Visualizzazione post con etichetta Inghilterra. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Inghilterra. Mostra tutti i post

giovedì 9 agosto 2012

Diritto d'autore e copyright.

Disponiamo di opere di grandi artisti e letterati fin dall'antichità e non possiamo certo dire che allora esistesse un diritto d'autore e/o un copyright
Però gli artisti vivevano della loro arte benché legata ad altre attività da essa derivate e grazie all'esistenza dei mecenati che li tutelavano e li proteggevano sotto la propria ala. 
Così esistevano i letterati che venivano assunti come istitutori o insegnanti privati  per i propri figli o pittori ai quali venivano commissionate delle opere. 

Poi i mecenati si sono estinti e si è sentita la necessità, per fortuna, di creare delle leggi attraverso le quali ognuno potesse proteggersi nell'ambito della propria comunità e in ambito internazionale poi, quando gli Stati hanno cercato di creare leggi che interagissero con quelle degli altri Paesi.
Poi ancora si è diffusa la stampa e le copie in circolazione delle opere cominciavano a risultare ingestibili, specialmente sotto l'aspetto economico e soprattutto da parte dell'autore. 

Le prime regolamentazioni sono nate in Inghilterra e nel mondo anglosassone è nato il copyright che, per definizione, è una cosa diversa dal diritto d'autore, benché ormai si utilizzino i due termini per significare la stessa cosa, grazie anche alle convenzioni internazionali che hanno avvicinato i loro significati. 
Ma il copyright è letteralmente "diritto di copia" e diritto d'autore è naturalmente il diritto che l'autore detiene sull'opera.
Come dice Simone Aliprandi nel suo libro "Capire il copyright":

"...ha delle implicazioni anche più strettamente giuridiche. Il diritto d'autore, in quanto fascio di diritti soggettivi a tutela dell'attività creativa dell'autore, prevede una serie di diritti più strettamente legati alla sfera personale  (i cosiddetti "diritti morali") che invece non sono contemplati nel copyright anglo-americano (il quale...attiene più all'attività di produzione di copie di opere.....Nei sistemi di diritti d'autore l'autore mantiene sempre e comunque un controllo sulla vita della sua opera; cosa che invece non accade  (o accade in modo... più lieve) nei sistemi di copyright , dove si tende a spostare il fulcro della gestione dei diritti sul soggetto imprenditoriale impegnato nella produzione e commercializzazione delle opere." 

Io aggiungerei che non dovrebbe essere più tanto una questione di spostamento del fulcro sull'uno o sull'altro termine di tutela. 
Direi piuttosto che il riconoscimento reciproco dovrebbe essere alla base di ogni trattativa, transazione o negoziazione che dir si voglia. 
Un buon contratto tra le parti, tanto per ricorrere alla gestione del diritto privato, dovrebbe poter risolvere ogni dubbio. 
Perché il dubbio rimane.

Officine Editoriali continuerà naturalmente ad occuparsi di diritto d'autore.
Continuate a seguire Officine Editoriali su questo blog e rimanete aggiornati.


mercoledì 8 febbraio 2012

Caos e-book / Chaos e-books


Il modo in cui si sta sviluppando il mercato degli e-book in Italia è piuttosto caotico, senza una vera coordinazione né organizzazione.
Mentre negli Stati Uniti e in Inghilterra esistono grandi gruppi (uno fra tutti Amazon) che organizzano la filiera dell'ebook, in Italia tutto è affidato a tutti, grandi e piccoli.
Anche questo porta alla lievitazione dei prezzi degli e-book sui quali, alla fine, ci devono mangiare tutti.
Basti pensare che negli Stati Uniti, se un libro cartaceo costa 20 euro, il corrispondente e-book costa 5/7 euro. In Italia lo stesso e-book costerebbe 10/12 euro.
Manca anche una politica di incentivazione all'utilizzo degli e-book.
In Italia si comincia a parlare di e-book di testo per le scuole ma siamo veramente agli albori mentre negli Stati Uniti è già una realtà in diversi stati dove si punta alla creazione di interscambi tra le varie scuole.
Insomma, la mia impressione è che in Italia, siccome nessuno ancora ha le idee chiare, si tende disperatamente a rallentare il mercato così abbiamo più tempo per capirci qualcosa.
Anche se, come detto nel post precedente, l'abitudine è quella di addossare la colpa del mancato sviluppo ai pirati.
Non dimentichiamo poi il diritto d'autore al quale le grandi case editrici sono letteralmente abbarbicate.
Vedere messa anche solo in discussione la tutela del diritto d'autore è sufficiente per porre le case editrici in una situazione di difesa pressoché assurda visto che è stato dimostrato diverse volte che FREE non vuol dire non guadagnare.
Ma anche qui, possiamo tornare tranquillamente al concetto di avidità personale che non permette di vedere oltre il proprio naso a meno di avere dimostrazioni evidenti sotto gli occhi.
In attesa di vedere come evolverà il mercato degli e-book, continuiamo a sostenere il progetto di Officine Editoriali visitando il sito di sottoscrizione popolare www.produzionidalbasso.com e prenotando consapevolmente le nostre quote.
Grazie per la vostra partecipazione!


Tha way in which it's developing the e-books market in Italy is rather chaotic, with no real coordination nor organization.
While in the United States and in England there are large groups (one for all Amazon) that organize the e-book industry, in Italy everything is entrusted to everyone, bigs and smalls.
This also leads to the rising of the prices of e-book on which, ultimately, they all have to eat.
Enough to think that in the United States, if a paper book costs 20 euros, the corresponding e-book costs 5/7 euros. In Italy the same e-book wuld cost 10/12 euros.
It also laks a policy of encouraging the use of e-books.
In Italy we start talking about text e-books for the schools, but we are very at the dawn whereas in the U.S. is already a reality in several states where it aims to develop interchanges between the different schools.
In short, my impression is that in Italy, since no one has clear ideas yet, they tend to desperately slow down the market so we have more time to figure it out.
Even though, as mentioned in previous post, tha habit is to shift the blame of the lack of development to the pirates.
Let's not forget the copyright to which the big publishers are literally perched.
To see even put in question the protection of copyright is sufficient to put the publishers on a situation of defense nearly absurd as it has been demonstrated several times that FREE doesn't mean no money.
But even here, we can safely return to the concept of personal greed that doesn't allow to see beyond our own nose unless we have evident demonstration under the eyes.
Waiting to see how the e-books market will evolve, we continue to support the project of Officine Editoriali by visiting the popular subscription website www.produzionidalbasso.com and consciously booking our quotas.
Thanks for your participation!