano le tasse, in Italia, come si può pretendere che lavorino per il bene, anzi per il benessere, del proprio Paese
Capite facilmente che non è possibile. 

Crediamo invece che la cosa migliore è mantenere le istituzioni, soprattutto le più nevralgiche per la nostra vita quotidiana, il più possibile a livello di gestione pubblica. 
E pensiamo anche che non sia vero che le cose in mano ai privati funzionino meglio perché investono di più. 
Anzi...se possibile è proprio il contrario...sempre per ciò che dicevamo del profitto personale ecc..

Officine Editoriali continuerà ad intervenire ancora e ancora su questi temi.
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venerdì 27 luglio 2012

Internet pulita e aperta: anche qui bella confusione

A clean and open Internet. Lo sostiene la Comunità Europea, manco a dirlo. E anche qui, come per il diritto d'autore, regna una gran bella confusione salvo, come è successo per Internet quale diritto fondamentale dell'uomo, smuovere le coscienze dei parlamentari europei con petizioni, lettere, mail, telefonate ecc.. 
Che almeno si vadano a guardare di cosa si tratta. Perché questo è il vero dramma.

Dunque è stata lanciata una consultazione pubblica su questo argomento, su questo sito dove però, peccato, non è possibile dire la propria ma soltanto rispondere alle cosiddette domande "multilevel answer" e pure in inglese.

In più, anche qui, la confusione la fa da padrone. 
La consultazione riguarda le procedure di rimozione dei contenuti illegali ospitati dagli intermediari (Google ecc.), argomento del  quale ci siamo occupati diverse volte. 
Si vuole verificare la solerzia con la quale gli intermediari cancellano i contenuti ritenuti "illegali" da organizzazioni e titolari di diritti. 
Quindi si utilizza Internet per combattere Internet. Magnifico! 

Solo che torniamo sempre al solito punto: cosa è illegale e cosa non lo è? 
E' come...innocente fino a prova contraria...solo che qui sarebbe esattamente l'opposto...colpevole fino a prova contraria...

Che ve ne pare? Ogni giorno minacce di ritorsione alla nostra libertà, alla possibilità di condividere i nostri pensieri.
Officine Editoriali segue attentamente questi temi delle libertà della persona e della tutela  dei suoi diritti fondamentali. 
Noi pensiamo che troppe generazioni sono morte per permetterci queste libertà e noi ora non possiamo permettere che ci vengano scippate per una sporca logica di profitto e di individualismo.
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giovedì 26 luglio 2012

Prossimi appuntamenti per Officine Editoriali

Il primo e più vicino nel tempo: il prossimo Ottobre, dal 17 al 21, parteciperemo al Salone dell'Editoria Sociale di Roma, nei locali di Porta Futuro a Testaccio.
Saremo presenti con tre opere e con una serie di iniziative culturali che nel frattempo andremo a connotare nei particolari.

Officine Editoriali è nata ufficialmente lo scorso 15 Giugno ed è necessario iniziare ad essere operativi anche se finora non siamo stati immobili. 
Lo scorso 8 Giugno abbiamo partecipato al Primo Festival itinerante della Letteratura di Milano e dopo il Salone dell'Editoria Sociale di Roma, abbiamo in programma di partecipare ai maggiori eventi dell'anno in ambito culturale. 

Perciò non mancheranno IfBookThen a Milano a Febbraio e, naturalmente, il Salone del Libro di Torino a Maggio. Febbraio e Maggio naturalmente dell'anno prossimo.

In più, pensiamo di organizzare un evento culturale del quale però non vogliamo anticipare nulla ma che promette di essere molto, molto interessante. 
Tutto questo però esattamente fra un anno, come obiettivo a breve e medio termine.
Noi ci auguriamo che le cose vadano per il verso giusto, cioè quello che abbiamo immaginato e per il quale stiamo lavorando. 
Allora avremo bisogno di aiuto e a quel punto staremo volando e festeggiando.

Officine Editoriali vi terrà informati sui temi di attualità, culturali, artistici e sui temi strettamente legati alla nostra attività.
Continuate a seguire Officine Editoriali su questo blog e rimanete aggiornati. E' importante più che mai!

mercoledì 25 luglio 2012

Pirateria e antipirateria: una gran bella confusione

Succede così che una società olandese di gestione dei diritti d'autore (la Buma Stemra) sia stata condannata dal tribunale del suo paese per aver utilizzato in uno spot pubblicitario della musica "pirata"

Lo spot, per quanto breve, è stato diffuso in migliaia di sale cinematografiche in giro per il mondo, è stato pubblicato on line e riprodotto su migliaia di supporti digitali.

E' vero che la musica era stata utilizzata una sola volta per la registrazione ma è anche vero che è stata trasmessa tramite molteplici e diversi canali di diffusione...dimostrando quanta confusione possa regnare nel settore se anche degli addetti ai lavori, come le società di gestione dei diritti d'autore, vengono indotti a commettere simili banali errori.

Per questo sono in tanti che da anni esprimono perplessità notando la velocità del digitale rispetto alla disciplina che regola il settore dei diritti d'autore. 
Gli stessi sostengono che la pirateria genera proprio da questo gap e dalla tremenda confusione che regna nel settore.

Officine Editoriali è d'accordo e continuerà a fornirvi informazioni in proposito.
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martedì 24 luglio 2012

GIGS e SFINZ...da dove vengono?

Ma dall'America naturalmente. 
Ma non sono piccoli alieni atterrati in qualche villino alla periferia di qualche grande città.  
Udite udite...sono nomi per identificare un muovo modo di lavorare...il cosiddetto lavoro a tempo
Se sai fare bene una cosa...che so?...rispondere a domande su Roma, suggerire i posti più interessanti da visitare nei wekend, spedire cartoline da una città in particolare, realizzare loghi o frasi ad effetto.....puoi metterla in vendita ad un prezzo simbolico e fisso, esempio a 5 euro (dollari in America) e sempre a 5 euro e che non sia mai un prezzo diverso. 
Sembra poco ma sembra anche che qualcuno riesca a tirarci su un pò di soldi per vivere.

Esistono diversi siti dedicati: fiverr.com, gigbucks.com, sfinz.com.
Ora lascio a voi visitare i siti e giudicare.

Quello che voglio dire in questo ambito è che qui siamo in Italia
Primo, non è detto che tutto quelle che succede in America può essere clonato in Italia, anche se un buon 80% della produzione di qualsiasi cosa americana è tranquillamente riprodotta...vuoi solo perché arriva dall'America

Secondo...ve la immaginate una cosa del genere in Italia? Come scoprono poco poco che ti vendi a due soldi, te ne offrono ancora di meno, con l'intenzione di prenderti per la gola già che sei bisognoso. 
Già per trovare un lavoro, con tutte i requisiti a posto, con dei numeri di eccellenza all'attivo, è una impresa praticamente impossibile (anzi a volte siamo costretti a nascondere ciò che siamo in grado di fare perché altrimenti ci considerano cari, che costiamo troppo), figuriamoci mettere in vendita il nostro know how a prezzo ridotto...non so cosa potrebbe accadere. 
Ciononostante vale la pena provarci perché se siamo inflessibili e si riesce a non scostarsi dal prezzo che decidiamo...secondo me potremmo farcela.

Officine Editoriali si occupa anche di portarvi delle novità nell'ambito lavorativo.
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lunedì 23 luglio 2012

Vale la pena riparlare dei finanziamenti pubblici

E anche stavolta ci facciamo aiutare dal post di Guido Scorza su Il Fatto Quotidiano di oggi dove menziona il sito di Opencoesione che ci è sembrato veramente, veramente interessante.

Tante volte noi di Officine Editoriali abbiamo toccato questo tema dei finanziamenti pubblici proprio perché siamo stati vittime del rifiuto e ci siamo dovuti rivolgere alla raccolta fondi dal basso, al crowdfunding, cosiddetto.
E lo abbiamo fatto anche volentieri perché abbiamo sempre sostenuto che il nostro sarebbe stato un finanziamento consapevole. 
Sempre soldi pubblici, ovviamente (i tuoi) ma erogati a ragion veduta. Vuoi perché il progetto ti piaceva, vuoi perché una tua amica tentava di uscire dalla spirale e ti andava di aiutarla, hai pensato che lo meritasse.

Ora Officine Editoriali prende il volo....ma possiamo ben dire con gran fatica. Ma proprio una fatica immensa.
E poi scopri che, su indicazione altrui, esiste un sito voluto dal Ministro per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca per maggiore trasparenza sui soldi pubblici che vengono erogati alle imprese e non solo. 
Anzi, lo definiscono "il primo portale sull'attuazione degli investimenti programmati nel ciclo 2007-2013 da Regioni e amministrazioni centrali dello Stato con le risorse per la coesione. I dati sono pubblicati perché i cittadini possano valutare se i progetti corrispondono ai loro bisogni e se le risorse vengono impegnate in modo efficace." 
Wow!!!! Accidenti!!! Peccato che sembri già tutto molto complicato, a partire da questa presentazione, dal ministro (Ministro per la coesione territoriale...ma non dovevamo semplificare?) e anche, soprattutto, perché quando vai a fare un giro sul portale ti accorgi che non è tutto così chiaro e trasparente. 
Risultano degli assegnatari classificati come "individuo" e non si capisce bene a cosa o a chi siano ricollegabili...questi individui.

Sarebbe da ridere se non fosse così drammaticamente reale...perché quando leggi queste cose sei anche tentato di pensare  che qualcuno stia facendo uno scherzo tanto è surreale e incredibile la faccenda. 
Ma invece è tutto vero. Soprattutto perché a Officine Editoriali sono stati rifiutati 5.000 euro (cinquemila euro...scriviamolo anche in lettere per essere più chiari) proprio dalla Regione. Fantastico! Veramente fantastico!

Officine Editoriali continuerà ad informarsi su queste argomentazioni.
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domenica 22 luglio 2012

Cosa protegge il Diritto d'Autore?

Sì, perché il Diritto d'Autore protegge, appunto, l'autore di un'opera. 
Ma ciò che è scritto nell'opera? 
Ciò che vi è contenuto?

Potrebbe essere protetta la trama di un romanzo
Potrebbe essere protetto il personaggio o i personaggi di un'opera...teatrale, per esempio?
Dipende. Sì! Pare che dipenda...dalla fantasia che caratterizza la trama, o il personaggio. 
Dunque se parliamo di un romanzo di fantasia (che so? La Storia infinita? Il Signore degli Anelli?) possiamo tutelarne i contenuti
Così come possiamo tutelare personaggi di fantasia, che non abbiano nulla a che fare con la realtà (che so? Harry Potter? Pinocchio? Biancaneve?).

Singolare come possono essere tutelati anche i nomi. 
Non che ci pensiamo spesso (quasi mai per la verità) ma alcuni nomi (che non siano i nostri comuni nomi) ricadono sotto la tutela anch'essi. Pensiamo a Mattia Pascal, a Robin Hood, Oliver Twist ecc..

Bisogna cercare di essere informati anche su questo. Potrebbe capitarci di creare un personaggio che alla fine potremmo anche pensare di tutelare.

Officine Editoriali vi tiene informati.
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sabato 21 luglio 2012

Prendiamo posizione e manteniamola

Un argomento che sembra esulare un pò dai nostri soliti interessi ma invece pensiamo che sia quanto mai interessante e importante, proprio di questi tempi.

Ci riferiamo a due piccole società della provincia di Pisa, la Morellato Energia e la Morellato Termotecnica, guidate ambedue da Valerio Morellato, ingegnere che ha compiuto da poco trent'anni e che fa una fatica immensa a tirare avanti e a mantenere in piedi queste due aziende, tanto da far ricorso alla cassa integrazione.

Ma Morellato ha idee chiare e precise e quando è arrivata una richiesta di preventivo da parte della WAAS (Whitehead Alenia Sistemi Subacquei), del gruppo Finmeccanica, per la fornitura, tra l'altro, di un sistema di refrigerazione per una vasca capiente da utilizzare per ricerche militari, ha gentilmente declinato l'invito motivandolo adeguatamente.

In poche parole, i sistemi subacquei della WAAS sono siluri e al momento ce ne sono in produzione circa 100 da destinare ad importanti  Marine Militari distribuite su tre Continenti.
Valerio Morellato ha chiesto il parere dei suoi operai e collaboratori e del Distretto di Economia Solidale Altro Tirreno al quale le sue aziende aderiscono  e, incredibile ma vero, ha rinunciato alla commessa mantenendo fede alle sue posizioni sociali ma anche personali.

E' una bellissima storia. I soldi di quel lavoro sarebbero serviti eccome e tutti hanno riflettuto molto, come è giusto che sia. 
Ma ciò che alla fine ha prevalso, ci lascia ben sperare che non sia solo una goccia nell'oceano ma che, goccia dopo goccia, questa diventi una storia simile a tante altre che non creeranno più notizia.

Noi siamo sicuri che la Morellato ce la farà a superare questo momento di grande difficoltà.
Officine Editoriali è stata ben lieta di ospitare nel suo blog una tale notizia e continuerà a tenervi informati.
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venerdì 20 luglio 2012

AGCOM...dopo le nomine vuoto di potere

Dopo le tanto discusse nomine all'Agcom, in realtà non esiste ancora un'Autorità che funzioni, nonostante le imposizioni dell'Unione Europea di averne una. 

Manca la firma del Presidente della Repubblica sul decreto di nomina e dunque, dallo scorso 14 luglio, essendo scaduta anche la proroga di sessanta giorni decretata dal Consiglio di Stato, non esiste di fatto nessuna attività riconducibile all'Autorità per le Comunicazioni anche perché qualsiasi atto sarebbe, allo stato attuale, illegittimo.

Nel frattempo si consumano decisioni a dir poco discutibili o, meglio, fin troppo prevedibili. 
Accade così che il Ministero dello Sviluppo Economico assegni le frequenze alle solite emittenti televisive per i prossimi venti anni, che si affrettino le discussioni sulle intercettazioni, che il Governo vari la nuova disciplina sull'editoria e che, purtroppo, restino impantanati i provvedimenti per l'Italia Digitale che già da ora, nasce in confusione di attribuzioni di ruoli e poteri.
Per i dettagli potete leggere qui.

La situazione è davvero grave ma, ancora una volta, si confida sull'incapacità o sull'impossibilità dei cittadini di comprendere tutto e nei particolari.

Ci stupiamo ancora però, e di questo ci perdonerete, che anche questo governo sul quale, diciamo la verità, riponevamo una certa dose di fiducia, attraverso il quale ci eravamo illusi di vedere una luce di trasparenza, efficienza, onestà soprattutto ci abbia disatteso per l'ennesima volta.

Dunque noi di Officine Editoriali torniamo a ripetere che ogni giorno viene attentata la nostra libertà e la democrazia perde un pezzo, salvo poi ritrovarlo completamente compromesso.

Officine Editoriali continuerà a tenervi informati su queste situazioni al confine tra legale e illegale.
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giovedì 19 luglio 2012

La direttiva UE vale per tutti

Dunque la direttiva dell'Unione Europea si rivolge all'Europa intera, naturalmente con conseguente allineamento delle circa  250 società che al momento gestiscono i diritti d'autore in giro per il vecchio continente. 
E parla di un mercato unico digitale europeo con la previsione di una licenza unica multiterritoriale.
Confermiamo ovviamente che a tutte le società è stata chiesta maggiore trasparenza ed efficienza.

Dunque la SIAE non è stata l'unica destinataria della direttiva ma l'aggravante è che la società italiana che finora ha gestito in regime di monopolio il diritto d'autore soggiace, pare senza via di'uscita, ad una situazione di degrado e di inefficienza che si protrae da tempo senza che nessuno sia in grado di porvi freni, forse anche per le tante connivenze che a questo punto risulterebbero difficili da smantellare.

Si profila per tutti un mercato dinamico come quello di Internet ed è necessario adeguarsi, vuoi anche per far fronte alla "pirateria"
Il fatto è che non tutti i fruitori di Internet sono anche capaci di smanettare ed utilizzare software che permettono il download gratuito. 
Ma non trovando alternative, potrebbero anche attrezzarsi. 
E' anche per questo che la pirateria è solo uno spettro agitato dalle multinazionali che si vedono danneggiate dalla eliminazione di un mercato di monopolio e forse sono anche arrivate in ritardo ad una tale evoluzione del mercato di riferimento.

Internet rappresenta la nostra libertà,  la libertà di ognuno di noi. Preziosa quanto mai, in un momento in cui ogni forma di libertà sembra essere messa in discussione e non appare assolutamente scontata.

Officine Editoriali continuerà a tenervi informati su argomenti delicati come questi.
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mercoledì 18 luglio 2012

SIAE...ce lo chiede l'Europa

L'Unione Europea ci chiede maggiore trasparenza ed equilibrio nella governance degli enti di gestione dei diritti d'autore attraverso una direttiva del Parlamento Europeo.

Ora, a parte tutto quello che ci chiede l'Europa e che il nostro Governo ritiene applicabile o no sorvolando bellamente  regolamenti, direttive, decisioni e perfino raccomandazioni e pareri a seconda della direzione che questi atti "potrebbero" e non che "dovrebbero" prendere, ciò che appare ancora e purtroppo chiaro è che non si riesce mai a demolire per ricostruire, per rinnovare, per ripulire. Perché indubbiamente la SIAE è un organo che andrebbe  demolito e se ciò ancora non accade è scandalosamente con la complicità del nostro Governo.

Guido Scorza lo spiega molto bene, come al solito. 
Ed è per questo che non vogliamo aggiungere altro a questo ennesimo capitolo che riguarda la SIAE mentre perfino gli autori finalmente si sono convinti che probabilmente c'è qualcosa che non quadra.

Officine Editoriali si limita a riportare le notizie e a tenervi informati.
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domenica 15 luglio 2012

Internet: diritto fondamentale dell'uomo

A partire da sabato 7 luglio 2012, lo ha stabilito il Consiglio sui Diritti Umani delle Nazioni Unite con l'approvazione della risoluzione A/HCR/20/L.13 ed è un diritto ricompreso nell'art. 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino.

Del resto il testo è molto chiaro e forte per avere dubbi di sorta:

"...gli stessi diritti che le persone hanno offline devono essere protetti online, in particolare la libertà di espressione, che è applicabile indipendentemente dalle frontiere e su ogni media scelto..."


In più si riferisce alla rete come  "...una forza nell'accelerazione del progresso verso lo sviluppo nelle sue varie forme..." ed esorta tutti gli Stati a "...promuovere e facilitare l'accesso ad Internet..."

E' significativo anche che questa approvazione arrivi quasi contestualmente alla bocciatura di ACTA da parte del Parlamento Europeo
Ed è auspicabile che questo sia solo l'inizio per difendere la libertà che Internet ci mette a disposizione contro coloro che, per proteggere i propri profitti individuali o per l'esercizio del potere e della prevaricazione verso i più deboli a livello di Stati e di Popoli, la attentano sistematicamente nel mondo e la vietano laddove nessun diritto dell'uomo viene purtroppo tutelato.

Officine Editoriali ha sempre valutato Internet come uno strumento prezioso e ormai indispensabile nella vita di ognuno di noi, non soltanto per le nostre esigenze quotidiane ma perché ad ognuno di noi, proprio attraverso questo strumento, viene data la possibilità di agire e di interagire con il resto del mondo. 

Scusate ma a noi sembra una cosa davvero fantastica.


Officine Editoriali continuerà a seguire questo tema come continuerà a seguire il tema dei diritti d'autore. Sono due temi di grande attualità sui quali vi terremo informati.
Voi continuate a seguire Officine Editoriali su questo blog e rimanete aggiornati. 

venerdì 13 luglio 2012

La bocciatura di ACTA.

Come mai ACTA è stata bocciata? 
Prendiamo spunto dal bell'articolo di Marco Schiaffino su Il Fatto Quotidiano del 10 luglio scorso che sottolinea come ACTA sia stata bocciata per la passione che tante persone e associazioni della società civile hanno messo in campo attraverso petizioni, manifestazioni di piazza, invio di email e telefonate negli uffici dei parlamentari. A quel punto i parlamentari si sono dovuti informare e hanno scoperto anche loro cosa fosse ACTA.

Sembra strano? Ma per niente, invece! Questo è ciò che accade. E francamente pensavo accadesse solo in Italia dove il Parlamento legifera (si fa per dire) a sua insaputa, senza sapere cosa legifera ma solo su indicazione di questo o di quello o di questo partito o di quell'altro o di questa lobby o di quell'altra o di questa multinazionale o di quell'altra che in cambio della libertà collettiva puntano a  profitti personali ottenendoli agevolmente.
Ahinoi! accade anche in Europa. E dunque, siamo alle solite. Per evitare leggi restrittive o per stimolarne altre utili, siamo costretti a ricorrere alle manifestazioni, ai numeri, alla cosiddetta "unione che fa la forza".

Comunque, come ci ricorda Schiaffino, tutte queste manifestazioni e proteste, ovviamente, non hanno avuto luogo in Italia ma in giro in Europa. In Italia sfido chiunque a immaginare quanti conoscono ACTA e quanti sanno cosa significhi veramente e cosa ha significato individualmente bocciarla. Naturalmente pochissimi saranno informati adeguatamente.

E' anche vero che essere informati nel nostro Paese è una fatica immensa. Non si sa da dove cominciare tante sono le cose che dovremmo sapere che tentano di farci digerire in maniere più o meno subdole e nascoste.
Lo scopriamo sempre dopo e sempre a nostro discapito.
Praticamente si stanno staccando dall'Italia le regioni del Nord e ancora non ce ne accorgiamo. Verificate pure!

Officine Editoriali è attenta anche ai temi politici che riguardano la vita di ognuno e di tutti.
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giovedì 12 luglio 2012

Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Ci risiamo con le nomine.

Stavolta parliamo della nomina a Direttore Generale per l'Agenzia per l'Italia Digitale
Direttore che deve essere nominato entro il prossimo 26 Luglio, a 30 giorni dall'entrata in vigore del decreto (appunto, lo scorso 26 Giugno).
La figura deve essere selezionata tra soggetti di comprovata esperienza e qualità atti a ricoprire un ruolo del genere anche perché dovrà farsi carico di una struttura che ne ha incorporate tre (la DigitPA, l'Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l'innovazione e il Dipartimento per la digitalizzazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri). 
Dunque una figura anche in grado di organizzare e coordinarsi al meglio.

Di questa figura però pare non ci sia richiesta su nessun sito dei Ministeri coinvolti in questa operazione, che non sono pochi (Ministero dell'Economia e delle Finanze, il Ministero dell'Istruzione dell'Università e della ricerca, dello Sviluppo Economico, per la Pubblica Amministrazione e della Semplificazione). 
E la domanda se la figura non sia stata già individuata diventa praticamente automatica dopo le ultime nomine dei vari garanti per i quali si sono sfrontatamente ignorate tutte le altre possibili candidature.

Ma perché arrabbiarsi? E' questo che andiamo dicendo da decenni, anzi...no...da ventenni. 
E forse è per questo che siamo arrivati a questo punto. 
Un punto in cui tutti accettano tutto e tutti si sentono legittimati ad ignorare le leggi, a "bypassarle", facendosi gioco degli altri, senza nessun timore, nemmeno di venire scoperti.
E' davvero triste. Indubbiamente. Benché continuiamo a pensare che le cose cambieranno. 
Certo che la svolta, solo qualche mese fa, sembrava epocale...salvo poi accorgersi amaramente che, a certi livelli, esiste solo il vantaggio personale e reciproco e certi "equilibri" non vanno messi in discussione, pena un futuro senza riconoscimenti.

Officine Editoriali continuerà ad occuparsi del tema delle nomine che, tra gli altri, è un argomento che indispettisce.
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mercoledì 11 luglio 2012

Kobo/Mondadori: un e-reader per il mercato italiano.

Pare proprio che dal prossimo autunno verrà presentato un nuovo strumento targato Kobo/Mondadori
Un e-reader ma anche un tablet. Dovrebbe chiamarsi Kobo Touch e secondo loro sarà diverso dagli altri (non avevamo dubbi!), collegato via WiFi ad Internet ma soprattutto dal quale si potranno leggere ebook in qualsiasi formato. 
Lo annuncia Maurizio Costa, amministratore delegato di Mondadori e conferma che lo strumento sarà venduto anche nelle 400 librerie Mondadori.
Maurizio Costa dice anche che loro, contrariamente ad Amazon e Apple, prediligeranno un sistema aperto e per questo faranno "...viaggiare su Kobo anche libri di altri concorrenti...". Naturalmente Costa parla anche di prezzi economici.
Ci chiediamo se questo Kobo Touch risulterà essere l'apparecchietto che farà sentire  i grandi editori con le spalle al sicuro; se questo strumento rappresenterà la sicurezza che finora è mancata agli artefici del mercato digitale italiano per ciò che riguarda una politica più dichiarata, più trasparente e sincera e meno di attesa come è sembrato finora ai comuni mortali.
Certo non è difficile credere che con uno strumento del genere Mondadori si senta sicura. 
Potrà vendere quello che vuole, in tutti i formati, al prezzo che vuole e sicuramente costringendo gli altri ad adeguarsi. A pensarci bene, non sarebbe male. Sarebbe il rappresentante di quella filiera che negli Stati Uniti è stata sempre rappresentata da Amazon. Insomma, potrebbe diventare l'Amazon Italiano.

Peccato che, non ci stancheremo mai di ripeterlo, siamo in Italia e ci viene in mente che tutto sarà possible tranne un prezzo economico degli ebook. 
Perché crediamo ancora, tranne ricrederci (e lo speriamo vivamente), che Mondadori non vorrà dettare legge da questo punto di vista dato che mantenendo i prezzi ad un certo livello ne avrà in termini di vantaggi economici e di manipolazione del mercato.

Officine Editoriali seguirà questo tema e staremo a vedere.
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domenica 8 luglio 2012

Minacce sempre più reali alla libertà sul web.

Esce dalla porta e rientra dalla finestra. 
Te ne liberi in un modo e riappare sotto altre spoglie. 
E' un momento in cui bisogna stare veramente attenti e il peccato per niente veniale è che la maggior parte dei  nostri parlamentari non comprende la portata delle leggi che sta per emanare e si finisce sempre per firmare perché quello è l'amico di quell'altro ecc. 
E ormai si legifera solo con decreti legge rinunciando, da parte del Parlamento, ad un sano dibattito sui comportamenti e le intenzioni del Governo.

Capita così, e ancor una volta, di voler attentare alla libertà sul web e di voler favorire il più grande editore italiano. Non vogliamo fare nomi. Per questo vi rimandiamo al più che meritevole articolo di Guido Scorza e qui lo riassumiamo dicendo soltanto che l'intenzione è quella di ricomprendere in un nuovo paniere i milioni di euro di fatturato dell'industria dell'intermediazione dei contenuti (parliamo dei motori di ricerca) facendo apparire così minore il fatturato dei grandi editori italiani che in questo modo possono appropriarsi di quote di mercato maggiori.

In tutto ciò, nella fretta di andare in vacanza, il Parlamento non ha opposto resistenza e noi ci chiediamo cosa succederà quando un bel giorno non avremo più tutto quello che abbiamo oggi e la nostra libertà ci verrà limitata o addirittura ci verrà fatta pagare. 
Non sarebbe fantasia, seppur macabra.

Officine Editoriali continuerà a seguire questi argomenti perché noi siamo convinti di non essere abbastanza tutelati da coloro che, volenti o nolenti, abbiamo messo lì proprio per fare questo.
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sabato 7 luglio 2012

Ancora due giorni e poi niente più Internet?

Sembrerebbe di sì. Lo denuncia addirittura l'FBI che sarà anche l'artefice del nostro definitivo allontanamento da Internet
Già perché l'FBI ha sgominato una banda di hacker che si impadroniva dei DNS dirottando i computer colpiti su siti praticamente simili a quelli scelti da te ma che non erano affatto quelli scelti da te e così ti succhiavano informazioni e denaro. 
In pratica i computer navigavano su siti paralleli creati dagli hacker. 

Dunque l'FBI è stata costretta a ricostruire il mondo Internet dei computer infetti attraverso l'utilizzo di server alternativi sui quali ospitare i computer impedendo così loro di navigare sull'Internet parallelo creato dai pirati.
Ed ecco che da Lunedì 9 luglio l'operazione anti pirateria dell'FBI termina e i computer infetti non saranno più ospitati e non potranno nemmeno più accedere ad Internet. Parliamo di quattro milioni di computer e non sono pochi. 

Per capire se siamo o no tra questi quattro milioni, possiamo collegarci al sito http://www.dcwg.org/ la cui pagina italiana è curata da Telecom a questo indirizzo.
Attenti dunque! Non è uno scherzo!
Officine Editoriali vi tiene aggiornati.
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giovedì 5 luglio 2012

SIAE. Anche gli autori finalmente si interrogano.

Lo fanno capitanati da Gino Paoli e con la pubblicazione di una lettera aperta, indirizzata a tutti gli interessati, a firma di Beppe Andreetto, Segretario Generale della loro Associazione, Sindacato degli Autori, Compositori e Interpreti Italiani con sede a Milano, in Via Solferino 22.

La prima cosa che si chiedono è come mai la SIAE (Società Italiana Autori ed Editori), normativamente inquadrata come Ente Pubblico, gestisce e amministra denari privati, visto che l'Ente non accede assolutamente a "finanziamenti o coperture economiche di genere pubblico".
E già questo varrebbe una risposta seria e articolata, ammesso che possa risultare soddisfacente.

Nella stessa lettera viene rivendicato il diritto, così come applicato nei "Paesi avanzati a noi più vicini", di liberalizzare l'intermediazione del diritto musicale (in questo caso) in modo da vedere costituite più associazioni che rispondano alla stessa esigenza e che, soprattutto, mettano in atto una sana politica concorrenziale a tutto vantaggio degli autori e degli utenti.

La lettera è piuttosto chiara e altrettanto chiaramente rivendica la propria libertà di scegliere che amministrerà i loro diritti.
Insomma, per loro la SIAE è diventato un carrozzone ingovernabile.

E  noi ci chiediamo quanto tempo occorrerà ancora per riuscire a chiuderlo, a decretarlo definitivamente defunto e a dismettere tutto ciò che gli appartiene. 
Purtroppo, ci viene da dire, anche i mille dipendenti che, per mantenere il loro posto di lavoro, hanno dovuto assistere ai litigi, anche incivili, intercorsi tra i dirigenti.
Questa è l'unica cosa che ci dispiace e, per come vengono condotte le cose, non crediamo che queste persone saranno ricollocate o che cosa. Anche se, ovviamente, ce lo auguriamo.
Officine Editoriali segue la vicenda SIAE anche attraverso i vari aggiornamenti che provengono periodicamente da Guido Scorza, esperto del settore, e vi terrà informati attraverso questo blog.
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mercoledì 4 luglio 2012

ACTA. Finalmente fuorilegge.

C'è voluto un pò ma alla fine l'hanno capito.
Il Parlamento Europeo ha respinto ACTA, questo trattato anticontraffazione che i più hanno sempre considerato limitativo delle libertà individuali, soprattutto quelle di chi utilizza Internet
Nonostante ciò, i numeri dicono che 478 deputati hanno votato contro il trattato, 39 a favore e 165 si sono astenuti. Sono numeri che fanno comunque riflettere. 39 deputati volevano il trattato e addirittura 165 si sono astenuti dimostrando di non interessarsi a questioni di questo tipo.
In più, per arrivare a questo risultato, certo è che il Parlamento è stato oggetto di molteplici pressioni provenienti da diverse parti. 
Numerose telefonate sono arrivate negli uffici dei deputati, moltissime email sono state inviate ai loro indirizzi di posta elettronica, sono state indette manifestazioni di strada...tutto da parte di cittadini europei con la richiesta di bocciare il testo. 
Ma, soprattutto, è arrivata una petizione con la stessa richiesta da parte di 2 milioni e 800 mila cittadini di tutto il mondo.

Certo è che l'Unione Europea ha respinto ACTA ma è anche vero che deve trovare una alternativa meno pericolosa alla tutela della proprietà intellettuale, come accenna il relatore David Martin.

Quello che salta agli occhi come un pugno in faccia è che si sono dovute mobilitare moltissime associazioni della società civile, moltissimi cittadini, parliamo di milioni di persone, e che nessuno di loro ha mollato la presa per un attimo.
Tutte queste persone si sono mobilitate per difendere un loro diritto e quello che viene da chiedere è "Ma a loro invece non interessava niente?".
E va bene che ci siamo sempre lamentati dei nostri legislatori di casa...ma qui siamo in Europa e allora....è tutto uguale?
Non ci vogliamo credere.

Officine Editoriali continuerà a seguire questi temi che ormai fanno parte della nostra vita quotidiana.
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martedì 3 luglio 2012

Una piattaforma per esistere nella rete

E' necessaria. E' fondamentale. Non possiamo pensare che inseriamo un nostro blog, un nostro sito, una nostra testimonianza o video su Internet e il giorno dopo il mondo ci conosce e vuole interagire con noi.
Non funziona per niente così. Così come nel mondo reale, anche sulla rete c'è bisogno di farsi conoscere e, se possibile, bisogna dedicare perfino più tempo ed energia.

Per piattaforma intendiamo proprio questo: una serie di azioni e di strategie atte a portarci all'attenzione del pubblico. 
Come molte parole oggi, anche questa, piattaforma, è abusata oltremodo. 
Sembra quasi che quando non sappiamo cosa dire la parola piattaforma ci salvi da eventuali impasse e disagi.

Perciò la piattaforma è un concetto e, anzi, uno dei più difficili da comprendere proprio perché ognuno lo definisce in maniera un pò differente.
Una buona piattaforma comprende la visibilità (chi siamo? chi conosce il nostro lavoro? dove è presente il nostro lavoro? quante persone lo vedono? come si propaga? Dove si propaga? chi influenza? ecc); l'autorità (la nostra credibilità, le nostre credenziali); la dimostrazione di ciò che raggiungiamo,  mostrare dove creiamo un impatto e dare prova del nostro impegno in termini quantitativi (la mole delle nostre email newsletter list, il traffico web, i commenti sul blog) e in termini qualitativi (il profilo dei nostri feedback ecc.); il seguito del nostro target (dobbiamo cercare di essere visibili per il nostro target più appropriato riguardo a ciò che intendiamo vendere).

Ricordiamoci che una piattaforma NON è una autopromozione, NON è vendere duramente, NON è annoiare la gente, NON è essere estroversi, NON è qualcosa che creiamo dall'oggi al domani, NON è qualcosa che possiamo comprare, NON è nemmeno un evento una tantum.
Dunque non è che possiamo improvvisarla e non possiamo non prendercene cura praticamente quotidianamente.
E' un lavoro che va curato minuto dopo minuto ma alla fine darà i suoi risultati.

Se volete maggiori informazioni potete leggere l'articolo intero di Jane Friedman dal quale sono stati tratti questi suggerimenti.
Costruire la nostra personale piattaforma ci permetterà di esistere sulla rete e di restarci contribuendo alla soddisfazione di chi ci segue.

Officine Editoriali ha individuato il suo target e intende offrire un lavoro il più qualitativo possibile.
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lunedì 2 luglio 2012

Kindle Fire 2 in arrivo

Entro la fine del mese sarà presentato ufficialmente e sarà in vendita per la fine del 2012, quando Amazon provvederà anche ad abbassare il prezzo dei Kindle di prima generazione (dovrebbero attestarsi attorno ai 150 dollari).

Il nuovo Kindle Fire 2 avrà una fotocamera, pulsanti fisici per il volume e uno schermo da 7 pollici a risoluzione di 1280x800 pixel (l'attuale Kindle ha una risoluzione di 1024x600).

Addirittura si parla di un ulteriore modello che Amazon intenderebbe immettere sul mercato. 
Un modello con un involucro metallico invece che di plastica, di dimensioni più sottili e privo di pulsanti frontali.
Anche il vecchio Kindle però potrebbe essere aggiornato.

Insomma, grandi novità e grandi aggiornamenti in vista. 
Del resto, non poteva che essere così. 
Amazon, da brava leader del settore, non molla la presa e comprende che da qui ai prossimi due anni, il digitale avrà coperto gran parte del mercato mondiale facendo i dovuti distinguo tra chi arriverà prima e chi un pochino dopo.

Certo le piattaforme saranno importanti per muoversi in questo mercato, per rendersi visibili e per essere sempre nella competizione ma di questo parleremo nel  prossimo post.

Officine Editoriali è tremendamente interessata al mercato del digitale.
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domenica 1 luglio 2012

Apple continua a rischiare

E' una notizia battuta da ADN Kronos. Cosa rischia ancora Apple? In America ancora non sappiamo relativamente alle supposte scorrettezze nei confronti dei concorrenti (è in corso un contenzioso con il DOJ-Department of Justice). In Italia l'Authority segue Apple sempre per scorrettezze, stavolta nei confronti dei consumatori per quanto riguarda la garanzia sui suoi prodotti, più esattamente la durata della garanzia. Praticamente non rispetta le norme sulla garanzia biennale previste dal Codice del Consumo.

Lo scorso dicembre, alcune associazioni di consumatori avevano denunciato Apple perché, a loro avviso, continuava ad incentivare l'acquisto di AppleCare nonostante la garanzia in Italia sia di due anni. E la Apple si era già beccata una multa di 900 mila euro ma tutto era rimasto così.
Ora rischia una  ulteriore multa di 300 mila euro ma se non cambia nulla nella durata della garanzia, dovrà sospendere per un mese la vendita dei suoi prodotti in Italia.
Certo che una società come Apple, nata all'insegna di una storia bellissima e incredibile, che più di ogni altra dovrebbe avere cura di ciò che fa per sé e per gli altri abbia perso il lume che l'aveva guidata all'inizio e sia ormai dedita al più becero tornaconto personale. 
Succedeva anche quando c'era ancora Steve Jobs
Queste, in fondo, sono diatribe che si trascinano da ben prima che scomparisse il grande condottiero.
Eppure, mi rifiuto di pensare che le cose stanno sempre e solo così.
Vorrei veramente che succedesse il miracolo e che cambiasse l'approccio.

Su Officine Editoriali daremo conto sempre di queste situazioni perché crediamo che il darne notizia sia propedeutico ad eventuali e conseguenti nostri modi di agire.
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