mercoledì 6 marzo 2013

Numeri del digitale. La Germania come gli Stati Uniti.

Lo comunica Axel Springer, il maggior editore a livello europeo il quale prevede per l'anno prossimo una forte contrazione sulla produzione di libri stampati su formato cartaceo.
Nel 2012 il digitale ha registrato un aumento sulle vendite pari al 22%.
Anche in Polonia e in Belgio si sono registrati parecchi investimenti sul digitale e anche questo ha determinato crescita e guadagno.

Ci chiediamo a quale punto siamo in Italia
I dati sono quelli di qualche tempo fa e non abbiamo aggiornamenti al riguardo. Ma possiamo confermare che il mercato del digitale si muove attorno allo 0,2/0,3% con rotta verso lo 0,8%.
Poco? Sì! Decisamente poco e noi di Officine Editoriali lo possiamo affermare tranquillamente. 
E' quasi un anno che lavoriamo in questo settore e gli intralci e gli ostacoli sono diversi.
Abbiamo sempre affermato che la prima difficoltà del mercato digitale in Italia risiede nei comportamenti dei grandi editori che non sbloccano il prezzo degli ebook facendo cartello e non permettendo che il lettore si avvicini poi concretamente e continuativamente a questo settore. 
Ora, dopo qualche mese di esperienza, dobbiamo accettare anche il fatto che singolarmente esiste una tale pigrizia e un tale scetticismo, oltre che un tale ritardo, che lascia perplessi a dir poco.

Nel 2013 e nell'era digitale, registriamo che in pochi hanno confidenza con questo strumento meraviglioso che è Internet. Sono pochissime le persone che acquistano via Internet per la paura di venire frodate o truffate. 
Non si fidano fondamentalmente di lasciare gli estremi della propria carta di credito perché in rete è più facile clonarla e rubarla. Che è vero, non possiamo negarlo, ma ormai esistono siti sicuri su cui comprare e su cui fare transazioni. 

Di fondo esiste anche una certa pigrizia e indolenza per le quali risulta una fatica andarsi a cercare ciò che si desidera. Si preferisce che le cose ci capitino direttamente sotto gli occhi.

Che dire? Noi di Officine Editoriali insisteremo sul digitale perché crediamo fortemente che faccia parte a pieno titolo del futuro. 
E crediamo che non potremo prescindere dal considerare la possibilità di leggere i nostri libri su supporti diversi dalla carta.
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sabato 2 marzo 2013

Elezioni SIAE. Quante bugie!

Andiamo per ordine. Ieri si sono tenute le elezioni per il nuovo Consiglio di Sorveglianza della SIAE
Sarà composto da 34 membri e rimarrà in carica per quattro anni. Quattro lunghi anni verrebbe da dire, dati i risultati. Perché alla fine tutto continua come prima, alla faccia degli scandali dovuti alle votazioni, alla partecipazione degli iscritti ecc.
Intanto sembra che il Palazzo dei Congressi, dove si è tenuta la votazione, non fosse gremito come annunciato da un comunicato stampa della SIAE stessa. 
Sembra, invece, che i partecipanti fossero qualche centinaio a fronte di circa centomila iscritti, tutti con il diritto di votare. 
Mentre per tutte le votazioni precedenti si era permesso di votare in tutte le sedi SIAE, stavolta era permesso solo a Roma, dunque moltissimi non se la sono sentita di affrontare spese e viaggio. 
Certo si potevano delegare altri iscritti ma la firma per la delega andava autenticata presso l'ufficio comunale addetto, che faceva un sacco di storie, o presso un ufficio notarile con le spese conseguenti.

Perfino i nominati infine sono risultati prevedibili e, naturalmente, provenienti dai maggiori gruppi editoriali musicali e dalle fila dei grandi autori, vedi Gino Paoli.
La cronistoria super dettagliata della giornata e del meccanismo delle votazioni la possiamo leggere nell'articolo di Guido Scorza uscito oggi su Il Fatto Quotidiano.

Insomma...tanto rumore per nulla si potrebbe riflettere amaramente. Se non fosse che per un pò ci avevamo creduto che qualcosa potesse cambiare e invece dobbiamo ancora aspettare.
Anche perché si tratta solo di una questione di tempo. 
Giusto il tempo che si capisca che non è più possibile prevaricare i diritti di tutti gli altri a vantaggio di pochi, come noi di Officine Editoriali, andiamo predicando da diverso tempo.
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domenica 17 febbraio 2013

Libri di testo digitali Sì o No?

Sembrava fatta. Davvero! Mi era capitato di studiarlo per un concorso l'estate scorsa dove sul librone che ci avevano fatto comprare c'erano diverse pagine dedicate alla trasformazione dell'Italia in un Paese digitale, un Paese con la P maiuscola. Avevo proprio letto che per legge la metà dei libri di testo nelle scuole doveva essere in formato digitale. La famosa formula mista di cui per un pò si è parlato.

Per altre vie ho saputo anche che nelle scuole si comprano lavagne digitali, con le quali i ragazzi possono interagire. Una scuola sempre più digitale dunque.

Se non fosse per le ultime notizie, vale a dire le notizie che alla fine arrivano e che purtroppo ci mostrano una Italia ben diversa dove le leggi vengono trasformate da veri illusionisti non si sa bene in cosa. Oppure, attraverso pieghe e meandri vengono occultate e perfino depennate, fatte scomparire.

Sostiene Simone Bonesini in questo articolo che 

"...l'avvento dei testi digitali nelle scuole è un pò come un miraggio nel deserto: svanisce sempre nel momento in cui sembra che sia lì ad un soffio."

Insomma, con il nuovo Decreto Crescita 2.0 pare che queste belle intenzioni che erano state di fatto tramutate in legge siano state vanificate e gettate al vento.
O, meglio, e come sempre succede in Italia, tutto sarebbe ancora da interpretare. 
E allora le domande sono tante. 
Perché si parla di integrazione tra testi in formato digitale e testi in formato cartaceo. 
Parliamo di fruitori con problemi di apprendimento e/o ragazzi disabili. 
Parliamo di responsabilità scaricate sulle scuole che non si capisce se si sono ben rese conto di ciò. Ma, del resto, tant'è. Anche se si fossero rese conto, non sarebbe possibile tirarsi indietro, salvo scervellarsi nel tentativo di interpretare la legge.

Intanto le famiglie aspettano che chi debba decidere decida, sempre ammesso che si trovi chi debba decidere.
Dunque siamo alle solite. Una cosa che doveva già essere operativa viene procrastinata di due anni, poi lo sarà ancora e ancora fino a non si sa quando. E rimaniamo sempre gli ultimi. Ma meno male che siamo in Europa. A volte mi chiedo cosa succederebbe se non ci fosse l'Europa.

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