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domenica 6 maggio 2012

Gli editori sono inutili così come sono?

E allora! E' un pò che lo sosteniamo, proprio sui post di questo blog. 
Abbiamo scritto diverse volte il nostro pensiero in proposito e non proprio palesemente l'intervento fatto a Librinnovando voleva proprio significare questo: interroghiamoci sul vecchio e sul nuovo eventuale ruolo della figura dell'editore, soprattutto del grande editore che è in grado in questo momento di intralciare lo sviluppo della lettura alternativa e anche delle idee del futuro.

Non c'è bisogno di fare chissà quali studi per capire cosa sta succedendo. Basta informarsi e fare un piccolo raffronto tra i diversi mercati o, meglio, tra il mercato italiano e i mercati internazionali e/o, se volete, tra il mercato italiano ed ognuno dei mercati che fanno parte del circuito internazionale. 
La differenza è palese. Il mercato italiano è quello che cresce di meno. 
Ma non solo sul settore digitale, mi viene da dire. A ben guardare, ogni settore nell'ambito italiano, rallenta la sua crescita rispetto al resto del mondo quando si tratta di innovare, di accettare idee nuove. Come mai? 
Perché in Italia, dalla paura di perdere profitti e, naturalmente, profitti personali, si cerca sempre di allungare il brodo prima di capire esattamente dove si va a parare. 
Il timore che qualcuno più sveglio possa arrivare primo è forte, fortissimo.

In ogni caso, quello degli editori è un caso particolare ed attuale e, per fortuna, sembra anche un problema che vive il resto del mondo. 
A parte gli editori italiani che comunque intralciano certi processi, rimane il fatto che, nel mondo intero, il ruolo stesso dell'editore viene messo in discussione. 
Anzi...soprattutto oltre confine dove, per esempio, il self publishing ha già un suo mercato che si va irrimediabilmente stabilizzando.
Jeff Bezos, patron di Amazon, forse uno che ci capisce qualcosa e che ha dettato le linee guida del mercato digitale, dice la sua e conferma quanto pensavamo noi e quanto abbiamo scritto già in tempi non sospetti. 
Vi rimandiamo alla sua intervista integrale dove spiega cosa pensa degli editori e quali siano le nuove funzioni che dovrebbero assumere; mentre gli editori pretendono di continuare a fare quello che hanno sempre fatto e addirittura di farlo come dicono loro come se fossero depositari della verità in base solo alla loro esperienza (che pure, per carità, non ci permettiamo nemmeno lontanamente di mettere in discussione).

Ma, per esempio, come dice Jeff Bezos nella sua intervista, se alla fonte i libri digitali hanno meno costi, devono necessariamente costare di meno al lettore finale. 
E' una logica conseguenza e la semplicità del ragionamento mette in ombra tutti quelli che si arrampicano letteralmente sugli specchi nel tentativo di giustificare prezzi degli ebook assolutamente sproporzionati, come accade in Italia, e che si giustificano affermando che devono pagare personale extra. Dico solo una cosa: forse ci siamo fatti un'idea di quanto costano gli ebook a Officine Editoriali, no? Dunque questa ci sembra soltanto una scusa. 

Quello che vogliamo affermare è che non ci sbagliavamo sulle nostre impressioni e perciò continuiamo a ritenerci fuori dal coro e a portare avanti certe convinzioni che poi, come possiamo vedere, ci vengono confermate addirittura da Jeff Bezos.
Continueremo a parlarne in ogni caso. 
Intanto voi continuate a seguire Officine Editoriali se volete rimanere aggiornati sull'argomento.

domenica 25 marzo 2012

Ricordiamo Antonio Tabucchi

Officine Editoriali rende omaggio ad Antonio Tabucchi, grande scrittore e grande uomo.

La notizia della sua morte ci ha lasciati profondamente doloranti e avremmo voluto essere un pò divini per poterlo trattenere qui con noi. 
Ma questo non ci è dato e vogliamo pensare serenamente che anche lui sia tornato a casa, sulla sua stella. 
Vogliamo pensare che il suo percorso su questa Terra, in un corpo umano, si sia concluso e siamo sicuri che una persona come lui ne fosse consapevole e siamo sicuri che abbia vissuto fino in fondo anche questa ultima esperienza.

Se avessimo potuto scambiare con lui le ultime parole forse avrebbe condiviso con noi il suo cuore proprio nell'ultimo passaggio e il più importante e forse avrebbe "sostenuto" che si apprestava a compiere il viaggio più bello. 
Forse pensava che noi avremmo compreso.

E sarebbe bello che così fosse. Comprendere. Comprendere anche l'ultimo passaggio.

Da Officine Editoriali omaggio all'eterno Antonio Tabucchi.

mercoledì 29 giugno 2011

Pensiero Azione Esperienza

E' l'insegnamento dei grandi pensatori, americani o meno. Un pensiero e da lì parte tutto...o niente. Dipende! Perché agire è fondamentale. Se dopo il pensiero non segue l'azione non esiste nemmeno l'esperienza.
Tutto rimane un pio desiderio che può farci compagnia anche per tutta la vita.
E che tipo di compagnia?
Una compagnia che ci macera il fegato perché non riusciamo ad agire o una compagnia che ci lascia crogiolare nei sogni senza permetterci di tradurli in realtà?
A volte è come se stessimo lì lì per realizzarli i nostri sogni. E' come se mancasse veramente un pizzico perché le cose accadano.
Ma succede...almeno è quello che accade a me.......che non succede mai niente perché non c'è un seguito al sogno. Manca l'azione.
Poi dicono tutti (ed è vero...chi non l'ha sperimentato almeno una volta nella vita?) che quando cominci a fare qualcosa, tutto  si svolge, si dipana e lì comincia l'esperienza.
Ecco, a me manca forse l'azione. Riconosco che quello che mi blocca è la paura.
Mi sembra che ci siano delle cose insormontabili da superare e sembrano proprio le prime cose che sono chiamata a fare. E' una situazione paralizzante.
E cerco di leggere i segni. Cerco di essere attenta. Perché essere attenti non fa mai male.
Tutto è collegato e noi siamo molto più coinvolti di quanto riusciamo ad immaginare.
La paura si supererà. Come? Guardando le cose accadere mentre proviamo a fare almeno qualcosa.
La più piccola delle cose, magari. Ma farla.